Mercoledì 24 Aprile 2024

Petroliere in fiamme in Oman, Usa: "E' stato l'Iran". E mostrano video-accusa

Nel filmato ripreso da un drone un'unità dei Guardiani della rivoluzione cerca di cancellare la prova costituita da una mina magnetica inesplosa. Teheran nega, ma Trump insiste

Una foto Usa mostra i danni alle petroliere nel golfo attaccate in Oman (Ansa)

Una foto Usa mostra i danni alle petroliere nel golfo attaccate in Oman (Ansa)

Roma, 14 giugno 2019 - Gli americani hanno la pistola fumante. Un video che proverebbe la responsabilità dei Guardiani della Rivoluzione iraniani nell'attacco alle due petroliere avvenuto ieri mattina nel golfo dell'Oman. Il video è stato diffuso nella notte dal Dipartimento della Difesa americano e mostra una unità iraniana della classe Gashti nei pressi della petroliera Kokuka Corageous mentre recupera una mina magnetica - simile a quelle scoppiate su 4 petroliere in porto a Fujirah un mese fa - che era inesplosa piazzata sulla fiancata un metro e mezzo sopra la linea di galleggiamento. Una azione che presumibilmente viene fatta per cancellare una prova che renderebbe evidente la responsabilità iraniana nell'azione contro le due petroliere. Ma mentre la recuperano, gli iraniani non sanno che in volo ci sono un drone e un aereo P8. E che le loro azioni vengono riprese e videoregistrate.

A questo punto un intervento militare americano di ritorsione - magari con una azione militare contro il porto dal quale sono partite le imbarcazioni iraniane, presumibilmente quello di Jask -  diventa più probabile, anche se non scontato per le enormi implicazioni che comporterebbe, anche da un punto di vista economico. Una azione militare americana potrebbe infatti innescare una spirale che rischia di andare fuori controllo fino a creare una guerra aperta nel Golfo.

TRUMP ATTACCA TEHERAN - Il presidente Donald Trump, intervenendo nell'amata trasmissione Fox and Friends ha preso tempo pur attaccando duramente Teheran. "L'attacco alle due petroliere nel Golfo dell'Omam ha la parola Iran scritta ovunque. Le immagini dimostrano che lo hanno fatto", ha detto. Lo Stretto di Hormuz, ha aggiunto, "non sarà chiuso e se l'Iran lo chiuderà, non sarà per molto". Alla domanda su come gli Stati Uniti reagiranno, Trump ha però risposto: "Vedremo cosa succederà".

LA RICOSTRUZIONE DEL PENTAGONO - Ecco la ricostruzione degli eventi che viene fatta dal Centcom, il comando centrale delle forze militari Usa: 

"Le forze navali statunitensi nella regione - scrive il Centcom - hanno ricevuto due chiamate di soccorso separate alle 6:12 ora locale dalla motonave (M/T) Altair e una seconda alle 7:00 ora locale dalla M/T Kokuka Courageous. Entrambe le navi si trovavano in acque internazionali nel Golfo dell'Oman a circa 10 miglia nautiche di distanza l'una dall'altra al momento delle chiamate di soccorso. USS Bainbridge si trovava a circa 40 miglia nautiche dalla M/T Altair al momento dell'attacco, e ha cominciato immediatamente a muovere in direzione dell'Altair. Alle 8:09 ora locale, un aereo statunitense ha osservato un motovedetta di classe Hendijan dell'IRGC e più unità di attacco costiero (FAC/FIAC) nelle vicinanze dell'M/T Altair. Alle 9:12 ora locale un aereo americano va visto il FAC/FIAC lanciare una zattera nei pressi l'M/T Altair. Alle 9:26 ora locale gli iraniani hanno chiesto che la motonave Hyundai Dubai, che aveva salvato i marinai dell'M/T Altair, consegnasse l'equipaggio alle FIAC iraniane. La motonave Hyundai Dubai ha soddisfatto la richiesta e ha trasferito l'equipaggio della M/T Altair alle FIAC iraniane. Alle 11:05 ora locale USS Bainbridge si è avvicinata al rimorchiatore olandese Coastal Ace, che aveva salvato l'equipaggio di ventuno marinai della M/T Kokuka Courageous che avevano abbandonato la loro nave dopo aver scoperto una probabile limpet mine (una mina con base magnetica NDR) inesplosa sul loro scafo dopo l'esplosione iniziale. Mentre la motovedetta di Hendijan sembrava tentare di raggiungere il rimorchiatore Coastal Ace prima dell'USS Bainbridge, i marinai venivano salvati dall'USS Bainbridge su richiesta del comandante della M/T Kokuka Courageous. I marinai salvati sono attualmente a bordo di USS Bainbridge. Alle 4:10 del pomeriggio una motovedetta della classe Gashti dell'IRGC si avvicinava al Kokuka Corageous e il suo personale di bordo rimuoveva la mina magnetica inesplosa".

