Parigi, 8 giugno 2025 – Parigi porta la sua industria da Zelensky. La casa automobilistica Renault, in alleanza con una piccola-media impresa francese del settore difesa, aprirà stabilimenti in Ucraina per produrre droni per l'esercito di Kiev e quello francese. Lo ha riferito oggi l'emittente Franceinfo. Solo due giorni fa, il ministro della Difesa Sebastien Lecornu aveva annunciato "una partnership senza precedenti". Una grande azienda francese produttrice di automobili "unirà le forze" con un'azienda francese del settore della difesa "per creare delle linee di produzione di droni in Ucraina", aveva detto.
Cosa prevede l’accordo
I droni, il cui modello non è stato specificato, saranno utilizzati soprattutto dall'esercito ucraino, aveva spiegato ancora il ministro, "ma ne trarrà vantaggio anche l'esercito francese”. In cambio, gli ucraini forniranno un feedback sull’impiego dei droni in questa guerra. Secondo Franceinfo, gli stabilimenti saranno situati "a poche decine o centinaia di chilometri dal fronte". Renault non ha confermato l'indiscrezione.
La guerra dei droni
Negli ultimi anni, i droni si sono affermati come arma strategica e versatile nel conflitto tra Ucraina e Russia. L’Ucraina ha sviluppato una varietà di UAV, dai droni commerciali modificati ai sistemi militari sofisticati come il MAGURA V5, utilizzati per attacchi — anche navali — e per la ricognizione.

Un momento cruciale è stata l’Operazione Ragnatela del l’1 giugno 2025: un attacco coordinato di 117 droni contro cinque basi aeree russe, causando gravi danni a oltre 40 velivoli. Questa operazione ha dimostrato la capacità ucraina di colpire in profondità sul territorio nemico e ha alterato significativamente l’equilibrio bellico.
Sul fronte opposto, la Russia ha risposto con droni bomba collegati a fibre ottiche, resistenti alle interferenze e capaci di operare fino a 25 km. L’intensificazione del conflitto ha trasformato il campo di battaglia: Ucraina e Russia avrebbero esteso le “zone di morte” da poche centinaia di metri fino a 5–7 chilometri, grazie all’uso massiccio di droni.