Roma, 9 novembre 2024 – "Rimango dell’opinione che si dovrebbero pubblicare canzoni quando si hanno cose da dire" ammette Amedeo Minghi prendendo di petto gli otto anni di che separano il nuovissimo album Anima sbiadita dal predecessore La bussola e il cuore. "Oggi le pubblicazioni devono essere mirate e di gran qualità. L’artista deve esprimersi quando sente il bisogno di farlo. Quindi l’attesa, per quanto mi riguarda, è stata ponderata; al netto, naturalmente, della pandemia che ha allungato i tempi di tutti. Succede pure nel campo nel cinema, dove i registi prima giravano un film all’anno mentre ora no. Il mio è un mestiere che produce ricordi, la gente desidera tenersi accanto qualcosa che resta".
Nella stessa Anima sbiadita dice di non credere più a niente. Perché?
"L’umanità è in sofferenza, per le guerre, le divisioni, le disparità sociali, il perpetuato oltraggio all’ecosistema di cui patiamo le conseguenze in maniera sempre più devastante. Questo porta a una delusione verso l’umanità e a una disillusione generalizzata".
Solitudini alla Márquez.
"Qualche giorno fa ho fatto in treno la tratta Milano-Roma con accanto una famiglia di quattro persone rimaste incollate per tutto il viaggio allo schermo del proprio telefonino senza proferire parola. È in crisi l’umanità. Queste solitudini, siamo noi".
Cosa c’è nel suo futuro?
"Da nonno, sento la responsabilità di dire nelle mie canzoni tutta la verità per aprire gli occhi a ragazzi ingannati praticamente su tutto da società, scuola, politica, media. E in questa circostanza lo faccio con un concept album".
L’amore è un’illusione "perché fa cantare quello che non c’è", dice un’altra canzone.
"Vero. L’amore è come l’aria, volatile; puoi anche evitare di mangiare, ma non di respirare".
Il brano L’importante è lei (maledetta) si scaglia contro la guerra.
"Affronto il tema fin dai tempi di 1950. La guerra rimane il più grande business del pianeta, a cui nessuno rinuncerà mai. Lo diceva, con le mie canzoni, la favola raccontata dalla serie tv di Lamberto Bava Fantaghirò in cui ci si combatteva senza ricordarsi il perché".
Giovedì prossimo parte dal Teatro Mancinelli di Orvieto il tour, atteso pure a Montecatini il 12 dicembre, Bologna il 17 gennaio e Legnano il 18.
"In quanto concept album, Anima sbiadita si porta dietro un racconto che, una volta partito, non lo puoi fermare. 11 canzoni (alcune scritte con Andrea Montemurro – ndr) che entrano una nell’altra. Ecco perché lo proporrò per intero nel primo tempo, radunando i classici del mio repertorio nel secondo e nel bis. Tutto accompagnato, tra un momento musicale e l’altro, dai miei racconti".
Zucchero dice di amare Donne tranne che per quel “tu du du” e lei qualche remora verso il “trottolino amoroso / dududù dadadà” di Vattene amore ce l’ha?
"Al dispetto della percezione generale, la considero una canzone di contenuti; se letto con attenzione, infatti, il testo di Vattene amore ha un suo pensiero filosofico. E quel “non più andrai“ cita Mozart (“non più andrai farfallone amoroso“, Le nozze di Figaro – ndr). Ormai, però, è un pezzo più del pubblico che mio".
Progetti?
"Per il 2025 c’è in animo un’avventura da condividere su e giù dal palco con Pasquale Panella, con cui ho già lavorato molto anche in passato. C’è poi l’idea di un musical da concepire su alcune canzoni nuove e altre attinte dal vasto repertorio creato a suo tempo per Fantaghirò".