Domenica 3 Novembre 2024

Campi flegrei, reportage choc della tv svizzera: "Cataclisma inevitabile, Napoli verrà sepolta”

É diventato virale il lungo servizio andato in onda sull’emittente Rsi: “Il super vulcano che minaccia l’Europa”. Cosa dicono gli esperti, sullo sfondo le immagini post-atomiche ricreate al pc

Alcuni frame del servizio giornalistico della tv svizzera sui Campi Flegrei di Napoli

Alcuni frame del servizio giornalistico della tv svizzera sui Campi Flegrei di Napoli

Napoli, 17 aprile 2024 – La tv svizzera lancia l’allarme sui Campi Flegrei: se il vulcano eruttasse, “ci sarebbero danni e distruzione in gran parte dell’Europa”. Lo dice un reportage dai toni allarmistici realizzato dall’emittente televisiva Rsi: 42 minuti e 24 secondi di ansia e paura.

Dalle parole degli esperti alle simulazioni grafiche con finte nubi nere e distruzioni immaginarie, ecco la profezia lanciata dalla tv dei cantoni svizzeri. “La catastrofe potrebbe avvenire in qualsiasi momento”, si spiega nel reportage mentre sul video appare la scritta “Siamo tutti coinvolti”. Si tratta del servizio ‘Napoli, il super vulcano che minaccia l’Europa’, ormai diventato virale su Youtube.

“Il cataclisma è inevitabile”

Campi Flegrei, in greco ‘la terra ardente’, è una vasta area vulcanica situata nel golfo di Pozzuoli, a ovest di Napoli. “Vediamo questo documentario curioso, ma anche inquietante”, annuncia il giornalista nel lanciare il servizio sul ‘super vulcano’ sotterraneo dei Campi Flegrei.

“Alcuni scienziati ritengono che sia stato responsabile dell’estinzione dell’uomo di Neanderthal e 40mila anni dopo mostra segni di risveglio. I danni causati da un’eruzione di quel tipo sarebbero molto grandi. Non solo la Costiera Amalfitana, ma l’intero Sud Italia sarebbe gravemente colpito dalla ricaduta delle ceneri. Ci sarebbero danni e distruzione in gran parte dell’Europa. Avrebbe un effetto domino con ripercussioni economiche anche a livello mondiale”. Sono solo alcune delle frasi choc che vengono dette nel reportage andato in onda qualche giorno fa su Rsi.

Un “cataclisma inevitabile”, dice la voce fuori campo. “Il vulcano dei Campi Flegrei contiene ormai così tanta lava e tanta pressione che il cataclisma è inevitabile e inizia alla Solfatara”.

Approfondisci:

Campi Flegrei, il terremoto fa paura. Il video degli abitanti: “Non si può vivere così”

Campi Flegrei, il terremoto fa paura. Il video degli abitanti: “Non si può vivere così”

Napoli: paesaggio postatomico

Le immagini – rigorosamente ricostruite al computer – mostrano un vero e proprio paesaggio postatomico, il ‘day after’ di memoria cinematografica. Una Napoli fantascientifica: da Piazza del Plebiscito in fiamme alle grandi nubi ardenti che sciolgono la città.

Le ricostruzioni animate mostrano la Chiesa di San Francesco da Paola distrutta, con le fiamme che escono dalle vetrate della facciata e le due statue equestri abbattute. E una densa coltre di cenere che incombe sul capoluogo partenopeo, con la sola collina di San Martino risparmiata dalla catastrofe immaginata dalla tv svizzera.

Approfondisci:

Campi Flegrei, due scenari di rischio: “Il peggiore è l’eruzione o il bradisismo come 40 anni fa”

Campi Flegrei, due scenari di rischio: “Il peggiore è l’eruzione o il bradisismo come 40 anni fa”

Gli esperti: “Colonne eruttive e cenere su Napoli”

La parola agli esperti. Il servizio di Rsi mostra le immagini dell’Istituto italiano Ingv e poi fa parlare scienziati stranieri, come il vulcanologo Patrick Allard. In caso di eruzione, dice, “vedremmo colonne eruttive che si innalzano per diverse decine di chilometri, almeno fino alla stratosfera. La cenere cadrebbe su Napoli, anche più lontano, ci sarebbero delle vittime e grande distruzione”.

“A quel punto la città dovrebbe essere deserta, perché l’aria sarebbe satura di cenere, materiale piroclastico e residui vulcanici di ogni tipo”, aggiunge Amy Donovan, docente di Geografia all’Università di Cambridge. E la giornalista le fa eco: “L’immagine è sconcertante, ma scientificamente possibile”.

Perugini: “Tempi molto brevi, decine di minuti”

Ma il colpo di grazie arriva da Diego Perugini, direttore del dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia. Le ricerche dicono che durante l’ultima eruzione di 40mila anni fa, due magmi si sono scontrato sottoterra. “Abbiamo ricreato il processo in laboratorio e per quello che possiamo stimare, dall’inizio del mescolamento dei magmi fino all’eruzione i tempi sono molto brevi, dell’ordine di decine di minuti”.