Giovedì 9 Maggio 2024
CARLA MARIA
Magazine

Domingo fa 4.100: "Io, il leone della lirica"

Con il nuovo Doge dei “Due Foscari“ del Maggio record di recite. "Sono un animale da palcoscenico. Solo qui mi trovo subito a mio agio"

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di Carla Maria

Casanova

Oggi Placido Domingo di ruoli ne ha in repertorio oltre 150. Domenica sera sarà sul palcoscenico del Maggio Fiorentino alla recita 4.100, ne I due Foscari di Verdi, nei panni di Fiesco, ultimo suo grande personaggio, già interpretato oltre una trentina di volte.

Domingo: che effetto le fa questo ritorno in scena?

"Fiesco Francesco, il Doge, è il ruolo giusto per la mia maturità; quello del figlio Jacopo è stato messo oramai da parte. Il Doge era ottuagenario, come me: 81 anni. Si conclude la parabola della mia carriera, iniziata a Città del Messico nel 1959 nei panni del duca di Mantova: allora avevo 18 anni, l’età giusta per quello scapestrato Gualtier Maldé".

Ottantun anni in splendida forma. Però anche lei ha avuto le sue batoste: il Covid, superato alla grande, e prima del Covid l’asportazione di un tumore al colon...

"Sì. E dico a tutti: fate esami di controllo non appena c’è qualcosa che non va. Se preso subito non è niente, guardate me".

A parte la oceanica popolarità dei famosi “Concerti dei tre tenori” – Pavarotti, Domingo, Carreras – sono molte, nella carriera di Domingo, le date entrate nella leggenda, a partire da quella del debutto al Metropolitan, avvenuto per caso, nel 1968, in una replica di Adriana Lecouvreur di Cilea sostituendo Franco Corelli che si era ammalatosi. Protagonista Renata Tebaldi, indiscussa primadonna del Met.

È in corso al Maggio il Convegno per il centenario della della Tebaldi. Un suo ricordo?

"Tanti e indimenticabili. Pensare a lei mi emoziona sempre molto. Ho cantato con lei per la prima volta nel 1966. Avevo solo 25 anni ed ero il suo Rodolfo in una Bohème a Boston. Cantare con lei è stato un privilegio. Non posso dimenticare i consigli che mi diede proprio quella prima volta: io ero nervoso, lei era un mito, ma con me si - che ero solo un ragazzo - si rapportò come se fossi un suo pari, anzi mi rassicurò come una madre. Un grande insegnamento e un privilegio. Una diva e al tempo stesso una donna dolce e generosa. Una gloria per l’Italia nel mondo e una ricchezza per l’opera lirica di tutti i tempi".

Domingo, torniamo anche al suo debutto italiano...

"Quando arrivai a Verona, nell’estate del 1969, non avevo neanche trent’anni. Mi trasferii con moglie e due figli piccoli. Era la mia prima volta in Italia, e avrei cantato all’Arena come Calaf (di Turandot) accanto a Birgit Nilsson! Troppe cose per una sola volta. Ma andò bene".

Talmente bene che il 7 dicembre dello stesso anno era già alla Scala, protagonista di Ernani. Lei aveva certamente vinto molti concorsi, prima…

"Mai fatto un concorso. Li avrei persi tutti. Io sono un animale di palcoscenico, dove mi trovo subito a mio agio. Le ansie “a freddo” di un concorso? Mai".

Questo però non le ha impedito di indire un Concorso suo, Operalia, che ha rivelato molte nuove voci..

"Sì, ammiro molto questi ragazzi preparatissimi che affrontano simili prove. Sono bravi. Una carriera di cantante lirico esige sangue freddo e nervi saldi. Io sono stato fortunato, perché sono nato praticamente in palcoscenico, con i miei due genitori cantanti di zarzuela. Ho incominciato dirigendo loro, a 15 anni". Adesso, imparare ruoli nuovi, le chiede fatica?

"Magari il testo… la memoria non è più la stessa. Occorre studiare di più".

A Firenze, si ricorderà il “lapsus” di Domingo in una recita di Traviata l’anno scorso (nei panni di papà Germont). Nell’intervallo il sovrintendente Pereira annunciò un malore del cantante. Fu un innocente vuoto di memoria. Più insidioso il polverone suscitato nel 2019 dalle denunce di molestie nei riguardi del tenore, accuse che nell’America del pieno #MeToo – Domingo era direttore plenipotenziario all’Opera di Los Angeles – vennero prese molto sul serio.

Le prove documentali delle molestie non sono però state mostrate. Come visse allo scoppiare dello scandalo?

"Non osavo più uscire di casa. Mi sembrava di essere un appestato e non capivo perché". In Italia Domingo è stato – anche allora – accolto senza una piega, e di questo lui è molto grato. Prossimo impegno italiano di Placido dopo il Maggio: il gala Verdi Night all’Arena, 25 agosto.

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