Calma e gesso. Se tutto, ma proprio tutto, va bene avremo il prossimo presidente della Commissione eletto il 16-19 settembre e la Commissione al suo completo votata ed eletta il 16-19 dicembre, mentre il presidente del Consiglio europeo entrerà in carica solo il primo dicembre. Naturalmente se un candidato è bocciato dal Parlamento europeo, tutto slitta di un mese. Se non ci fossero due guerre in atto ai confini dell’Europa sarebbe un calendario abbastanza ragionevole. Ma ci sono. Ecco perché sarebbe importante stringere i tempi e arrivare al voto del presidente della Commissione nella sessione a fine giugno e della Commissione a ottobre. Teoricamente sarebbe possibile, se ci fosse la volontà politica. E qui è il problema: detto fuori dalle righe, le elezioni saranno governate dalla volontà dei gruppi politici e degli Stati di acquisire più potere possibile nelle nuove istituzione europee. E se Putin si avvantaggerà della mancanza per mesi di una Commissione Ue forte e capace di fare scelte, pazienza, è la logica prevalente.
La timeline stilata dall’ufficio studi del Parlamento Ue prevede da domani l’avvio delle consultazioni tra gruppi politici in modo da arrivare alla prima sessione del 16-19 luglio con i gruppi formati (si richiedono almeno 23 parlamentari, di cinque Stati). Nella prima sessione si eleggeranno anche il presidente del Parlamento, i 14 vicepresidenti e i questori, mentre la settimana successiva 22-25 luglio saranno votate le commissioni. Teoricamente la sessione del 16-19 settembre dovrebbe essere dedicata all’elezione del Presidente della Commissione (che verrà proposto, come l’Alto Rappresentante per la politica estera dal Consiglio, dal Consiglio, che lo voterà a maggioranza qualificata: 55% degli Stati che abbiano almeno il 65% della popolazione). Il Parlamento dovrà votare, probabilmente a settembre per il presidente della Commissione e poi a dicembre (dopo due mesi di audizioni dei commissari) per tutta la Commissione. Ma potrebbe anche farlo, rispettivamente, a fine luglio e a ottobre/novembre, se volesse accelerare.
Il presidente del Consiglio Europeo – dopo le consultazioni tra leader europei previste il 17 giugno e poi il Consiglio del 27-28 giugno – potrebbe essere eletto a maggioranza qualificata dal Consiglio Ue prima dell’entrata in funzione del Parlamento europeo che dovrà poi votarlo. Ma questa elezione sarà legata (fedeli al principio del "tutto si tiene" del linguista Ferdinand De Saussure) a quella del presidente della Commissione e a quello del Parlamento. E quindi per il presidente del Consiglio si arriverà vicini alla scadenza del primo dicembre. Ergo, ci vorranno sei mesi, salvo bocciature di candidati che allungherebbero ancora i tempi, per avere i nuovi vertici europei. Mettetevi comodi.