Michael J. Fox riabbraccia Doc 40 anni dopo: l'amicizia che ferma il tempo

Nel 1985 usciva il primo film della trilogia cult Ritorno al futuro: oggi la reunion tra i due protagonisti. La speranza di un eterno presente (felice), malgrado malattia e acciacchi

Michael J. Fox con Cristopher Lloyd, protagonisti di Ritorno al futuro nel 1985

Michael J. Fox con Cristopher Lloyd, protagonisti di Ritorno al futuro nel 1985

"Il vostro futuro è come ve lo create, perciò createvelo buono". Sempre il solito vecchio doc Brown. Più vecchio ancora, e adesso bianco per davvero, anche se forse il tempo non esiste. Aggrappato a lui come un’edera alla quercia Marty McFly porta i segni di tutte le sue battaglie. Sorride per quanto il Parkinson glielo consenta, la folla esulta. Le cosiddette reunion sono organizzate a fin di bene ma finiscono per essere un bilancio dei danni dopo il terremoto e di rado mettono allegria. Questo abbraccio fra Christopher Lloyd e Michael J. Fox invece è dolce, fa un po’ male ma passa subito. I protagonisti della trilogia cult di Robert Zemekis dovevano per amore di corenza ritrovarsi da qualche parte dopo quasi quarant’anni. Lo hanno fatto durante l’evento speciale dedicato a Ritorno al futuro al New York Comic-Con. E chi attorno al 1985 era caduto nei paradossi temporali di quei film, senza essersi mai ripreso, lo considera un bel regalo. Anche se il tempo non esiste, esistono i ricordi e loro ci danno dentro evocando la vecchia storia di Fox che irrompe nella produzione a riprese già iniziate scalzando Eric Stoltz. Uno choc per Lloyd che dopo sei settimane deve ricominciare tutto da capo ma anche la prova che la chimica fra le persone non è uno scherzo. "Voi mi avete dato tutta la vita" dice Fox ai fan. E parla della malattia come un dono a costo di sembrare più matto dell’amico: "Non si tratta di quello che ho ma di quello che mi è stato donato".

Un modo istruttivo per non perdere tempo a compatirsi, supposto appunto che il tempo esista. Da allora ne dubitiamo. O comunque lo guardiamo da una prospettiva diversa istigati dalle suggestioni della fisica quantistica, che per interrogare l’universo riesce a fare a meno di una nozione così ingessata. Gelatina, ecco cos’è lo scorrere dei secondi.

Una magia indipendente e anarchica su cui fare surf senza la famosa DeLorean DMC-12 lanciata a 88 miglia orarie. Il fisico teorico Carlo Rovelli provoca le nostre certezze: "Abitiamo il tempo come pesci nell’acqua. Il nostro essere è essere nel tempo". Nutriti, cullati, spaventati dal tempo che non è mai abbastanza o non passa mai o è sprecato. Finché ci vengono addosso all’improvviso strane domande: perché ricordiamo il passato e non il futuro? Siamo noi a esistere nel tempo o è il tempo a esistere in noi? Scorre davvero? E come mai va più veloce in montagna e più lento in pianura? Prepariamoci perché più cresce la conoscenza e più il concetto si sfalda, a confronto Ritorno al futuro era persino plausibile. Zemekis ci aveva messi in guardia con il "paradosso del nonno": se torni indietro e gli impedisci di incontrare la nonna cosa succede?

Ma poi serve davvero un film per capire che il tempo è diverso da come ce lo hanno raccontato, che possiamo andare avanti e indietro come ci pare? La luce va veloce ma si prende il "tempo" che le serve per raggiungere l’occhio, quindi ogni cosa che osserviamo è già avvenuta. Viviamo nel presente guardando solo il passato. E il meglio, come ricorda il vecchio doc, deve ancora venire. 

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