Venerdì 19 Aprile 2024

Pio e Amedeo: ’Belli ciao’ da corsa

Il film di Nunziante scatta subito in testa al botteghino. "Nord contro sud, ci divertiamo a raccontarci"

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di Beatrice Bertuccioli

Quasi mezzo milione di incasso (489.739 euro per 383 schermi) nel primo giorno di uscita: Belli ciao di Gennaro Nunziante, con Pio e Amedeo protagonisti, è partito in quarta. Per i due comici – Pio D’Antini e Amedeo Grieco, entrambi foggiani e trentottenni – un exploit cinematografico dopo i monologhi televisivi molto politicamente scorretti che nella scorsa primavera avevano comportato forti critiche e accuse di omofobia e razzismo. Loro si presentano in tutt’altro modo. "Ho fatto in modo che mettessero le loro migliori qualità al servizio di una storia solida e credibile, non come comici prestati al cinema ma da attori comici", spiega Nunziante.

La storia racconta di due amici nati e cresciuti a Sant’Agata di Puglia, ma mentre uno resta al paese dove vende articoli sanitari, l’altro va a vivere a Milano e si afferma nella finanza. Quando una volta l’amico lo raggiunge, vezzi e vizi del nord e del sud tornano ancora una volta, con ironia, a confrontarsi.

Nel film la vostra comicità è diversa da quella televisiva.

Amedeo: "A dire il vero, nei primi giorni di riprese, io e Pio provavamo ad aggiungere qualche battuta delle nostre. Ma poi ci siamo affidati al regista. In tv cerchiamo di rieducare la gente alla leggerezza, che con l’imperante politicamente corretto si sta un po’ perdendo. Ma il cinema, ci ha fatto capire Gennaro, è una cosa seria e quindi non ci si può affidare alle battute, bisogna privilegiare la storia".

Pio: "Un po’ di scorrettezza comunque c’è perché trattiamo quelli che si riuniscono al paese dopo avere vissuto alcuni anni a Milano, come fossero un gruppo di alcolisti anonimi".

Quanto c’è di autobiografico?

Pio: "Tanto, perché io vivo a Milano; Amedeo, invece, è rimasto attaccato alle origini".

Amedeo: "Pio si sente migliore per essersene andato. Litighiamo su questo: si sta meglio a Foggia o a Milano?"

Pio: "Nel lockdown siamo rimasti 15 giorni a casa Nunziante e dai nostri racconti è nata questa sorta di follia autobiografica, un’estremizzazione di quello che siamo".

Qual è la qualità dell’altro che apprezzate di più?

Amedeo: "Il fatto che riusciamo ad essere sulla stessa lunghezza d’onda, a condividere la consapevolezza che facciamo un mestiere effimero, anche sopravvalutato. Oggi ci applaudono, domani non si sa, ma andrà bene lo stesso. La cosa a cui teniamo è che un giorno si possa dire di noi che, forse siamo stati scarsi e antipatici, ma mai delle brutte persone".

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