
L’artista estone Tommy Cash, 33 anni, all’Eurovision con il brano Espresso macchiato
Cosa vuoi dire a uno che nel video di Winaloto trasforma il suo volto in un inguine femminile, che si presenta vestito da tavolo imbandito alla sfilata parigina del brand Doublet e, dulcis in fundo, espone il suo liquido seminale al Kumu Art Museum di Tallinn? Questo (e molto altro) è Tomas Tammemets, pardon Tommy Cash, portacolori dell’Estonia al prossimo Eurovision Song Contest. Idolo, pure in Italia, della generazione TikTok, ma bestia nera di soggetti un po’ meno inclini all’humour come chi ha chiesto addirittura l’esclusione dalla Sanremo europea per gli "stereotipi sull’Italia e gli italiani" di quella Espresso macchiato che mette in fila spaghetti, mafia, stresso (sì, con la “o” finale) e, naturalmente, caffè.
Mr. Tammemets, fra i videoclip in rete di Espresso macchiato ce n’è uno in cui cita palesemente Andy Warhol.
"Mi sono chiesto perché non mettere nel video del pezzo un po’ di pop art? Così, quando ho incrociato questo semplice filmato in cui Warhol mangia un hamburger ho pensato che sarebbe stato carino rifarlo, ma a modo mio".
Com’è nata la canzone?
"Dopo un viaggio in Italia, a Firenze e a Capri. Rientrato ho consigliato al mio producer di iniziare a bere espresso macchiato invece delle sbobbe che ingurgita e quel nome ha cominciato a girarmi in testa. Mentre scrivevo il pezzo pensavo alle mie tante referenze italiane e il pensiero è volato a Luciano Pavarotti, i miei lo ascoltavano e io sono cresciuto col sogno di poter diventare, un giorno, anche solo il cinque per cento di ciò che è stato lui".
Sorpreso dalle polemiche?
"Non volevo offendere nessuno, ma solo divertire. Regalare momenti in cui uno pensa “e adesso questo cosa fa?“ è ciò che voglio. Penso però che dalla pressione nascano diamanti, quindi la amo".
Su TikTok gira un video in cui è con Tony Effe.
"Credo che la sua Damme ‘na mano sia una canzone molto bella. Ci siamo trovati e abbiamo parlato molto, pure del suo Sanremo, del clima che si respira lì. Molto interessante. È un bravo ragazzo".
Con che intenzioni va a Basilea?
"Per vincere, ovvio. Con 300 milioni di spettatori, l’Eurovision è una grande opportunità per tutti. Ma non è sempre equo, non lo è mai stato, a causa della politica, delle ‘simpatie’ fra paesi vicini che si danno i punti a vicenda e di mille altri fattori in gioco, come abbiamo visto negli anni passati quando magari a farcela sono stati artisti che non lo meritavano. Basta pensare alla Svezia, che ha vinto sette volte e non riesco proprio a spiegarmi il perché".
Di Lucio Corsi che opinione s’è fatto?
"Penso che la sua Volevo essere un duro sia un’ottima canzone e lui un bravo paroliere. Spero piaccia, anche se forse il pezzo è un po’ troppo rilassato, eccessivamente calmo. Forse all’Eurovison occorre qualcosa di più per catturare il pubblico. Se esegui un brano di quel genere a un concerto, va bene, ma sul palco dell’Esc c’è una gara in cui devi contenderti con gli altri cantanti l’attenzione dei telespettatori e ritagliarti un posto nelle loro menti. Devi mangiarteli".