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LA REPLICA DELL'IRAN - Teheran continua a negare ogni responsabilità. "Il fatto che gli Stati Uniti si siano affrettati a lanciare accuse contro l'Iran, senza uno straccio di prova concreta o circostanziata, rende solo ancora più chiaro che il 'team B' si sta muovendo verso il piano B: sabotare la diplomazia - Shinzo Abe compreso - e coprire il suo terrorismo economico contro l'Iran", ha scritto nella notte su Twitter il ministro degli Esteri iraniano. Zarif ha così chiamato nuovamente in causa il cosiddetto 'team B', composto dal consigliere per la Sicurezza nazionale americana, John Bolton, dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, dal principe ereditario emiratino, Mohammed bin Zayed, e dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Alcuni mesi fa avevo lanciato l'allarme esattamente su questo scenario, non perché io sia preveggente ma perché riconosco da dove nasce il 'team B'". Ma questo, prima della pubblicazione del video. Dopo il video la linea è diventata: è una provocazione, non una prova. "Le dichiarazioni provocatorie del rappresentante degli Stati Uniti contro l'Iran al Consiglio di sicurezza dell'Onu" di ieri fanno parte di "un'altra campagna iranofobica. L'Iran respinge categoricamente le accuse infondate degli Stati Uniti riguardo agli incidenti delle petroliere del 13 giugno e li condanna nei termini più forti possibili" scrive in una nota la missione di Teheran alle Nazione Unite. "Né le prove fabbricate né le campagne di disinformazione o le accuse senza vergogna ad altri possono cambiare la verità. Gli Stati Uniti e i loro alleati regionali devono porre fine all'atteggiamento guerrafondaio e ai complotti maligni e alle operazioni sotto false bandiere nella regione», prosegue Teheran. L'Iran ribadisce di considerare l'episodio "sospetto" e chiede alla comunità internazionale di contrastare «le incoscienti e pericolose politiche e pratiche degli Usa e dei loro alleati regionali, che innalzano le tensioni nella regione".

ROHANI: DOVREMO RIAVVICINARCI A MOSCA - "La situazione in Medio Oriente richiede un riavvicinamento tra Teheran e Mosca". Così il presidente iraniano, Hassan Rohani, in occasione di un vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) a Bishkek. "La situazione che si sta verificando nella regione - ha affermato Rohani - evidenzia la necessità di maggiore interazione tra i nostri Paesi. Nelle condizioni odierne di grave pressione e sanzioni esterne, la necessita' di interazione tra i Paesi della regione, anche tra i nostri Paesi, sta diventando piu' rilevante ogni giorno", E questo mentre l'agenzia di stampa ufficiale iraniana ha riferito di un incontro avvenuto ai margini del vertice tra lo stesso capo di stato iraniano e il presidente russo Vladimir Putin. Nell'incontro con Rohani, Putin ha lodato l'Iran per i successi in Siria nella lotta al terrorismo e nel favorire il processo di pace. I Putin ha affermato che è stato fatto molto per favorire il processo di pace "in particolare grazie alla posizione attiva dell'Iran. Non c'è dubbio - ha sottolineato il leader del Cremlino - che si tratti di un successo congiunto di Iran, Turchia e Russia". Putin ha inoltre detto che "le relazioni tra la Russia e l'Iran sono sfaccettate e multidimensionali» e «riguardano l'economica, le questioni relative alla stabilità regionale e la lotta congiunta al terrorismo, in particolare in Siria". "Siamo preoccupati - ha anche affermato Putin - dagli eventi attorno al programma nucleare iraniano. Il ritiro unilaterale degli Usa dal Piano d'azione congiunto globale, che era stato approvato all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu nel 2015, non solo destabilizza la situazione regionale ma potrebbe anche minacciare il regime di non proliferazione nucleare".

L'ARMATORE GIAPPONESE - L'armatore giapponese proprietario della petroliera Kokuka Courageous, attaccata nel Golfo dell'Oman, riferisce da parte sua che l'equipaggio avrebbe notato 'oggetti volantì prima dell'esplosione", escludendo in questo modo che a causare i danni siano state mine, come suggerito dagli Stati Uniti. Un attacco con missili lanciati da sottomarini costieri classe Ghadir come quelli in dotazione alla marina iraniana? Sarebbe teoricamente possibile, la marina iraniana ha effettuato proprio lo scorso 24 febbraio un test di lancio da sottomarino del missile antinave NASR (versione del missile cinese C704), che ha una gittata di 38 chilometri e una testat da almeno 100 kg di esplosivo. Se non che c'è il video con la rimozione della mina inesplosa, e il fatto che gli attacchi alle 4 petroliere avvenuti il mese scorso negli Emirati erano anc'essi stati effettuati usando mine magnetiche. Una ipotesi realistica è che gli "oggetti volanti" fossero droni iraniani.

APPELLI ALLA CALMA - Da Cina, Germania, Ue, sono venuti appelli alla calma e alla moderazione. Oslo - una delle petroliere batte bandiera norvegese - ha detto che è ancora presto per trarre conclusioni sulle responsabilità, mantre Londra si è schierata con Washington.