Venerdì 19 Aprile 2024

Cosa sta succedendo fra Christopher Nolan e Warner Bros.

Impazza la polemica sulla distribuzione in streaming dei film previsti in uscita nel 2021 e sull'impatto del Coronavirus. C'è chi minaccia cause legali

Christopher Nolan

Christopher Nolan

La difficile discussione sullo stato del cinema ai tempi della pandemia di Coronavirus si sta rapidamente trasformando in una gazzarra che potrebbe avere strascichi legali: tutto ruota attorno alla decisione di Warner Bros. di distribuire il suo intero catalogo di film del 2021 nelle sale e contemporaneamente sul servizio di streaming HBO Max, una mossa che sta scontentando parecchie persone e su tutte il regista e sceneggiatore Christopher Nolan. Per capire il tenore della discussione basta leggere la dichiarazione che quest'ultimo ha fatto all'Hollywood Reporter: "Alcuni dei più importanti filmmaker e delle più importanti star si sono addormentate pensando di stare lavorando per il più importante studio di produzione e si sono svegliate che stavano lavorando per il peggiore servizio di streaming". C'è anche chi ipotizza di fare causa a Warner, ma di questo parleremo alla fine del pezzo, perché prima bisogna spiegare esattamente di cosa stiamo parlando.

I film di Warner Bros. in streaming

All'inizio di dicembre Warner Bros. ha annunciato che i suoi diciassette film previsti in uscita nel 2021 sarebbero stati distribuiti nelle sale e contemporaneamente su HBO Max. Parliamo anche di titoli di forte richiamo, come ad esempio 'Dune', 'The Matrix 4' e il nuovo 'Suicide Squad' di James Gunn. Il piano riguarda solamente il mercato statunitense e, per esempio, non è chiaro cosa succederà in Italia: di solito, ciò che è legato a HBO da noi finisce su Sky, ma non è detto che valga anche in questo caso. Warner Bros. ha commentato la propria decisione sostenendo che si tratta di una mossa inevitabile perché molte sale cinematografiche continueranno a restare chiuse, nei prossimi dodici mesi, oppure potranno accogliere un numero ridotto di spettatori paganti. I detrattori sostengono però che in questo modo si scaricano i rischi d'impresa sugli esercenti e che si approfitta della situazione per rendere appetibile HBO Max: la piattaforma di streaming, che appartiene alla medesima multinazionale di cui fa parte Warner Bros., non è stata baciata dal successo. Al momento, negli Stati Uniti si contano meno di nove milioni di abbonati e solo una parte di coloro che già pagano per vedere HBO ha attivato l'opzione streaming, nonostante per loro sia gratuita. Per molti osservatori, è legittimo parlare di un flop.

L'attacco di Christopher Nolan

Proprio partendo da quest'ultima constatazione, Christopher Nolan accusa Warner Bros. di volere utilizzare i film del proprio catalogo come articoli civetta, cioè andando coscientemente in perdita allo scopo di stimolare altre vendite che si ipotizzano più redditizie. Nel corso di un intervista concessa al magazine E!, Nolan ha detto di essere rimasto "incredulo" quando ha appreso la notizia e "che è particolarmente controversa perché [Warner Bros.] non ne ha parlato con nessuno. Hanno alcuni dei più importanti cineasti al mondo e alcune delle stelle più luminose che per anni hanno lavorato per loro, in alcuni casi a progetti molto sentiti e che sono stati pensati per il grande schermo... e ora sono utilizzati come articoli civetta per il servizio di streaming, e senza essere stati consultati". E ancora: "Non è così che si trattano persone che hanno dato così tanto per realizzare i propri progetti". Voci di corridoio dicono che anche Denis Villeneuve, regista di 'Dune', è parecchio scontento. Parlando con l'Hollywood Reporter ed entrando più nello specifico della questione commerciale, Nolan ha aggiunto che la decisione di uscire contemporaneamente in sala e in streaming "non ha senso dal punto di vista economico e anche il più inesperto degli investitori di Wall Street potrebbe spiegare loro la differenza che passa fra un'interruzione momentanea e una disfunzione sistemica", cioè fra una contingenza temporanea, legata al Coronavirus, e un cambiamento duraturo del mercato. Dal canto suo John Stankey, amministratore delegato di AT&T, che possiede Warner Bros. e HBO Max, ha detto: "So che abbiamo scatenato un polverone e che ci sono persone con differenti punti di vista. Ogni volta che cambi un modello si crea sempre un certo polverone". Ma, chiosa, alla fine si tratta di dare ai clienti "una possibilità di scegliere" e che ciò che accadrà sul lungo periodo sarà "determinato da quello che i consumatori desiderano fare". Nel frattempo, però, Legendary Pictures, che ha coprodotto 'Dune' e 'Godzilla vs Kong', sta minacciando di fare causa a Warner Bros. e nel contempo sta cercando di rinegoziare il contratto attualmente in essere in modo che tenga conto delle potenziali perdite che l'uscita in streaming potrebbe causare agli incassi prodotti dalle sale (Legendary guadagna su questi ultimi, non su HBO Max).

 

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