Coimbra, 14 maggio 2025 - L'ex premier Mario Draghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella danno la scossa all’Ue. Cambiamenti sono in corso da "diversi anni e la situazione si stava deteriorando anche prima del recente innalzamento delle tariffe – dice Draghi parlando al vertice Cotec a Coimbra -. Quindi, le frammentazioni politiche interne e la crescita debole ha reso più difficile una effettiva risposta europea. Ma gli eventi più recenti rappresentano un punto di rottura. L'uso massiccio di azioni unilaterali per risolvere le controversie commerciali e il definitivo esautoramento del Wto hanno minato l'ordine multilaterale in modo difficilmente reversibile".
E ancora: "Gli Stati Uniti rappresentano quasi due terzi del deficit commerciale. Anche le due economie più grandi, Cina e Giappone, registrano persistenti surplus delle partite correnti. Pertanto, dovremo raggiungere un accordo con gli Stati Uniti che ci mantenga aperto l'accesso". Ma a lungo termine, “è azzardato credere che torneremo alla normalità nei nostri scambi commerciali con gli Stati Uniti dopo una rottura unilaterale così grave di queste relazioni, o che nuovi mercati cresceranno abbastanza rapidamente da colmare il divario lasciato dagli Stati Uniti. Se l'Europa vuole davvero dipendere meno dalla crescita statunitense, dovrà crearne da sola", ha aggiunto.
Le parole di Sergio Mattarella
Sergio Mattarella cita Puccini per dare la sveglia all'Europa. All'inizio del suo intervento al simposio il Capo dello Stato ha fatto riferimento all'aria ‘Nessun dorma’ della Turandot, poco prima eseguita da un cantante lirico, ed ha commentato: "Poc'anzi la romanza che abbiamo ascoltato, Nessun dorma, potrebbe applicarsi alla nostra Unione". (VIDEO)

"Il nostro Simposio – ha affermato Mattarella – ha quindi il merito di lanciare ‘Un appello all'azione’ di grande attualità: è infatti urgente, direi prioritario, che l'Europa agisca, perché stare fermi non è più un'opzione. I rischi dell'immobilismo sono ben identificati nel Rapporto Draghi come in quello Letta, sul futuro del mercato interno: le ipotetiche conseguenze per l'Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche le vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni dell'ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale".
Il capo dello Stato ha sottolineato poi che la Difesa comune europea "ben esemplifica le conseguenze dell'inazione e delle ingiustificate ritrosie a procedere lungo il cammino dell'integrazione". "Gli Stati membri ne discutono da oltre settant'anni. Da quando a Parigi, nel maggio 1952 fu firmato il Trattato che istituiva la Comunità Europea di Difesa. Questa veniva rilanciata, in forme diverse e meno ambiziose, tra il '98 e il 2000. Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell'Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione. Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l'urgenza".