Chi salirà sul trono di Gucci dopo l'addio di Alessandro Michele

Ecco i nomi che girano con maggiore insistenza per la successione

Alessandro Michele (Ansa)

Alessandro Michele (Ansa)

E ora che succederà? Chi salirà sul trono di Gucci che per 7 anni pieni di vita e di emozioni ha visto la gloria di un re dello stile come Alessandro Michele? Lo stilista della trasgressione ma anche della gioia tenera e un po’ infantile, della filosofia e del look altissimo che fa a pugni con quello più popolare con naturalezza e brio, posta sul suo instagram l’ultima foto mentre si inchina leggermente a fine sfilata davanti al “suo” pubblico, quello che a tre giorni dalla news dell’addio ancora quasi non ci crede.

Dove sarà "Alessandro il Grande" come lo subito ribattezzato Donatella Versace che di talenti se ne intende (ha scoperto lei Anthony Vaccarello che ora impera su Saint Laurent)? A Civita di Bagnoregio nei boschi tanto amati a fare l’archeologo e l’alchimista, nella casa seicentesca di Roma dove vive tra mille cimeli e oggetti antichi col compagno Vanni Attili, professore universitario e intellettuale puro? O in giro per il mondo in cerca di dimenticare questi ultimi mesi difficili quando nella maison fiorentina tutti gli dicevano che doveva cambiare, allinearsi a nuovi dicktat per vendere di più (anche se la maison con lui e il presidente Marco Bizzarri è arrivata a 10 miliardi di fatturato), smorzare le eccentricità con energie diverse dal passato. Ma lui ha preferito lasciare, chiudere con fierezza e un certo pudore questa pagina di vita esaltante che lo ha reso immediatamente famoso fin dal debutto nel 2015 e poi sempre più osannato come deus ex machina di ogni cambiamento stilistico, di valori, di immagine del brand. Amato dai fans giovanissimi e da star come Lady Gaga o Jared Leto.

Fra i nomi che si fanno con maggiore insistenza per la successione c’è quello di Riccardo Tisci, da poco libero dall’impegno che ha avuto per cinque anni da Burberry (dove è arrivato Daniel Lee, ex Bottega Veneta, pare allontanato dal patron di Kering Francois Henri Pinault) e ora in contatti per una capsule con Puma. Bravissimo Tisci, che per primo ha rilanciato tanti anni fa Givenchy e anche nell’haute couture modernissima e preziosa, certo un cavallo di razza della moda. Ora se ne è stato un po’ in riposo in Messico tra Frida Khalo e i sombreri, per cambiare aria. Non si conoscono contatti ma si sa le trattative sono sempre più che segrete.

Poi c’è Hedi Slimane, direttore creativo di Celine, marchio fra i più venduti del fashion da quando c’è lui al timone, sarebbe un sogno ma forse assai impossibile. Restano Phoebe Philo che deve sempre lanciare la sua linea che però non arriva mai, certo brava negli accessori come ha dimostrato durante la reggenza da Celine. Fantamoda poi per chi parla di un ritorno in maison di Tom Ford che ha segnato tutti gli anni Novanta di Gucci e poi un pezzetto di storia di Saint Laurent, sempre sotto le insegne del Gruppo Kering. Ma vi pare possibile che uno che ha venduto il suo brand da una settimana al colosso del beauty Estée Lauder per due miliardi e ottocentomila dollari, si rimette a lavorare in team per creare delle collezioni? Non scherziamo.

Raf Simons, che firma Prada a quattro mani con Miuccia Prada, ha chiuso il suo brand eponimo e certo sta bene dove sta. Qualcuno azzarda addirittura una possibile chiamata per Jonathan Anderson che lavora con Loewe con passione e successo ma a noi pare lontano dalla meta. Forse solo un John Galliano della prima ora, ma anche quello di adesso che è stato richiamato in pista da Renzo Rosso per rilanciare Maison Margiela, potrebbe aspirare all’olimpo di Gucci. Anche lui come Alessandro Michele, un creativo senza confini ma indomabile.