Giovedì 25 Aprile 2024

Taiwan, chip e rotte commerciali. Cosa succede se scoppia la guerra con la Cina

Nancy Pelosi nella sua breve visita sull'isola ha voluto incontrare anche il presidente della Tsmc, la più grande fabbrica al mondo di circuiti integrati

Taiwan, una donna guarda il cellulare. Alle sue spalle un missile cinese su un maxischermo

Taiwan, una donna guarda il cellulare. Alle sue spalle un missile cinese su un maxischermo

Taiwan, 4 agosto 2022 - Mark Liu è l’illustre sconosciuto più potente al mondo. L’America e Nancy Pelosi lo sanno molto bene. Non a caso la speaker della Camera nella sua visita mordi e fuggi a Taiwan (circa 24 ore tutto compreso) ha comunque trovato il tempo per sedersi comodamente attorno a un tavolo con il presidente della Tsmc, l’azienda numero uno al mondo nella produzione di chip, i circuiti al silicio che fanno funzionare i nostri smartphone, automobili, lavartici e computer.

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L'incontro

Quell’incontro è stato un segnale chiaro anche per Pechino. La Cina – prima o poi – vorrà riprendersi Taiwan. Lo ha sempre detto. Quando e come restano le due domande a cui i servizi di intelligence occidentali stanno tentando di rispondere. Ma se l’offensiva dell’esercito popolare resta un’incognita, l’importanza di Taiwan nel mondo tecnologico è una certezza. Taipei produce oltre il 90% dei semiconduttori più avanzati al mondo, con esportazioni di 118 miliardi di dollari solo nel 2021. E la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co, che da sola controlla il 50% del mercato globale dei chip, è il cuore pulsante di questo sistema. Tra i suoi clienti ci sono i colossi americani Arm, Amd, Apple (che da sola contribuisce a un quarto del fatturato di Tmsc) e Nvidia.

Lo scenario peggiore

Se la Cina decidesse di invadere Taiwan le conseguenze per il settore tecnologico sarebbero devastanti. Ricordate le consegne dai tempi infiniti che molti di noi hanno sperimentato durante il Covid? Chi ha comprato un’auto in questi anni (comunque già segnati dalla crisi dei semiconduttori) ha dovuto aspettare un’eternità prima di metterla in moto. E la Playstation 5? Più introvabile del Tavernello in un ristorante pluristellato. Beh, quei ritardi e quelle attese, se Pechino dovesse attaccare, potrebbero trasformarsi in tempi rapidissimi. Una sorta di Età dell’oro delle consegne.

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L'impatto

Ma quel che è peggio è che il progresso tecnologico potrebbe subire uno stop brutale. In una rara intervista concessa alla Cnn, Mark Liu ha spiegato perché un’invasione di Taiwan metterebbe in ginocchio le economie globali. “La fabbrica della Tsmc smetterebbe di fatto di operare. Strutture sofisticate come la nostra dipendono per materiali, componenti chimiche e software da connessioni in tempo reale con Europa, Giappone e Stati Uniti”. Per i funzionari di Taiwan una guerra con il Dragone avrebbe sul pianeta un impatto molto più profondo rispetto all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. "L'interruzione delle catene di approvvigionamento internazionali, l'interruzione dell'ordine economico internazionale e la possibilità di crescere sarebbero molto, molto più significative – ha confessato John Deng, il negoziatore numero uno di Taipei, alla Reuters – rispetto a quanto successo con l’Ucraina. Ci sarebbe una carenza di approvvigionamento in tutto il mondo".

Le rotte marine

In caso di conflitto, le rotte marittime (che sono tra le più trafficate al mondo) non sarebbero più sicure da utilizzare superare. “Nei primi sette mesi dell'anno, poco meno della metà delle 5.400 navi portacontainer del mondo – spiega Chris Morris di Fast Company - ha utilizzato lo Stretto di Taiwan, trasportando non solo semiconduttori e telefoni cellulari, ma anche vestiti ed elettrodomestici. Circa l'88% delle navi portacontainer più grandi utilizza questo mare”. L’incontro tra Pelosi e Liu ha fatto capire chiaramente da che parte ha deciso di stare la Tsmc. Una decisione supportata anche dai dati economici: il mercato cinese è passato dal rappresentare il 20% dei ricavi dell’azienda al 10% negli ultimi due anni.

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