
È inedita alla Scala, ma è di prammatica all’Opéra di Parigi, la nomina al sommo della gerarchia del balletto, a scena aperta davanti al pubblico, di chi ha ballato al top come interprete di un grande titolo di repertorio. È accaduto finalmente mercoledì sera anche a Milano, sotto l’ala del direttore francese Manuel Legris, al termine di una recita dell’Onegin di John Cranko, premiando la prima ballerina Nicoletta Manni, 32 anni, pugliese, originaria di Galatina in provincia di Lecce, giunta nella scuola di ballo della Scala dall’età di 12, prima ballerina dal 2014 e ora diventata étoile, proprio come l’amico Roberto Bolle, partner di questa serata gloriosa.
Ancora in palcoscenico, stupita, lei non trova parole per dire tutta la sua emozione, anche se era nell’aria un “avanzamento” a questo rango ambitissimo, il più alto nella gerarchia delle compagnie classiche. "Sono veramente grata per questo momento" dichiara "che arriva dopo un anno felicissimo, in un balletto che mi ha fatto scoprire il mio lato più interiore, più drammatico; e da ora sentirò ancora di più la responsabilità di dare il massimo". Il sovrintendente Meyer, ringraziando tutta la compagnia, ha sottolineato la scelta di innovare, introducendo la nomina live sul palco a fine spettacolo: "Manni ha meritato passo passo questo momento"."È stato tutto totalmente inaspettato e inusuale. All’inizio ho pensato a tutto tranne che a quello, ho pensato che fosse un saluto a qualcuno dell’orchestra che andava in pensione" ha poi raccontato ieri. E lì sono partite le lacrime di pura gioia e commozione fra gli applausi del pubblico. Dopodiché la festa dietro il palco e a cena, gli abbracci, le telefonate a casa e agli amici. Non ha dormito ieri notte Nicoletta. "È chiaro che era una mia aspirazione grande, ma negli ultimi anni non era mai successo che alla Scala fosse nominata una étoile interna, c’era quasi un accordo sindacale. Io – spiega – avevo perso le speranze che accadesse". "Per me è un nuovo punto di partenza" ribadisce Nicoletta, che intanto continua le prove di Coppélia, ruolo in cui debutterà a dicembre al Piermarini, "la mia famiglia".
Ballare con Roberto Bolle ha aggiunto fiducia e sicurezza alla super performance di Nicoletta nella parte di Tatiana, donna di passioni ma saggia e matura? "Roberto mi è stato accanto in tanti momenti, belli, speciali, e mi ha dato sicurezza anche stavolta", continua lei. Bolle aveva complottato per un altro evento, rivelato in diretta a una enorme platea: in estate dopo un galà kolossal all’Arena di Verona, aveva proposto a Timofej Andrijashenko, lettone, 29 anni, compagno d’arte e di vita di Nicoletta alla Scala, di chiedere la sua mano, in ginocchio, offrendole l’anello. Commozione generale e social impazziti per questo attimo di verità, e di dolcezza, sotto i riflettori, dopo un Romeo e Giulietta memorabile. "Non ne sapevo nulla", disse Nicoletta in quella occasione, "era una sorpresa, stavo vivendo un sogno". Com’è ballare insieme? Essere una coppia aiuta o complica le cose? A nozze avvenute, con Bolle come testimone, danzare un pas de deux è ancora più facile? "Ballare insieme è comunque sempre un vantaggio. Le discussioni ci sono, ma arricchiscono".
Il 2023 è anche l’anno dell’uscita del primo libro di Nicoletta, La gioia di danzare (Garzanti), una biografia presentato dalla Manni poroprio pochi giorni nel suo teatro di sempre, la sua Scala (lasciata solo per due anni di tirocinio in Germania, utili per volare con le sue ali uscendo dal nido). "La danza è per me una forma di meditazione", ha rivelato, "un gesto che mettendo in contatto il corpo e lo spirito, acuisce la mia percezione del mondo". "Adesso di questo libro dovrò scrivere un nuovo capitolo", ha aggiunto ieri, con un consiglio per le più giovani: "credete nei sogni e inseguiteli. Lavorate duramente. Credeteci e vivete il momento".
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