Pelosi a Taiwan: "Gli Usa sono con voi". La speaker riparte, ma Mosca attacca Washington

La presidente della Camera ha incontrato la presidente Tsai Ing-wen. Giappone preoccupato per le manovre militari di Pechino, che violerebbero le regole Onu. Peskov: "Pura provocazione"

Taipei, 3 agosto 2022 - L'arrivo a Taiwan di Nancy Pelosi, presidente della Camera e terza carica istituzionale più importante degli Stati Uniti, sembra aver rotto un tabù. Sono passati 25 anni dall'ultima volta in cui uno speaker americano sbarcò sull'isola: l'ultimo fu Newt Gingrich nel 1997. In ogni caso, Pelosi ha di fatto completato la sua visita, secondo i media dell'isola ed è partita dall'aeroporto di Songsan di Taipei. Ora la sua nuova tappa è Seul, in Corea del Sud, dove però non incontrerà il presidente sud-coreano, Yoon Suk-yeol, che si trova in vacanza.

Pechino, che considera Taiwan il suo 'cortile di casa', non ha visto affatto bene questa mossa degli Usa, che avrà come risultato "serie contromisure" cinesi ai danni di Washington. Ad assicurarlo, in un'intervista a Tass, è Fu Cong, direttore del dipartimento di controllo degli armamenti del ministero degli Esteri cinese: "Queste azioni statunitensi porteranno a gravi conseguenze negative. Verranno prese serie contromisure ai danni degli Stati Uniti", ha affermato il diplomatico, "nessuno dovrebbe farsi illusioni su questo". Fu ha definito la situazione "molto grave", in quanto riguarda la sovranità e l'integrità territoriale della Cina. Infatti, all'arrivo della speaker a Taipei nella serata di ieri (pomeriggio in Italia), Pechino ha avviato esercitazioni di artiglieria in sei aree attorno a Taiwan e dovrebbero durare quattro giorni. Violano, per questo, il territorio dell'isola e costituiscono un blocco del suo spazio marittimo e aereo, ha dichiarato il ministero della Difesa taiwanese.

Eppure, Fu ha anche detto che nell'attuale scenario internazionale non c'è alcuna crisi che possa sfociare in un conflitto nucleare. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, invece, ha dichiarato che "È una vera e propria farsa. Gli Stati Uniti stanno violando la sovranità della Cina con il pretesto della cosiddetta 'democrazia'... chi offende la Cina sarà punito".

La presidente della Camera americana Pelosi, per tutta risposta ha detto: "Veniamo in amicizia a Taiwan, veniamo in pace nella regione". Pelosi è stata ricevuta, una volta atterrata sull'isola ieri (ore 22.45 ora locale, 16.45 in Italia) dal vicepresidente Tsai Chi-Chang, che ha ringraziato per l'accoglienza rimarcando l'importanza dei legami tra Washington e Taipei, anche alla luce del CHIPS Act, che offrirà sussidi per oltre 52 miliardi di dollari per la produzione di chip.

Nancy Pelosi all'aeroporto Songshan di Taipei, in partenza per Seul (Ansa)

 

L'incontro della speaker con la presidente di Taiwan

La speaker della Camera americana Nancy Pelosi ha incontrato la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen. Gli Stati Uniti "non abbandoneranno il proprio impegno nei confronti di Taiwan", ha assicurato Pelosi durante l'incontro a Taipei con la presidente Tsai Ing-wen, dopo aver ricevuto un'onorificenza per gli sforzi profusi nella collaborazione tra Washington e Taipei. Tsai, da parte sua, si è detta grata per la visita della delegazione americana e ha detto di ritenere Pelosi "una autentica amica" di Taiwan, rimarcando che l'isola "è un partner affidabile degli Usa" e che "nessuna minaccia militare ci potrebbe far arretrare". Pelosi ha anche elogiato Tsai per il suo ruolo di leadership. La determinazione di Washington nel preservare la democrazia a Taiwan e nel resto del mondo è "ferrea" e Taiwan ha creato una "democrazia prospera" nonostante un "crogiolo di sfide", ha detto Pelosi.

