Sabato 18 Maggio 2024
Redazione
Moda

Il bikini: 77 anni e non sentirli!

Le nuove proposte della moda mare sono così accattivanti da fare venire voglia di indossare il bikini anche in città

Cameron Diaz e Demi Moore nel film Charlie's Angels - Piu' che mai (2003)

Cameron Diaz e Demi Moore nel film Charlie's Angels - Piu' che mai (2003)

Nelle ultime stagioni il costume intero ha vissuto e vive una fase di decisa riscoperta con cut out e fantasie che lo rendono super sensuale. Ciò non basta, però, a oscurare il bikini, che si riconferma sempre decisamente sexy, versatile e comodo. Le proposte per questa stagione sono molteplici, fra grandi classici all'uncinetto e silhouette iper contemporanee con tessuti, trame e stampe nuove di zecca, da fare venire voglia di prenotare una vacanza al mare. Si va dalle versioni a vita altissima o addirittura con le maniche a quelli micro e succinti. L'imbarazzo della scelta è inevitabile. A dettare i criteri della scelta sono sicuramente i gusti personali, il tipo di vacanza che si ha in programma e, nondimeno, l'uso che intendiamo farne: già perché mai come quest'anno il bikini si porta non solo al mare, ma - complici le tendenze che vogliono le trasparenze in cima alla lista dei trend - anche in città e per le uscite serali. Con lacci regolabili o ritagli strategicamente posizionati, i colori vivaci, che includono argento e oro, motivi e accenni di luccichio, che già da soli evocano le sere d'estate, sono abbastanza versatili da intrufolarsi nell'outfit da giorno, e da sera. Oltre che da mare. E, po, il bikini bianco, grande classico, che non dovrebbe mai mancare in valigia o nel cassetto.

Un passo indietro

Quest'anno il bikini ha compiuto 77 anni, eppure a vederlo nelle vetrine non si direbbe, fresco e sensuale come appare. Anche se i costumi due pezzi, chiamati subligaculum e strophium, erano indossati già nell'antichità, come risulta dal ritrovamento di urne, affreschi e mosaici di epoca greca e romana (i più antichi risalgono al 1400 a.C.), il moderno bikini, ovvero l'adorato costume due pezzi ha una storia più recente. Dopo decenni di corpi coperti e tutine intere, alla fine dei conflitti mondiali, infatti, sulla scia del pronunciato ritorno alla femminilità, umiliata dalla vita e dagli abiti dei tempi di guerra, la ricerca di novità della moda da mare era nell'aria. Così, nella primavera del '46 uno stilista allora di grido, Jacques Heim, crea per la prima volta un costume da bagno di dimensioni molto più ridotte rispetto ai modelli esistenti, suscitando non poco clamore, al punto che la creazione, considerata indecente e rimasta per qualche mese nell'ombra, venne battezzata “Atome”, nella speranza dello stilista che la sua creatura potesse godere di un'accoglienza esplosiva quasi come una bomba. Pochi mesi dopo, nei primi giorni di luglio dello stesso anno, il designer francese Louis Réard, sulla scia dell'anticipazione di Heim, disegna un costume da bagno ancora più piccolo e decide di chiamarlo bikini. Entrambi i nomi dei progetti, The Atom e Bikini, furono, dunque, ispirati dalla guerra nucleare che infuriava intorno a loro, ma Louis Réard riuscì a sfruttare a pieno la situazione. Il Bikini è stato introdotto, infatti, solo quattro giorni dopo che gli Stati Uniti iniziarono a testare bombe atomiche nell’atollo Bikini, una delle municipalità delle isole Marshall, e che lasciarono diverse isole coralline inabitabili producendo livelli di radiazioni superiori a quelli attesi. E, in effetti, il nuovo capo da mare era rivoluzionario, simbolo com'è stato di emancipazione e libertà femminili.

Il bikini e le dive che lo hanno reso celebre

I primi modelli di bikini erano spesso eseguiti all'uncinetto, ma la rivelazione alla luce del sole di ombelico, gambe e seno era osteggiata dai cattolici e dai malpensanti. Nei primi anni dopo il suo debutto, infatti, il bikini venne considerato dal Vaticano “peccaminoso” e, di conseguenza, venne bandito ufficialmente da Spagna, Portogallo, Italia, Belgio e Australia, rimanendo fuori legge anche in molti Stati d’America: questo fino circa agli anni '50. Le cose cambiarono quando attrici e modelle cominciarono ad avvicinarsi al bikini. Fece scalpore quello bellissimo ancora oggi, a fascia bianca e rossa, indossato da Marilyn Monroe in un celebre scatto del 1948. Ne seguirono molte altre, come Rita Hayworth. Tra le dive che resero popolare il nuovo costume spicca Brigitte Bardot che rese popolare il nuovo stile durante la sua vacanza a Cannes a metà degli anni ’50, nonché sui set dei film “E Dio creò la Donna” e “Manina, ragazza senza veli” seguita a ruota da altre star di Hollywood e, pian piano, dalle donne comuni che volevano seguire la moda. Gli anni ’60 sono cruciali. In diversi film cult le attrici in bikini rappresentano una sensualità molto femminile e spesso consapevole: da Sue Lyon in “Lolita” di Stanley Kubrick (1962) ad Annette Funicello in “Beach Party” (1963), per citarne un paio. Modello chiave in questi anni quello di Ursula Andress nei panni della Bond Girl in “Agente 007 – licenza per uccidere” (1962): un capo destinato a segnare la storia del bikini così come il cinema, diventando una delle immagini cinematografiche più sexy di tutti i tempi. Jane Fonda, Goldie Hawn, Raquel Welch e le italiane Stefania Sandrelli e Mariangela Melato seguono la moda del bikini sul grande schermo così come nella dolce vita. Il gioco è fatto.

