Giovedì 12 Giugno 2025
REDAZIONE NAPOLI

Pompei, detenuti al lavoro agli scavi archeologici. Nordio: “Cambiare vita attraverso la bellezza”

Firmato oggi l’accordo tra il Parco Archeologico, il carcere di Poggioreale e il tribunale di Napoli. Ecco chi potrà accedere al programma e quali saranno le mansioni

I firmatari del protocollo di intesa tra il Parco archeologico di Pompei e il tribunale di Napoli

Napoli, 16 ottobre 2023 – Dal carcere di Poggioreale al parco archeologico di Pompei. Cinque detenuti lavoreranno gratis tra le rovine degli scavi, l’obiettivo è iniziare un percorso di recupero attraverso un lavoro socialmente utile. È il nuovo progetto che verrà lanciato presto a Pompei, il primo parco archeologico ad aprire la strada a questa nuova forma di inclusione sociale.

“A chi verrà a prestare qui il proprio servizio, persone ovviamente con profili adatti, noi offriamo una nuova occasione. La offriamo a loro e la offriamo alla nostra società: il lavoro è infatti la via maestra per arrivare alla recidiva zero, evitare cioè che chi abbia commesso un reato torni a delinquere”. Sono le parole del ministro del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che commenta così l’accordo di programma firmato oggi a Pompei.

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Il progetto: “Lavoro, cultura e bellezza”

“L'iniziativa – dice il ministro Carlo Nordio – coniuga elementi essenziali per attuare in pieno la funzione costituzionale della pena: il lavoro innanzitutto, insieme alla cultura e alla bellezza. Dopo quello per i percorsi di messa alla prova, anche questo accordo sul lavoro di pubblica utilità, che consentirà ad alcune persone private della libertà di essere impiegate presso il parco archeologico più famoso al mondo, assume un valore straordinario”.

A dare il via libera all’iniziativa è l’accordo di programma firmato oggi dal direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, insieme alla presidente del Tribunale di sorveglianza di Napoli, Patrizia Mirra, il direttore del carcere di Poggioreale, Carlo Berdini, e il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello.

“L’archeologia può cambiare la vita alle persone”

Si tratta della seconda convenzione in materia di svolgimento dei lavori di pubblica utilità all’interno del Parco. “Questo protocollo, come già il precedente sottoscritto con il tribunale di Torre Annunziata – spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – dimostra quanto la cultura, attraverso le istituzioni museali, possa avere un ruolo importante nelle attività di reintegrazione sociale, o anche semplicemente di avvicinamento al patrimonio culturale. Tali progetti, come altri avviati dal Parco, di inclusione del territorio e delle scuole, fanno sì che l'archeologia possa contribuire concretamente a cambiare la vita delle singole persone, e dunque di una intera società”.

Chi potrà lavorare agli scavi: requisiti e mansioni

Le persone che potranno accedere al programma di lavori socialmente utili saranno individuate da un'apposita commissione, composta da figure professionali delle diverse istituzioni che hanno sottoscritto l'accordo. I detenuti potranno essere impiegati in diverse attività, a seconda di competenze e attitudini: dalla manutenzione del verde, al supporto più generale alla manutenzione ordinaria del sito ad attività di digitalizzazione e archiviazione documentale negli uffici amministrativi.

Prima di entrare in servizio, i carcerari seguiranno un corso di formazione propedeutico all'inizio dei lavori. “Le attività si svolgeranno in maniera continuativa, il che consentirà l'effettiva acquisizione di competenze lavorative – spiegano dal Parco Archeologico – che potranno essere sfruttate dal detenuto al termine della pena, per un effettivo reinserimento nel mondo del lavoro”.

I precedenti

Il carcere di Poggioreale si impegnerà nel garantire la sorveglianza dei detenuti ammessi al progetto L'accordo, che al termine dei due anni previsti potrà essere rinnovato, nasce dall'esperienza positiva maturata e tuttora in corso, che vede il Parco archeologico di Pompei già sede per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità per imputati non ancora sottoposti a processo.