Il futuro della moda potrebbe essere in una provetta

Start up e aziende sono al lavoro per sviluppare in laboratorio alternative a materiali quali pelle, seta e diamanti

Laboratorio chimico
Laboratorio chimico

ll contributo della moda al riscaldamento globale è elevato, risulta dunque necessario trovare soluzioni per sviluppare fonti più pulite per le materie prime. Sostenibilità è la parola chiave per raggiungere l'obiettivo di salvaguardare il pianeta, ed è per questo motivo che start up e aziende di tutto il mondo stanno sviluppando alternative alla pelle, alla seta e persino ai diamanti, che potrebbero essere coltivate in laboratorio. La riuscita di questi progetti potrebbe determinare una svolta nel settore, contribuendo a eliminare i problemi legati ai diritti umani, al benessere degli animali e alla biodiversità. Per per far si che l'intero processo sia effettivamente sostenibile, tuttavia, è necessario che il mercato sia regolamentato, altrimento il rischio è di produrre un effetto controproducente.

La seta sintetica

Leggera, morbida, elegante e dal sapore orientale, il metodo per produrre la seta è tutt'altro che delicato e poetico. Per realizzare la seta tradizionale attraverso la seticoltura, infatti, i bachi da seta vengono allevati fino alla formazione del bozzolo, per poi essere bolliti in modo da uccidere la tarma al loro interno e estrarre la seta. L'alternativa sviluppata in laboratorio è sicuramente più interessante dal punto di vista della crudeltà verso gli animali e permette di realizzare il materiale con un minore impiego di energia. Qualche anno fa, l'azienda Bolt Threads, che produce anche la pelle vegana Mylo, ha dato vita a Microsilk, una seta sintetica prodotta attraverso la fermentazione di precisione. A comporre questo materiale sono cellule di lievito geneticamente modificate, mescolate con zucchero e acqua. Il composto ottenuto è una proteina liquida che può essere estratta, filata e tessuta. Come la seta naturale, si tratta di una proteina e ne condivide anche le caratteristiche finali: leggera, liscia e biodegradabile. Il rovescio della medaglia? Il processo di fermentazione è facilmente alterabile dalle variazioni di temperatura e pH, cosa che rende difficile la produzione su larga scala. Inoltre, bisogna considerare che l'ingrediente principale per dare vita a questa seta sintetica è lo zucchero, cosa che implica un sistema agricolo industriale con monocultura e uso di fertilizzanti e pesticidi all'origine. Sempre in questo campo, sta emergendo la Brewed Protein dell'azienda giapponese Spiber Inc. Il procedimento di base è sempre la fermentazione di precisione e, in questo caso, si combina il DNA sintetizzato con una materia prima di zucchero e mais.

Pelle prodotta in laboratorio

Da non confondere con le tante alternative vegane già sul mercato, questo tipo di pelle è sviluppata in laboratorio con l'utilizzando cellule di origine animale. Il risultato dovrebbe essere una combinazione di grassi, proteine, traspirabilità e flessibilità che, finora, è stato sostanzialmente impossibile replicare utilizzando piante o plastica. Tra le aziende al lavoro su questo progetto, figurano Modern Meadow, con sede nel New Jersey, e la californiana VitroLabs, che ha ricevuto un finanziamento pari a 46 milioni di dollari da investitori tra cui il gruppo di lusso Kering. L'introduzione sul mercato di un prodotto di questo tipo è ancora lontana e le valutazioni in fatto di sostenibilità sono ancora difficili da avanzare dato lo scarso numero di dati a disposizione.

Diamanti non estratti dalle miniere

A differenza di seta e pelle, i diamanti realizzati in laboratorio sono ampiamente disponibili in commercio. I tempi per la realizzazione di questi preziosi sintetici sono decisamente inferiori rispetto a quelli che caratterizzano i diamanti naturali. Se gli originali sono stati forgiati miliardi di anni fa con la pressione e il calore della terra, in laboratorio vengono sviluppati molto più velocemente attraverso processi che replicano le condizioni naturali. Il risultato chimico è identico ed è dunque difficile distinguere i diamanti naturali da quelli sintetici, tuttavia, il Natural Diamond Council contesta questo fatto sostenendo che i diamanti non naturali possono essere identificati con apposite apparecchiature di verifica. Anche in questo caso, in fatto di sostenibilità gli aspetti da considerare sono molteplici. La produzione in laboratorio, sicuramente potrebbe eliminare le problematiche nate da anni di conflitti legati ai minerali, così come potrebbe risolvere gli aspetti ambientali relativi all'estrazione. D'altro canto, però, bisogna considerare la quantità di energia necessaria per produrre i diamanti sintetici.