Venerdì 26 Aprile 2024

I templi dell'antica Grecia avevano le rampe di accesso per i disabili

Secondo un nuovo studio alcuni santuari erano dotati di soluzioni architettoniche pensate per le persone con difficoltà motorie

Il tempio di Asclepio a Epidauro era frequentato da molte persone con difficoltà motorie

Il tempio di Asclepio a Epidauro era frequentato da molte persone con difficoltà motorie

Le rampe per favorire l'accesso dei disabili agli edifici non sono un'invenzione moderna: secondo un nuovo studio, erano presenti già nei templi dell'antica Grecia, oltre 2300 anni fa. I Greci sarebbero quindi la prima civiltà della storia di cui si abbia notizia a mettere in pratica accorgimenti architettonici per le persone con difficoltà motorie. L'ipotesi è stata avanzata da Debby Sneed, un'archeologa della California State University, che ha analizzato numerosi resoconti di scavi e ha visitato di persona decine di templi, concentrandosi in particolare su quelli del IV secolo avanti Cristo, quando fiorì la costruzione di luoghi sacri intitolati ad Asclepio, dio della medicina. Dal confronto fra il numero e la disposizione delle rampe di pietra dei vari templi è emerso uno schema ricorrente: pur con qualche eccezione, nei santuari dedicati alla guarigione erano molto più frequenti rispetto agli altri. Per esempio, se al santuario di Zeus ad Olimpia erano presenti solo due rampe, il tempio di Asclepio a Epidauro ne contava almeno undici, che fornivano accesso tanto agli edifici principali quanto ad alcune strutture minori. L'esistenza delle rampe nei templi greci è ben nota agli archeologi, ma non è un argomento a cui venga riservata attenzione particolare, tanto che in alcune piantine non sono nemmeno riportati. La loro funzione di solito viene associata all'esigenza di spostare animali sacrificali, offerte votive e materiali da costruzione dentro e fuori dal tempio, ma se questa fosse l'unica spiegazione, allora le rampe dovrebbero essere diffuse in egual misura in tutti i santuari; senza contare ad esempio che gli animali venivano di solito sacrificati su altari posti all'esterno. Secondo Sneed la disparità nel numero di rampe fisse suggerisce che, nei templi frequentati da malati, infermi, disabili e anziani, la loro adozione fosse una scelta precisa e consapevole. "Pur senza una struttura di diritti civili come quella che intendiamo oggi", spiega la ricercatrice nel suo studio, "i costruttori mettevano in atto soluzioni architettoniche per permettere alle persone con difficoltà motorie di accedere agli spazi di questi siti". Leggi anche: - Mistero risolto (forse). Ecco cosa ha causato la fine di una grande città Maya - I 10 luoghi abbandonati dall'uomo e riconquistati dalla natura - Come sarebbero oggi le sette meraviglie del mondo

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