Roma, 17 giugno 2025 - Ali Khamenei si sente braccato, dai missili israeliani, ma anche dagli agenti del Mossad, presenti in Iran da anni e che starebbero chiudendo il cerchio per arrivare ad eliminare la Guida suprema. Secondo Marco Mancini, già dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) e per anni alla guida del controspionaggio italiano, l'intelligence di Tel Aviv negli anni, preparando proprio questa guerra, si sarebbe infiltrata in profondità l'apparato di sicurezza iraniano, trovando sostegno anche da non pochi oppositori al regime.

Anche dei Pasdaran al soldo di Israele
Tra i "reclutati" dal Mossad ci sarebbero anche membri dei Pasdaran. "È un'operazione condotta con il crisma della completa capacità e professionalità dell'intelligence israeliana", ha spiegato Mancini all'Agenzia Nova.
E se la distruzione del programma nucleare è il primo obiettivo di Israele, l'eliminazione della sua leadership politica e religiosa, con in testa la Guida suprema Ali Khamenei, è il secondo.
In un bunker a Lavizan
Khamenei è stato portato per la sua sicurezza, con la moglie Mansoureh Khojasteh Bagherzadeh e figli, quattro maschi e una femmina, in un bunker a Lavizan, situato a circa 90-100 metri sotto terra, in un complesso protetto da sistemi antibomba e antiaereo. E anche il designato erede del padre alla guida del sistema teocratico, Mojtaba Khamenei, è stato costretto a seguirlo.
Deve temere gli infiltrati del Mossad
Il bunker sarebbe un posto sicuro probabilmente per salvare Khamenei dalle bombe con la Stella di David stampata sopra, ma il pericolo maggiore per l'Ayatollah potrebbe arrivare da terra, magari da presunti fidi collaboratori, ora finiti al soldo del Mossad. "Quando dico 'struttura che collabora con il Mossad', intendo anche uomini dei Pasdaran. È questa la forza di Israele: avere agenti sul posto che condividono informazioni visive, logistiche e operative", spiega Mancini.
007 israeliani fondamentali per eliminazione Shadmani
L'esempio più eclatante di questa efficacia dei servizi è quello dell'eliminazione di Ali Shadmani, appena nominato capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane: "Uno dei droni è stato lanciato da un immobile adiacente all'edificio dove dormiva, grazie a un'indicazione fornita in tempo reale da chi monitorava visivamente la scena".
Khamenei ha patrimonio da 10 miliardi di dollari
E visto che "un terzo della capacità di reazione iraniana è stato distrutto", resta la caccia a Khamenei, che a questo punto potrebbe seguire l’esempio di uno dei suoi vice, e fuggire in Russia. In tutto la famiglia dell'Ayatollah dispone di "un patrimonio stimato in circa 10 miliardi di dollari, accumulato attraverso traffici illeciti e occultato in parte all'interno dell'apparato statale", il fattore economico non va trascurato: potrebbe aiutarlo a trovare un passaggio all'estero, in un Paese sicuro, per lui e i suoi cari.
Israele vuole in collasso del regime degli Ayatollah da anni
Israele infatti, una volta deciso di attaccare, non si limiterà a distruggere programma nucleare e la macchina militare iraniana, ma vorrà anche il crollo del regime di Teheran. "Quello che Israele sta cercando di fare è trasformare l'attuale regime teocratico in un gruppo di figure legate alla resistenza interna, che possano prendere il potere", sostiene Mancini. "Sembra evidente che l'obiettivo non sia solo militare".
Oggi Trump ha chiesto a Khamenei di arrendersi: resa incondizionata
Oggi il presidente Usa Donald Trump ha lanciato un ultimatum a Khamenei: deve arrendersi. "Sappiamo esattamente dove si nasconde il cosiddetto 'Leader Supremo'. E' un bersaglio facile, ma lì è al sicuro", si legge sul suo Truth. "Non lo elimineremo (uccideremo!), almeno non per ora. Ma non vogliamo che vengano lanciati missili contro civili o soldati americani. La nostra pazienza sta finendo", ha avvertito. In un secondo post è ancora più chiaro in caratteri cubitali: "Resa incondizionata".