
Kim Kardashian, selfie allo specchio
Milano, 5 luglio 2017 - "Faccio i selfie mossi" canta Rovazzi nella sua celebre hit An diamo a comandare . Di sicuro oggi farsi un selfie mosso è peggio che mangiare con i gomiti sul piatto. Viviamo in una civiltà della bellezza che non perdona pappagorge e zampe di gallina, il selfie è il biglietto da visita del millantato credito fisico. Come una volta i truffatori scrivevano ‘ing’ o ‘dott’ o ‘cav’ sulle carte da lettera, oggi possiamo disegnarci come vogliamo: possiamo snellire le gambe, allungarci, far sparire le rughe perché, dopo averlo scattato, il selfie va opportunamente ritoccato. Ormai in rete pullulano i consigli per realizzare un selfie perfetto, cioè un selfie che nasconda i nostri difetti, una bugia estetica che verrà smentita solo dall’incontro personale, eventualità al giorno d’oggi ormai alquanto rara. Il selfie non basta più, deve essere perfetto come quello di Chiara Ferragni o di Naike Rivelli, il selfie è diventata la catapulta con cui ognuno di noi spera di librarsi all’altezza delle star, e di conquistare quel briciolo di effimera immortalità che il web regala a colpi di like.
Dunque, quali sono i consigli per scattare il selfie perfetto? Potete consultare decine di articoli web, ma la sostanza non cambia. Il vero e proprio prontuario l’ha in realtà stilato Kim Kardashian, la star dei reality che vive appunto di apparenza, la quale ha candidamente confessato che prima di postare un solo selfie ne scatta almeno 300, che quello è "il suo vero lavoro", e che si è dotata di un ‘assistente personale ai selfie’. Ma allora, scusate, non bastava assumere un bravo fotografo? Il selfie ha però un valore aggiunto rispetto alla foto certo più curata realizzata da un professionista: il fatto di essere scattato dal protagonista stesso. È come se la celebrity avesse ritratto non solo il proprio corpo ma anche la propria anima, come se ci avesse aperto la porta di casa e ci avesse detto prego, entrate.
Tra coloro che largheggiano in consigli c’è appunto Kim Kardashian. Ecco un breve estratto dei suoi preziosi suggerimenti.
Primo, la posizione: tenete il mento abbassato e il telefono leggermente più alto del viso (foto dal basso? Orrore).
Secondo, l’atteggiamento: davanti allo specchio scegliete il vostro lato migliore e la posa più adatta, e poi usate sempre quella.
Terzo, il contesto: badate a quel che c’è intorno a voi, potete essere Sienna Miller ma se sullo sfondo c’è la discarica di Malagrotta o il postino che passa, l’effetto sarà attenuato.
Quarto, le luci: non troppo forti (metterebbero in evidenza rughe e altri dettagli poco apprezzabili) ma nemmeno troppo deboli ("ma quella è mamma o un ciuco?").
Quinto: evitate i selfie davanti allo specchio, risultano artificiosi e scontati.
Sesto, l’ultima moda sono i selfie di gruppo. Chiamate gli amici.
Settimo, non dimenticate le facce buffe che fanno sempre tenerezza. E via.
L’estate insomma è destinata a trasformarsi in un tripudio di autoscatti (una volta si chiamavano così), terabyte di pixel che rimbalzano nell’etere da uno smartphone all’altro. Oggi l’attenzione si è spostata su di noi, osservatori e osservati, l’universo resta fuori dall’inquadratura, l’essenza è costituita da noi stessi o meglio dall’immagine che vorremmo dare di noi stessi ad altri che ci ricambiano con immagini identiche, in un gioco di specchi goloso come una palla di zucchero filato ma con la stessa consistenza.