…. Dagli anni '70 ai '90

I costumi due pezzi contemporanei guardano spesso agli anni '70 e '80 e, soprattutto quest'anno, ai '90. I 70' sono stati anni di sperimentazioni con bikini sempre più mini, più succinti, sono gli anni dei cosiddetti string bikini, cioè regolabili grazie a stringhe e laccetti (modello ancora oggi intramontabile). Sono così i modelli colorati di La Perla scattati nel 1972 sotto il titolo “Verso il sole totale” per Vogue Italia. Si inizia anche a sperimentare con i modelli a fascia, fino ad arrivare ai tagli sportivi, adatti allo SCUBA Diving. Arrivano poi gli anni ’80 con la cultura e cura del corpo che balza in primissimo piano: i costumi sono caratterizzati da slip sgambatissimi, resta iconico quello di Pamela Anderson in “Baywatch” (1989). Il modello che va per la maggiore in quegli anni ha, infatti, un design lineare ma “ristretto”. Che si trattasse di costumi interi sgambatissimi o bikini, pur avendo un taglio a vita alta, formavano una V sotto l'ombelico – oggi tornata alla ribalta - lasciando così in bella mostra fianchi e ombelico, a differenza del classico bikini high waisted. Negli anni ’90 il bikini diventa il capo da spiaggia per eccellenza, mandano così in pensione il costume intero, che per tornare protagonista dovrà attendere un decennio. I modelli più in voga tra i '90 e i primi anni 2000 sono quelli che indossano Angelina Jolie in “Tomb Raider”, Cameron Diaz e Demi Moore in “Charlie’s Angels” e i bikini con dettagli esotico-tribali del tipo sfoggiato dalle Destiny’ Child nel video clip “Survivor” .

Le tendenze di quest'anno

Anche in fatto di costumi la moda sembra cullarsi in un omaggio nostalgico al passato, in particolare, le tendenze del beachwear 2023 spaziano dai bikini con slip alti (Bondi Born) e reggiseni-top mutuati dal glamour anni '80 (Oséree), da utilizzare anche per uso cittadino come sotto-giacca, ai bikini fatti con l'uncinetto (Isabel Marant, Zimmermann) fino ai due pezzi e (ma anche i costumi interi) costruiti e decorati come capi couture, con applicazioni di ruches di fiori in tessuto attorno alla scollatura, di frange di perline e jais, di ricami di paillettes e cristalli, per un effetto sirena. Il bikini dallo stile minimalista rilancia, invece, una corrente dominante negli anni '90 insieme alle versioni micro-bikini con slip super sgambato (Victor Glemaud, Matteau BEA Studio, Gucci). Molto amato dalle giovanissime il bikini crochet in perfetto stile boho-chic (Fisico), realizzato con la tecnica all'uncinetto, un must-have della stagione che ricorda molto i primi anni in cui il due pezzi cominciava a circolare sulle spiagge. Quelli con stampa a micro-fiori, a pois o a righe sono un immancabile riferimento agli anni '60 e allo stile “Lolita” (ARKET, B-kini MiMa, Calzedonia, Emilio Pucci). Non mancano nelle proposte contemporanee le proposte ispirate alle destinazioni esotiche: tra un sofisticato total white, costumi interi e bikini con ricami e dettagli blu profondo, la collezione beachwear di Twinset, per esempio, è ispirata a Mykonos. Mentre la seduzione e l'eleganza sono i codici dell'estetica di Ermanno Scervino il cui beachwear rilegge i capi lingerie fra di ricami e dettagli preziosi. Da Calzedonia tra le diverse linee spicca la Coastal Chic, che sfoggia trasparenze, ricami 3D, e pattern ricercati, in contrasto alla giovane Summer Festival, ispirata, invece, ai viaggi e all'avventura con pattern effetto denim e la lavorazione crochet arricchita di fili brillanti metallizzati in colori accesi. Infine la Wild Nature, con stampe e una palette di nuance naturali ispirate alla terra e alle gradazioni del blu oceano. Resta sulla cresta dell'onda, per i costumi come per l'abbigliamento, il cut- out; piccoli tagli strategici sotto il seno, sulle spalle o laterali, sensuali ma con gusto proposto, per esempio, dalle collezioni di Celine e Bottega Veneta e nella capsule firmata Chloé X ERES: intero, color ebano con tagli sul punto vita, perfetto da indossare anche a un party con una gonna maxi e un paio di sandali bassi.