Venerdì 10 Maggio 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Esteri

Discorso di Putin allo stadio, lo scrittore Lilin: "Uno show pensato per l'Occidente"

L'autore di 'Educazione siberiana': "L’invasione dell’Ucraina è inaccettabile ma i russi approvano il leader del Cremlino. E lui vuole ricreare l'impero"

Roma, 19 marzo 2022 - Dallo stadio di Mosca, traboccante orgoglio nazionale, più che alla Russia Putin ha parlato all’Occidente. A Washington, Londra, Parigi, anche Roma. Ne è convinto lo scrittore di origine russa Nicolai Lilin, l’autore del romanzo cult 'Educazione siberiana' che anche in questi giorni dello zar non si sta perdendo una parola, né un gesto. "Il suo messaggio agli occidentali è chiaro – spiega il 42enne che ha rifiutato il passaporto di Mosca, nonostante abbia combattutto in Cecenia tra le forze ex sovietiche –: voi continuate pure a trasmettere le immagini delle risibili proteste contro di me, io vi dimostro che posso riempiere gli stadi in un baleno, che il popolo è dalla mia parte".

"L’esercito russo non ha più tempo". La guerra si decide in dieci giorni

Lo scrittore Nicolai Lilin, 42 anni (Ansa)
Lo scrittore Nicolai Lilin, 42 anni (Ansa)

Il discorso di Putin, una messa in scena (curata nei particolari) con molti punti oscuri

Ci si poteva attendere una filippica e, invece, il suo discorso è durato meno di dieci minuti, come se lo spiega? "In questo momento Putin non vuole dare priorità al culto di personalità, l’attenzione deve essere sulla guerra in Ucraina, su quella che si ostina a chiamare operazione militare speciale".

Richiama la folla, ma al contempo la respinge: un’ambivalenza che implicitamente palesa una debolezza del presidente russo?  «Affatto, abbiamo davanti uno zar, semmai provato dalle settimane di conflitto, ma assolutamente lucido rispetto alla situazione attuale. Chi lo definisce malato sta giocando d’azzardo".

Si diceva, però, che Mosca in due giorni sarebbe arrivata a Kiev. "Putin non ha mai pensato a un’operazione lampo, la sua è una guerra d’invasione anomala, combattuta in un rapporto di forze 1 a 1 e non 9 a 1 come fecero gli Usa in Iraq".

La tv di Stato ha troncato a metà il suo discorso. Davvero solo un problema tecnico? "Non penso che possa esserci altro, le reazioni del Cremlino a eventuali atti di sabotaggio sono pesanti".

È propaganda occidentale il dare ampia rilevanza alle forme di protesta interna alla Russia? "Direi di sì, chi prefigura un colpo di Stato si sbaglia, al momento Putin è un dittatore saldo al potere".

Fin dove vuole arrivare, quando dice che 'attueremo tutti i nostri piani'? "Come ogni grande conoscitore della geopolitica anche lui si muove su un doppio binario: c’è il messaggio immediato e popolare di chi ai russi assicura di voler denazificare l’Ucraina e liberare il Dombass sotto genocidio, vi è la finalità più sottotraccia di uno zar che punta a ricostruire l’impero di Pietro il Grande, di allargare la sfera d’influenza di Mosca a est".

Eppure Kiev dice che in dieci giorni si potrebbe arrivare alla pace. «Mi auguro che si possa fare anche più in fretta, lo dico pensando soprattutto alla popolazione ucraina vittima di un’aggressione militare inaccettabile. I presupposti ci sono, basta attuare il Protocollo di Minsk del 2014 sul cessate il fuoco in Dombass che Kiev non è riuscita a fare rispettare, tanto che i neonazisti del battaglione Azov hanno minacciato di morte il presidente di allora Poroshenko, continuando a uccidere la popolazione filo-russa"..