
La polizia federale messicana (Ansa)
Città del Messico, 23 maggio 2015 - In Messico è di almeno 43 morti, tra cui un poliziotto, il bilancio della battaglia tra agenti e narcotrafficanti scoppiata nello Stato centrale di Michoacan, in una delle zone più turbolente del Paese. Lo ha reso noto in una conferenza stampa il Commissario per la sicurezza nazionale, Monte Alejandro Rubido, il quale ha dato anche notizia di tre arresti.
Ancora una volta i protagonisti sono stati gli uomini del cartello Jalisco New Generation (Jng), diventato una spina nel fianco del presidente Enrique Pena Nieto: tra marzo e aprile la gang con ramificazioni anche in Asia e negli Stati Uniti ha ucciso almeno 20 agenti e il primo maggio ha abbattuto un elicottero con sette soldati e una poliziotta a bordo.
Il primo scontro a fuoco è durato 40 minuti e si è verificato al confine tra lo Stato di Michoacan e quello di Jalisco, dopo che gli agenti che stavano seguendo un veicolo sospetto sono stati attaccati da un gruppo di banditi armati.
La seconda sparatoria si è invece protratta per tre ore nel ranch El Sol vicino alla città di Tanhuato, dove membri del cartello Jng si sono prima affrontati tra loro e poi con gli agenti. La polizia è intervenuta dopo una soffiata anonima che al ranch era in corso una riunione di narcotrafficanti. Molti banditi sono fuggiti nel terreno di 112 ettari del ranch, ingaggiando scontri a fuoco con gli agenti che li inseguivano con l'aiuto degli elicotteri. La polizia ha sequestrato lancia-razzi, fucili automatici AK 47 e 15 e munizioni. Tanhuato è vicina a La Barca, dove nel 2013 furono scoperte fosse comuni con oltre 70 corpi, e a Yurecuaro, la località dove il candidato sindaco dell'alleanza di sinistra Morena, Enrique Hernandez, è stato ucciso durante un comizio elettorale il 15 maggio.