Ogni volta, è un rock’n’roll show. Accolto dallo scrosciare di 24mila paia di mani, ieri Vasco Rossi dal palco dello stadio “Romeo Neri“ di Rimini ha raggiunto l’apice di un viaggio musicale imperniato sulla rinascita della Romagna che il Kom ha scelto di benedire con il proprio rock. E il Blasco, lo ha fatto alla sua maniera. Con l’iconica foto della spiaggia, dove i lettini blu incorniciano lo slogan Tin bota ("Teniamo botta" in dialetto romagnolo) a fare da sfondo, Vasco ha aperto il suo show con una dedica: "Questa sera siamo qui per portare un po’ di gioia... viva e forza Romagna". Tin bota, appunto. A sostenerla ci sono 24mila anime del rock. Spiriti liberi liberi che si librano nel cielo di Rimini, sollevati in volo dalle canzoni di Vasco. Che ieri ha fatto vibrare il pubblico del ’Romeo Neri’, dove ha offerto un antipasto del suo tour, che dal 6 giugno si fermerà per 4 date a Bologna. Una serata di festa, la seconda dopo quella della prova generale di giovedì davanti a 20mila fan, e anche di rinascita. Quando il Kom annunciò a marzo la data zero a Rimini, nessuno poteva immaginare che due mesi dopo la Romagna sarebbe stata flagellata da un’alluvione che ha portato vittime e danni per miliardi.
Il Blasco è riuscito anche in questo: a tramutarsi in simbolo di rinascita per il popolo romagnolo. E quel Romagna mia, che ha cantato anche ieri sera insieme ai 24mila dello stadio è risuonato come un inno potente. Ma non è stato l’unico omaggio del Blasco alla Romagna alluvionata durante il concerto. Il rocker, dopo aver fatto nei giorni scorsi una cospicua donazione e l’appello ai fan a contribuire alla raccolta fondi ("questo fanno gli artisti, il resto lo devo fare il governo"), dal palco ha lodato "la Romagna ferita. Una terra, straordinaria, fatta di gente fiera e orgogliosa. Ce la farete, vi rialzerete. Io sono qui a portarvi un po’ di gioia". È stato di parola il Kom. E a riconoscerglielo non sono stati ‘solo’ gli oltre 40mila – tra prova generale e data zero – che si sono riversati allo stadio ’Romeo Neri’, ma anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco e il vescovo di Rimini. Monsignor Nicolò Anselmi ha scritto una lettera aperta a Vasco: "Aiuta i giovani a trovare un senso e a non temere la vita spericolata. Ad andare al massimo nell’amore verso gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova e c’è più gioia nel dare che nel ricevere". E Vasco gli ha subito risposto: "Caro vescovo, amo la mia terra... L’Emilia-Romagna è questa terra fantastica e sorridente, ora ferita. Ma si rialzerà. Per me Rimini è come casa". E la sua casa lo ha accolto alla grande, ancora una volta. Anche ieri sera, tra grandi successi del passato e nuove poesie rock del presente, Vasco ha ringraziato la Romagna e la Romagna ha ringraziato Vasco. Ed è stato splendido… è stato splendido.
Manuel Spadazzi
Francesco Zuppiroli