Lunedì 29 Aprile 2024

Steven Spielberg contro le piattaforme di streaming

Preferisce di gran lunga la visione in sala ("è tonificante") e critica aspramente la politica di HBO Max ("ha pugnalato alle spalle" i colleghi registi)

Steven Spielberg

Steven Spielberg

Giunto all'età di 75 anni, Steven Spielberg è considerato uno straordinario narratore per immagini e uno dei più grandi registi della storia del cinema: per questo il suo parere conta. E recentemente ha detto la sua sulle piattaforme di streaming, affermando che non gli piacciono e criticando il comportamento di Warner Bros. e HBO Max.

Partiamo dal secondo punto. Nel corso di una lunga intervista concessa al New York Times, Spielberg ha detto che la pandemia di Coronavirus ha rappresentato, per le piattaforme streaming, "l'occasione di far crescere i propri abbonamenti a livelli record". Questo ha però significato che l'uscita in sala di film pensati per il grande schermo è stata eliminata, oppure che è avvenuta in contemporanea su un servizio di contenuti in streaming.

Citando esplicitamente il caso di Warner Bros., che ne ha approfittato per aumentare le sottoscrizioni a HBO Max, Spielberg ha affermato che la volontà di sostenere lo streaming è andata di pari passo con il fatto che "alcuni dei miei migliori amici filmmaker sono stati pugnalati alle spalle: senza troppe cerimonie, i loro film non sono usciti al cinema e sono stati relegati alla piattaforma". Una posizione, quella di Steven Spielberg, che ricorda quella di Christopher Nolan, molto infastidito da ciò che stava accadendo a fine 2020.

Per approfondire: Cosa sta succedendo fra Christopher Nolan e Warner Bros.

Quando poi il ricorso allo streaming è diventato la norma, si è creato "un cambio di abitudini. Peso che gli spettatori più anziani abbiano tirato un sospiro di sollievo, di fronte all'opportunità di non dover prendere posto camminando sopra popcorn appiccicosi. Ma io sono profondamente convinto che per quegli stessi spettatori, una volta entrati in una sala cinematografica, il fatto di essere in un contesto sociale insieme a un gruppo di estranei sia un'esperienza tonificante".

Ovviamente, deve valerne la pena: Spielberg ritiene che sia importante avere la sensazione che il viaggio verso la sala sia stato ripagato dalla visione. Che insomma il film sia di un certo livello e "spinga gli spettatori a dirselo una volta che si accendono le luci".

Ulteriore considerazione: Spielberg ritiene che alcuni film abbiano un messaggio talmente significativo che è importante possano raggiungere il maggior numero di persone possibile. Fa l'esempio del suo 'The Post', che racconta la pubblicazione a mezzo stampa dei cosiddetti Pentagon Papers, cioè i documenti segreti che dettagliavano le strategie e i rapporti del governo statunitense con quello del Vietnam, dal 1945 al 1967.

"Se stessi lavorando su quella sceneggiatura ora, dopo la pandemia", ha detto Spielberg, "non so dire se preferirei fare uscire 'The Post' su Apple TV+ oppure Netflix e raggiungere in questo modo milioni di persone. Perché se un film ha qualcosa da dire a milioni di persone, oggi il richiamo esercitato dalle sale cinematografiche non sarebbe in grado di essere così d'impatto". Dunque Spielberg non chiude completamente le porte alle piattaforme. Ma se mai vorrà percorrere quella strada, è sicuro che lo farà in base alle proprie esigenze e ai propri convincimenti.

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