Venerdì 26 Aprile 2024

Germania, opera antisemita alla fiera d'arte di Kassel: si dimette la direttrice

Le proteste nella famosa rassegna d'arte 'Documenta' andavano avanti da settimane. Il murale riportante simboli antisemiti era stato prima coperto, poi rimosso

A Kassel ogni 5 anni si tiene la mostra d'arte contemporanea 'Documenta' (Ansa)

A Kassel ogni 5 anni si tiene la mostra d'arte contemporanea 'Documenta' (Ansa)

Kassel, 16 luglio 2022 - Dopo lunghe polemiche riguardo la presenza - nella prestigiosa rassegna quinquennale internazionale d'arte contemporanea di Kassel, 'Documenta' - di un'opera con contenuti smaccatamente antisemiti, la direttrice, Sabina Schormann, si è alla fine dimessa. 

La bufera, innescata già all'apertura della rassegna, andava avanti da settimane e, prima che la direttrice optasse per lasciare, l'opera accusata di contenere simboli e disegni antisemiti era stata coperta con un telo e successivamente rimossa. L'opera, di denuncia politica, del collettivo di artisti indonesiano Taring Padi è un grande disegno murale su uno striscione, intitolato 'Peoplès Justice' (la giustizia popolare). Secondo gli artisti, citati dalla rivista ArtNet, voleva ricordare le vittime del sanguinario dittatore indonesiano Suharto, al potere fino al 1998. Ma una delle grottesche figure che popola l'affollata scena ritrae un maiale in uniforme militare con al collo una sciarpa con la Stella di David e sull'elmetto l'insegna 'Mossad', il servizio d'intelligence estero israeliano. Nello stesso affollato murale di critica politico-sociale, un'altra delle figure ha un volto feroce, una bombetta in testa con il simbolo delle 'Ss' dalla quale spuntano i 'payot', i riccioli portati ai lati della testa dagli ebrei ultraortodossi.

Documenta e le proteste

Documenta è la più importante rassegna d'arte contemporanea in Europa insieme alla Biennale di Venezia. Ogni cinque anni, dal 1955, anima la tranquilla cittadina tedesca di Kassel, nell'Assia. Sono oltre 1.500 per ogni edizione gli artisti esposti. Quest'anno a curare la 15/ma edizione è stato Ruangrupa, un collettivo di artisti e creativi nato nel 2000 in Indonesia, come l'opera incriminata e il suo gruppo di autori. Fatta salva la libertà di espressione nell'arte, quella immagine si era spinta troppo oltre, hanno protestato tanto il governo tedesco che le organizzazioni ebraiche tedesche e internazionali. I contenuti antisemiti non sono sfuggiti in primis al consiglio di amministrazione di Documenta, che ha espresso subito dopo l'inaugurazione il suo "profondo sconcerto", affermando di voler terminare il contratto con la direttrice responsabile Schormann.

Dopo la protesta dell'ambasciata d'Israele in Germania, che ha espresso 'disgusto', l'opera incriminata è stata coperta. Poi, dopo alcuni giorni, è stata rimossa. Ma questo gesto riparatore, assieme alle scuse della direttrice Schormann e degli stessi autori del lavoro, sono stati giudicati tardivi, come ha contestato la comunità ebraica tedesca. E la rimozione non è bastata a chiudere la polemica che aveva iniziato a montare già prima dell'inaugurazione di Documenta 15, quando è stata notata la partecipazione alla fiera d'arte di un collettivo di artisti palestinesi chiamato The Question of Funding (La questione dei finanziamenti), collegato al movimento internazionale per il boicottaggio di Israele Bds. Quest'ultimo è stato bandito dai finanziamenti federali nel 2019 su voto del Bundestag, il parlamento federale tedesco.

Un colpo al prestigio di una delle più importanti fori dell'arte contemporanea al mondo, che ha reso inevitabili le dimissioni, annunciate oggi, di Schormann.