Sabato 20 Aprile 2024

Godzilla vs. Kong, il film esce in streaming per colpa del Coronavirus?

A quanto pare Netflix ha offerto 200 milioni di dollari, ma Warner Bros. frena: una storia che riassume tutti i problemi del cinema in pandemia

Una scena da 'Kong: Skull Island' - Warner Bros./Legendary Pictures

Una scena da 'Kong: Skull Island' - Warner Bros./Legendary Pictures

Secondo quanto raccontato dal magazine Hollywood Reporter, 'Godzilla vs. Kong' potrebbe essere l'ennesimo blockbuster a uscire in streaming piuttosto che nelle sale cinematografiche: la colpa è sempre della pandemia di Coronavirus, che non garantisce un'affluenza nei cinema sufficiente a rientrare nelle spese di un film ad alto budget. A quanto pare Netflix avrebbe offerto 200 milioni di dollari per i diritti di distribuzione internazionale, ma Warner Bros. avrebbe bloccato l'accordo perché punta a un'uscita su HBO Max, cioè il servizio di streaming che appartiene alla medesima multinazionale da cui dipende Warner Bros. Il problema è che forse non garantisce un'offerta generosa come quella di Netflix, capace presumibilmente di coprire in un colpo solo i costi di produzione.

Godzilla vs. Kong vs. il botteghino rachitico

'Godzilla vs. Kong' è il quarto capitolo del cosiddetto MonsterVerse, dopo 'Godzilla' (2014), 'Kong: Skull Island' (2017) e 'Godzilla: King of the Monsters (2019). Si tratta di pellicole che costano un sacco di soldi, fra i 150 e i 200 milioni l'una solamente per la produzione, cioè senza contare distribuzione e promozione. Dunque occorre che la risposta del pubblico sia notevole e che le sale facciano registrare un box office milionario. E qui iniziano i problemi: mentre i primi due film avevano consentito un margine di guadagno, il terzo non ha incassato in sala i soldi necessari per rientrare delle spese complessive. Le sorti economiche di 'Godzilla vs. Kong', dunque, sono fondamentali per la sopravvivenza del franchise: se va male, rischia di trascinarsi dietro l'intero MonsterVerse.

La pandemia di Coronavirus

La pandemia di Coronavirus è stata la ciliegina sulla torta indigesta, perché ha radicalmente compromesso le possibilità di un botteghino ricco: 'Godzilla vs. Kong' avrebbe dovuto uscire nelle sale di mezzo mondo a novembre 2020, poi è slittato a maggio 2021, ma non è affatto detto che in quel momento potremo davvero tornare ad affollare i cinema senza curarci dei contagi. La scienza medica sta procedendo spedita, i vaccini sono in via di creazione, però devono essere testati, poi approvati dalle autorità competenti e quindi prodotti e distribuiti in decine di milioni di dosi. Maggio 2021 è molto vicino, tutto considerato, forse troppo. Da qui la tentazione di una distribuzione via streaming.

L'offerta di Netflix e l'ipotesi di HBO Max

I duecento milioni messi in campo da Netflix rappresentano un'offerta decisamente allettante, capace di garantire la tenuta economica del MonsterVerse in attesa di tempi migliori. Legendary Pictures, che ha sborsato il 75% del budget, sembra essere più che interessata, ma Warner Bros. (che ha messo sul tavolo il restante 25%) vorrebbe invece puntare sul servizio di streaming "interno", cioè HBO Max. L'idea sarebbe quella di fare come con 'Wonder Woman 1984', che uscirà negli Stati Uniti il 25 dicembre 2020 su HBO Max e contemporaneamente nelle sale statunitensi che saranno aperte in quel momento. Nel caso di 'Godzilla vs. Kong' il problema è duplice. Intanto bisogna capire se HBO Max metterà in campo una cifra simile a quella offerta da Netflix (improbabile) e poi come funzioneranno le cose nei paesi in cui questo servizio di streaming non c'è: come in Italia, dove il canale naturale, per via di accordi precedenti, dovrebbe essere Sky Atlantic. Tra l'altro, da noi 'Wonder Woman 1984' è al memento previsto per metà gennaio 2021, solo in sala.

La tenuta di un modello di business

Insomma, il caso di 'Godzilla vs. Kong' è emblematico dei problemi che le grandi produzioni stanno affrontando e dei calcoli che stanno facendo: all'ordine del giorno non c'è la sorte di un solo film, però. L'incubo costante delle major hollywoodiane è che nessuno può garantire che dopo la pandemia di Coronavirus non ce ne sarà un'altra diversa. Parliamo infatti di virus che migrano dagli animali, dove sono innocui, all'essere umano, dove invece fanno danni. E la riduzione degli habitat naturali sta rendendo più probabile questo tipo di passaggio fra specie (ciò che gli scienziato chiamano spillover). In queste condizioni di incertezza è sempre più difficile mettere in campo piani di produzione milionari e pluriennali: e se fosse necessario abbandonare questo modello di business, quello per esempio che ci ha dato i film dei supereroi Marvel o quelli di 'Star Wars'? Cosa resterebbe, tenendo conto che la produzione a medio budget di un tempo è ormai migrata quasi tutta sulle serie TV e non è più prodotta per le sale? Leggi anche: - Mosul, il film Netflix: la guerra degli iracheni contro l'ISIS - 'Uncle Frank', il film di Amazon Prime Video con Paul Bettany - 'Baby Boss 2', il trailer del film d'animazione che esce nel 2021

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