Tsai ha confermato che non si tireranno indietro di fronte alle minacce di Pechino e "continueremo a difendere la democrazia". 

Esercitazioni militari violano regole Onu

Il ministero della Difesa di Taiwan ha condannato le esercitazioni militari su vasta scala intorno all'isola annunciate da Pechino come ritorsione per la visita di Pelosi, perché in violazione delle regole Onu, come la violazione delle acque territoriali. "Alcune delle aree tracciate dalle manovre finiscono nelle acque territoriali di Taiwan", ha osservato il portavoce del ministero Sun Li-fang in una conferenza stampa, osservando che "questa è una mossa irrazionale per sfidare l'ordine internazionale". Le forze armate taiwanesi "difenderanno la sicurezza nazionale", ha aggiunto Sun.

Il nutrito e senza precedenti pacchetto di esercitazioni militari e di tiro dal vivo, tra artiglieria e missili, è finito nel mirino di Taipei anche perché ritenute una grave minaccia ai porti chiave dell'isola e alle aree urbane. In alcuni punti, la zona delle operazioni cinesi, strutturate su sei grandi aree, arriverà nei 20 chilometri (12,4 miglia) dalla costa di Taiwan, secondo le coordinate condivise dall'Esercito popolare di liberazione. Per questo, Taipei ha accusato Pechino anche di voler creare un blocco di fatto marittimo e aereo. La Cina ha intensificato la pressione su Taiwan, considerata una provincia ribelle da riunificare anche con la forza se necessario, da quando la presidente Tsai Ing-wen è entrata in carica nel 2016, che, al contrario, vede l'isola come una nazione sovrana de facto e non parte della 'Unica Cina'. 

La reazione della Russia

La visita della presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti a Taiwan deriva dal desiderio di Washington di dimostrare la propria impunità e illegalità: ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in una conferenza stampa dopo i colloqui con il ministro degli Esteri della Birmania, Wunna Maung Lwin. Lo riporta la Tass. "Non posso dire quale sia stata la motivazione degli americani, ma non ci sono dubbi che rifletta la stessa linea di cui stiamo parlando per quanto riguarda la situazione ucraina", ha affermato. E ha aggiunto che gli americani intendono dire: "'Faccio quello che voglio', è più o meno così".

Inoltre secondo Lavrov, gli Usa non hanno offerto alla Russia una ripresa dei colloqui per un trattato per la non proliferazione delle armi nucleari strategiche che sostituisca il New Start, che scade nel 2026. "A proposito di colloqui su un possibile nuovo accordo che entri in vigore alla scadenza del New Start - ha dichiarato il ministro russo - l'anno scorso si sono svolti due round di negoziati di questo tipo prima che la parte statunitense facesse una pausa. Nella fase attuale dello sviluppo delle relazioni internazionali non si sono nemmeno offerti di riprendere quei colloqui". Lavrov, riporta l'agenzia Interfax, ha inoltre affermato che la Cina "deciderà da sola se partecipare a questi negoziati".

Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, ha definito la mossa Usa "pura provocazione" e insistito poi sul fatto che "il livello di tensione provocato nella regione dalla presenza della presidente della Camera americana non può essere sottovalutato". "Nessun contatto è stato pianificato tra Vladimir Putin e Xi Jinping sulla situazione a Taiwan", ha aggiunto.

La speaker Usa Nancy Pelosi e la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen (Ansa)

La preoccupazione del Giappone

Il Giappone esprime preoccupazione per le manovre militari della Cina attorno allo Stretto di Taiwan che hanno seguito la visita della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, nell'isola. Il portavoce del governo Hirokazu Matsuno ha detto in una conferenza stampa che la pace nella regione è importante non solo per il Giappone, ma per l'intera comunità mondiale. "Ci auguriamo che le questioni che riguardano Taiwan, siano risolte in modo pacifico attraverso il dialogo", ha proseguito Matsuno, che - alla domanda se l'esecutivo fosse d'accordo con la visita della Pelosi, ha risposto di non essere nella posizione di poter commentare. Il Paese del Sol Levante mantiene solide relazioni commerciali con l'isola dall'avvio dei rapporti diplomatici con Pechino, nel 1972. Durante il tour asiatico la Pelosi si recherà anche a Tokyo nel fine settimana, la sua prima visita in 7 anni, dove è previsto un incontro con il premier Fumio Kishida.

