Domenica 12 Gennaio 2025
NICOLA PALMA
Magazine

Anna Netrebko trionfa alla Scala di Milano nonostante le contestazioni

Il soprano Anna Netrebko conquista il pubblico della Scala di Milano con 'Forza del destino', nonostante i buu.

Il soprano Anna Netrebko conquista il pubblico della Scala di Milano con 'Forza del destino', nonostante i buu.

Il soprano Anna Netrebko conquista il pubblico della Scala di Milano con 'Forza del destino', nonostante i buu.

"Ok". Sabato sera Anna Netrebko ha risposto così a chi le ha dato appuntamento al prossimo 7 dicembre. Sì, sarà il soprano nativo di Krasnodar a vestire i panni della protagonista anche nel 2025 – eguagliando a quota otto il numero di Prime in carriera di Maria Callas – nel titolo Lady Macbeth del Distretto di Mcensk di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič. A proposito di mostri sacri della cultura russa, verrebbe da aggiungere di questi tempi. Un legame fortissimo con la Scala e con il suo pubblico, per nulla scalfito (almeno così sembra) dai buu che hanno sporcato la serata di sostanziale trionfo di Netrebko-Leonora nella Forza del destino (che interpreterà pure domani e in altre quattro repliche fino al 22).

La diretta interessata, da sempre osannata dagli spettatori milanesi, si è fatta scivolare addosso i pochi ululati che hanno provato a coprire i tantissimi applausi: "Non c’erano buu dopo le mie arie", l’alzata di spalle per archiviare rapidamente una mini-contestazione finale parsa talmente slegata dalla performance artistica da rendere superflua la domanda sui motivi che l’hanno generata (le presunte simpatie putiniane o i soliti paralleli con le grandi interpreti del passato, le due possibili risposte). "Si può sempre migliorare, ma, per essere stata la prima serata in cui tutti eravamo nervosi, penso sia andata molto bene – il bilancio della serata della superstar della lirica –. Ero emozionata e nervosa perché ci siamo preparati con grande serietà in questa bella opera. Ora possiamo rilassarci perché è stato un successo per tutti noi, per la produzione e il maestro. Sono molto contenta". Infine, una carezza al Piermarini, che l’ha eletta ad artista di riferimento: "Questo teatro è speciale per noi, per tutti i musicisti e i cantanti ed è un grande onore esibirsi qui ogni volta, non solo il 7 dicembre. Ogni esibizione qui è importante".

Dal canto suo, il sovrintendente francese Dominique Meyer è stato molto meno diplomatico, prendendo una posizione simile a quelle dei predecessori Stéphane Lissner e Alexander Pereira in situazioni del tutto analoghe. Già a caldo, a sipario appena chiuso, ha difeso Netrebko, attribuendo subito i buu alle sue origini cosacche e definendoli "ridicoli e ingiusti". Un concetto ribadito ancor più esplicitamente ieri mattina: "Questo modo di cercare di essere protagonisti prendendo in ostaggio uno spettacolo non mi piace. Per protestare, tribune ce ne sono tante, non vedo perché la Prima della Scala deve essere usata per questi motivi. Questa è la prima di un’intera stagione con molti progetti belli e che tutto possa sparire dietro la volontà di protagonismo di qualcuno mi dà fastidio". Da lì il discorso si è allargato all’evento di Sant’Ambrogio in sé, che per Meyer, non è un mistero, viene sempre caricato troppo di orpelli che poco hanno a che vedere con l’opera: "Questo è un evento culturale, e questo dovrebbe essere considerato prima di tutto, mentre a volte questo aspetto viene messo in secondo piano. Si discute sulla presenza o meno del Capo dello Stato o del governo. Sono felice quando vengono, ma la cosa più importante è l’apertura della Scala, il momento in cui la Scala parla al mondo e dice che la sua lunga storia va avanti".

Quella di Meyer al Piermarini andrà avanti solo per pochi mesi, visto che a febbraio, alla scadenza del mandato iniziato nel 2020 in piena pandemia, passerà il testimone a Fortunato Ortombina, in uscita dalla Fenice di Venezia. L’alsaziano, che diventerà a tempo pieno direttore esecutivo dell’Orchestre de chambre di Losanna, lascia sì con un po’ di rammarico per il mancato rinnovo, ma con la consapevolezza di aver "lavorato come un pazzo e con passione" e di aver profondamente cambiato il tempio della lirica nei cinque anni in via Filodrammatici.

Un’esperienza che si è chiusa idealmente con il successo della Forza del destino, che ha incassato dodici minuti di consensi all’applausometro (uno in meno del Don Carlo di dodici mesi fa) e 2,582 milioni di euro al botteghino. Buoni anche i risultati della diretta di Rai Cultura su Raiuno: tra le 18 e le 22, lo spettacolo diretto dal maestro Riccardo Chailly e allestito dal regista Leo Muscato ha totalizzato uno share del 10,2% e 1,6 milioni di telespettatori. Numeri superiori a quelli del Don Carlo 2023 (8,4% e 1,4 milioni), pur se distanti dal record di Tosca del 2019 con i suoi 2,8 milioni di melomani del piccolo schermo.