Venerdì 26 Aprile 2024

Ceccherini: “Parlo al mio cane Lucio. Mia moglie non dorme con me perché devo dormire con lui”

Le parole del comico ospite alla trasmissione Tv di Francesca Fialdini

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"Non esco mai di casa, sono sempre in pigiama e non ce la faccio a stare in televisione, perché mi sento solo. Soprattutto mi manca il mio cane Lucio, il mio bambino, che ho dovuto abbandonare per venire in studio". Lo ha raccontato domenica Massimo Ceccherini, ospite di Francesca Fialdini a "Da noi... a ruota libera" su Raiuno.

Parlando del rapporto con il proprio cane, l'attore ha aggiunto: "Come si parla ai bambini, io parlo a Lucio e passo tutto il giorno così. Lui è tutta la mia vita. Sono riuscito a tenere legati i demoni che avevo dentro, proprio grazie a mia moglie e a Lucio, che batte qualsiasi amore e questo lo sa anche mia moglie. Da quando c'è lui, mia moglie non dorme più con me, perché io devo dormire con lui. Quando stavo per essere riagguantato dal demone, Lucio mi dava dei segnali, cominciava a spaventarsi e io per non farlo soffrire non ricadevo nel baratro. Sono i cani che proteggono noi, sono i nostri angeli custodi. Penso che questa fase della mia vita sia la più bella, senza rinnegare le altre, perché non avevo mai avuto un rapporto con degli animali prima d'ora".

Indomabile spirito anarchico, l'attore fiorentino 57enne lanciato dalle commedie di Leonardo Pieraccioni, destinato a una carriera di culto grazie alla sua autentica quanto feroce follia comica, ha attraversato in carriera alti e bassi, dai film da lui interpretati e diretti ("Faccia di Picasso", "Lucignolo", "La mia vita a stelle e strisce") all'esperienza della co-conduzione del Festival di Sanremo 2001 al fianco di Raffaella Carrà finché, concorrente del reality "L'isola dei famosi" 2006 - allora in onda su Raidue - fini squalificato tra mille polemiche per aver bestemmiato in diretta.

Recentemente, Matteo Garrone l'ha voluto nel suo "Pinocchio" (nel ruolo della Volpe), ma è nel "Colibrì di Francesca Archibugi, il film tratto lo scorso anno dal best-seller di Sandro Veronesi, che è tornato a dare sul grande schermo una grande prova drammatica, sempre però sul filo di un'amara autoironia.

In tv con la Fialdini Ceccherini ha parlato anche del suo passato tormentato: "Dio è arrivato, mi ha toccato e all'improvviso ho cominciato a fare una serie di incontri che mi hanno salvato. Matteo Garrone lo conosco da molti anni ed è tra quelli che mi è sempre stato vicino e stato la mia fatina. Chi mi ha abbandonato in passato ha fatto bene perché la colpa era mia. Nel caso specifico di Garrone, fa sempre parte di quegli incontri che mi sono arrivati dopo aver pregato per un aiuto".

Nei giorni scorsi Ceccherini è tornato alla ribalta grazie a un'intervista sul "Corriere della Sera" in cui si è confessato a cuore aperto. Del rapporto con Leonardo Pieraccioni ha raccontato: "Facevo cabaret da giovanissimo con Alessandro Paci. Leo mi chiamò per un filmino amatoriale, io ero il santone che pregava in mezzo a un campo arato, lui mi guardava e ridevamo sotto un sole che picchiava. Rifacemmo quella scena trenta volte, presi l'insolazione. E' sempre andata così. Mi richiamò per 'I laureati', per andare al provino non avevo nemmeno i soldi per il taxi, me li diede mio padre. Poi arrivò 'Il ciclone', nessuno di noi immaginava che successo sarebbe stato. C'erano le ballerine protagoniste, ma io ero fidanzato e non potei fare niente". E della famosa bestemmia tv ha detto: "Mi vergognai, ne dissi una non cento. Con me si amplifica e amplifica. Nessuno per strada mi ha detto che avevo fatto schifo. E' una cosa nella natura dei toscani. Sai chi mi confortò? Roberto Benigni. Mi disse che con la bestemmia ero più vicino a Dio. Mica ce l'hai con l'Onnipotente. Dio non lo pigli in giro, lui lo sa che lo ami ugualmente".

Al "Corriere" ha parlato anche dei problemi con l'alcol: "Quando mi ubriacavo era impossibile tenermi. Mia moglie mi picchiava e fermava la bestia dentro di me. Picchia oggi picchia domani, il colpo di fulmine lo ebbi una notte. Ora ha cambiato lavoro all’ospedale di Prato, ma all’epoca la vedevo al mattino che si preparava indossando la divisa, dietro c’era scritto misericordia. E mi sono detto: Dio è arrivato. Ho avvertito la sua presenza. Devi essere pronto ad agguantare l’aiuto. Sono passati otto anni. Dalla bestia non si guarisce, però riesco a tenerla legata. Ho bisogno quasi sempre della presenza di Elena". E del cane Lucio.

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