Giovedì 19 Giugno 2025
LORENZO BIANCHI
Esteri

"Padre Dall’Oglio in una fossa comune". I dubbi della sorella: non credo sia lui

Resti di un uomo in abiti religiosi trovati a Raqqa. Il vescovo di Qamishlie: è stato ucciso dal Califfato. Il gesuita nel 2013 si trovava nel Nord del Paese per trattare con l’Isis la liberazione di alcuni ostaggi.

Resti di un uomo in abiti religiosi trovati a Raqqa. Il vescovo di Qamishlie: è stato ucciso dal Califfato. Il gesuita nel 2013 si trovava nel Nord del Paese per trattare con l’Isis la liberazione di alcuni ostaggi.

Resti di un uomo in abiti religiosi trovati a Raqqa. Il vescovo di Qamishlie: è stato ucciso dal Califfato. Il gesuita nel 2013 si trovava nel Nord del Paese per trattare con l’Isis la liberazione di alcuni ostaggi.

Un corpo di un uomo in abiti religiosi è stato trovato in una fossa comune nell’area di Raqqa da un gruppo di miliziani curdi delle Forze Democratiche Siriane. Immediatamente si è ipotizzato che potessero essere le spoglie di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano scomparso in quella zona il 29 luglio del 2013. Le prime reazioni alla notizia sono improntate alla cautela. Il nunzio apostolico a Damasco, il cardinale Mario Zenari, fa notare che "le indicazioni sulla località del ritrovamento e sull’identificazione di padre Paolo non sono ancora precise". "Abbiamo contattato – aggiunge – i gesuiti presenti sul territorio, ma non siamo ancora riusciti ad avere conferma". In un’intervista a Rai News 24 Francesca Dall’Oglio, la sorella del religioso scomparso, sostiene che a suo avviso "non è una notizia vera. Si parla di un corpo in abiti religiosi, ma mio fratello aveva abiti civili". La Procura di Roma ha delegato i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, reparto antiterrorismo, a cercare riscontri. Già in passato notizie dello stesso tenore sono state poi smentite dall’esame del Dna. L’indagine avviata nel 2013 sulla scomparsa di padre Dall’Oglio è stata archiviata dal gip della Capitale nel 2023.

Nel 2013 Raqqa, la città nel nord della Siria, diventò la capitale dell’autoproclamato califfato dell’Isis, lo Stato islamico di Iraq e Siria. Un racconto della fine del gesuita è stato pubblicato dal sito Tahrir Souri, ‘Liberazione della Siria’, che cita come fonte Abu Ibrahim al-Raqqawi, un militante della campagna ‘Raqqa viene sgozzata in silenzio’. Raqqawi avrebbe ricevuto le informazioni da un disertore dell’Isis che "non ha detto nulla perché teme per la sua vita". Una seconda organizzazione, la Lega siriana per i diritti umani, lo ha identificato. È Abu Mohammad as-Suri. Padre Dall’Oglio sarebbe stato impiccato o fulminato con 14 colpi di pistola calibro 9 per ordine di un miliziano qaedista di nazionalità saudita dell’Emirato Islamico dell’Iraq e del Levante.

Nel 1982 Paolo Dall’Oglio aveva fondato la comunità monastica di Mar Musa nella quale praticava il dialogo fra cristiani e musulmani. Il 29 luglio del 2013 aveva parlato a un corteo di giovani che si era concluso davanti alla chiesa cristiano-armena di Raqqa intitolata ai Martiri. As–Suri avrebbe raccontato che quel giorno padre Dall’Oglio decise di andare nella sede dell’Esercito Islamico dell’Iraq e del Levante che aveva occupato il palazzo del governatore per chiedere la liberazione di alcuni ostaggi. I guerriglieri lo respinsero il 29 e il 30 luglio. Il 31 il gesuita è tornato alla carica e si è imbattuto nel comandante Kassab al-Jadrawi, letteralmente il ‘macellaio’, che aveva appena ricevuto la notizia dell’uccisione di un suo fratello ad Homs. Padre Dall’Oglio fu condotto al tribunale islamico, presso la diga di al-Mansoura, e lì fu ucciso. Il suo corpo fu sepolto in una fossa nell’area di al-Suluk.

Per Antranig Ayvazian, il vescovo armeno-cattolico di Qamishlie, il presunto terrorista che avrebbe ucciso padre Dall’Oglio sarebbe invece Al Amir abu al Aynayn. L’uomo avrebbe confessato – secondo quanto riportato dalla stampa citata dal prelato – ai servizi britannici e la notizia si sarebbe diffusa il 22 aprile 2014. Contro padre Dall’Oglio il regime di Bashar al Assad aveva anche emesso un decreto di espulsione, dopo che il gesuita aveva tentato di avviare un dialogo in seguito alle sommosse popolari del 2011 contro il regime degli Assad.