
Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza le modifiche al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), incluse nel pacchetto “Omnibus I”.
Roma, 23 maggio 2025 – Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza (564 voti a favore, 20 contrari e 12 astenuti) le modifiche proposte dalla Commissione europea al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism – CBAM). Le modifiche rientrano nel pacchetto di semplificazione normativa “Omnibus I”, presentato lo scorso 26 febbraio dall’esecutivo UE.
Con il voto del 21 maggio, l’Eurocamera ha dato il via libera all’avvio dei negoziati con il Consiglio dell’UE per definire la versione finale del regolamento.
Secondo una nota diffusa dal Parlamento, le modifiche approvate sono perlopiù di natura tecnica e chiarificatrice. Tra i principali aggiornamenti figura l’introduzione di una soglia minima di 50 tonnellate di CO₂ per l’applicazione del meccanismo, che esenterebbe circa il 90% degli importatori – in prevalenza piccole e medie imprese e privati – che operano con volumi ridotti di prodotti soggetti al CBAM.
L’obiettivo ambientale dello strumento resta comunque intatto: il 99% delle emissioni di CO₂ legate alle importazioni – soprattutto di ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti – continuerà a essere coperto dal regolamento.
Le modifiche puntano anche a semplificare le procedure per i soggetti dichiaranti (cioè gli importatori), facilitare i calcoli delle emissioni e la gestione delle passività finanziarie, oltre a rafforzare le misure di contrasto agli abusi.
Semplificare senza compromettere l’efficacia del meccanismo
“Il CBAM è uno strumento fondamentale per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e incentivare l’azione per il clima al di fuori dell’UE”, ha dichiarato il relatore del provvedimento, Antonio Decaro (S&D), presidente della Commissione Ambiente, Clima e Sicurezza alimentare (ENVI). “Accolgo con favore la decisione del Parlamento di non riaprire altre disposizioni della normativa. Questo approccio ci permette di semplificare le procedure per le imprese senza compromettere l’efficacia del meccanismo. Lavoreremo ora con rapidità per garantire certezza giuridica a tutti gli operatori coinvolti”.
Il CBAM è lo strumento europeo concepito per equiparare il costo delle emissioni di CO₂ sostenuto dai produttori europei soggetti al sistema di scambio di quote (ETS) a quello applicato ai beni importati. Mira inoltre a promuovere una maggiore ambizione climatica nei Paesi terzi e a contrastare la delocalizzazione delle imprese. La Commissione europea valuterà all’inizio del 2026 la possibilità di estendere il campo di applicazione del meccanismo ad altri settori ETS considerati a rischio delocalizzazione.