Il giudizio della Corea del Nord

Contraria anche la Corea del Nord al viaggio di Pelosi. Per Pyongyang si è trattato di una "interferenza sfacciata" da parte di Washington negli affari interni di un altro Paese. Pyongyang, scrive l'agenzia Kcna citando un portavoce del ministero degli Esteri, ripete la posizione dell' 'amica' Pechino per cui "Taiwan è parte inseparabile della Cina" e "la questione di Taiwan è un affare interno della Cina", che considera l'isola una "provincia ribelle" da "riunificare".  "Denunciamo con forza le interferenze di qualsiasi forza esterna nella questione di Taiwan e sosteniamo pienamente la giusta posizione del governo cinese di difendere con determinazione la sovranità del Paese e dell'integrità territoriale", ha aggiunto il portavoce. "Lo schema degli Stati Uniti di turbare la crescita e lo sviluppo della Cina e i suoi sforzi per realizzare la causa della riunificazione sono destinati al fallimento".

Cina, stop a import di pesce da Taiwan

La Cina ha introdotto oggi un nuovo stop all'import da Taiwan in risposta alla visita nell'isola della presidente Pelosi, prendendo di mira altri tipi di agrumi e pesce (ieri sono stati bloccati i dolciumi) per il presunto rilevamento "ripetuto" di residui di pesticidi eccessivi e di test positivi al Covid-19 sulle confezioni. Da lunedì sera, quando i funzionari statunitensi e taiwanesi hanno confermato che Pelosi si sarebbe recata a Taiwan per incontrare la presidente Tsai Ing-wen, le Dogane cinesi hanno sospeso le importazioni di oltre 2.000 dei circa 3.200 prodotti alimentari in arrivo da Taiwan. All'inizio del 2021 la Cina aveva bandito l'ananas taiwanese: la mossa, usata come mezzo di pressione di Taipei, è stata affrontata dal governo locale con la una campagna virale commercializzando il frutto come "ananas della libertà" e "ananas della democrazia", contribuendo ad aprire mercati d'export alternativi. I funzionari taiwanesi, secondo i media locali, stanno ancora valutando il potenziale danno della stretta cinese, convenendo tuttavia che di ritenerlo considerevole. 

L'incontro con gli attivisti pro-Pechino

I sostenitori dell'unificazione di Taiwan con la Cina hanno tenuto nel pomeriggio una manifestazione di protesta contro la visita della speaker Pelosi, impegnata in un incontro al famoso Jingmei Human Rights Park di New Taipei con un gruppo di attivisti pro-democrazia, tra cui l'ex proprietario della libreria Causeway Bay Lam Wing-kee, fuggito sull'isola da Hong Kong nel 2019. Poco più di una decina di persone, secondo le foto postate sui social media, ha manifestato reggendo cartelli tra cui "Vai via" e "Pelosi, non sei la benvenuta", sotto la rigida sorveglianza dei molti agenti di polizia schierati. Al museo, Pelosi, nella riunione a porte chiuse, ha visto anche Lee Ming-che, un dipendente di una Ong taiwanese arrestato in Cina per sovversione nel 2017 e rilasciato quest'anno, e il leader studentesco di Tienanmen Wùer Kaixi.

Proteste a Taiwan contro l'arrivo di Pelosi sull'isola (Ansa)

Numeri record per il volo di Pelosi

Sono circa 2,92 milioni gli internauti che hanno seguito su Flightradar il volo dell'aereo della presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi verso Taiwan. Lo si legge in un comunicato pubblicato sul sito di tracciamento aereo, che è stato costretto a limitare l'accesso agli utenti non iscritti a causa dei volumi di traffico insolitamente elevati. Sono invece circa 708 mila le persone che hanno seguito su Flightradar l'atterraggio dell'aereo all'aeroporto di Taipei. Entrambe le cifre sono record assoluti nella storia del servizio.