Martedì 22 Luglio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Vieni via con noi: la milonga della vita di Conte

Cento minuti per andare via con lui. Con Paolo Conte e con le sue canzoni, con le sue interviste. Con le persone che parlano di lui. Da Roberto Benigni a Francesco De Gregori, da Caterina Caselli a Vincenzo Mollica, da Paolo Jannacci a Isabella Rossellini, da Pupi Avati a Luca Zingaretti. È Paolo Conte, via con me di Paolo Verdelli, presentato ieri a Venezia. Sarà nelle sale italiane, 270 per la precisione, come evento speciale il 28, 29 e 30 settembre.

Da vedere per chi ama la musica di Paolo Conte, per chi ama i suoi giochi con le parole, la sua ironia, le sue milonghe, il suo jazz dal sapore antico, anni ’30 o giù di lì, le sue storie dal sapore esotico e provinciale insieme, i suoi personaggi eroici e sconfitti, le sue invenzioni poetiche, i suoi film fatti di musica. Perché ogni canzone è come un piccolo film, crea immagini. E la musica di Conte si nutre di immagini, ricordi di film, di quadri, visioni di tabarin. C’è di tutto nella musica di Conte, e c’è di tutto nel film che gli dedica Giorgio Verdelli, prodotto dalla Indigo di Nicola Giuliano.

"Quante canzoni ci sono nel film? Credo 35, e di ogni brano abbiamo dovuto ricercare le edizioni, i diritti, fra case discografiche diverse. È stato un lavoro immenso", dice il regista.

Un lavoro nel quale è stata necessaria anche tanta delicatezza, tanto rispetto per la privacy di Paolo Conte, che non ama apparire né rilasciare interviste. "Abbiamo raccontato la sua storia di artista, abbiamo ricercato tantissimi live delle sue canzoni, e abbiamo chiesto di raccontare Conte a molte persone che lo conoscono e che lo amano, a partire da suoi colleghi musicisti come Francesco De Gregori", dice il regista. E c’è anche il raro filmato di un Roberto Benigni che improvvisa al premio Tenco la canzone Mi piace la moglie di Paolo Conte, dopo avere incontrato il cantautore e la moglie quello stesso giorno. "Anche quella era depositata, abbiamo scoperto - dice Verdelli - . Siamo stati attenti al momento aurorale della sua vita artistica: ai suoi esordi come vibrafonista, alla sua testimonianza di quando, ragazzo, suonava il trombone. Abbiamo intervistato il fratello, che racconta i momenti in cui Paolo Conte non era ancora Paolo Conte".

Giovanni Bogani