Venerdì 26 Aprile 2024

Aquarius, Salvini: "Non decidono loro dove finisce la crociera"

Sono destinate a suscitare polemiche le parole del leader leghista sul convoglio carico di migranti che ha dovuto cambiare rotta a causa del maltempo

Matteo Salvini (Imagoeconomica)

Matteo Salvini (Imagoeconomica)

Valencia, 15 giugno 2018 - La nave Aquarius carica di migranti in viaggio verso Valencia cambia rotta per evitare il maltempo. E fanno discutere, soprattutto sui social, le parole del vicepremier Matteo Salvini: "Mi sembra che una nave che porta a bordo 400-500-600 persone sia attrezzata" per il maltempo, ha detto.

Il convoglio - composto dall’Aquarius e da due navi militari con a bordo 629 migranti - ha deviato per costeggiare la Sardegna, e puntare verso Valencia dove dovrebbe arrivare domenica. Andranno quindi in Spagna? "Non è che adesso possano decidere dove finisce la crociera", ha risposto Salvini. E poi ha aggiunto: "Mi sembra che l'arrivo sia previsto sabato senza intoppi".

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Il disgelo Italia-Francia: "Ora uniti per riformare Dublino"

di ANTONELLA COPPARI

Alla fine il pranzo all’Eliseo è servito. Un vorticoso giro di telefonate attraverso l’Europa sblocca la situazione fra Francia e Italia dopo lo scontro sull’immigrazione, ragion per cui Conte vola oggi a Parigi per incontrare Macron. Che compie il gesto decisivo nella notte di mercoledì alzando la cornetta e chiarendo la sua posizione con il nostro premier: non offre scuse ufficiali, però prende le distanze dalle accuse arrivate dal suo partito verso il governo di Roma ("vomitevole"), puntando invece l’attenzione sul filo rosso di un "pragmatismo collaborativo" per cercare una soluzione che accontenti entrambi. E poco importa se il presidente francese mette subito in chiaro, con un nota, che "non aveva l’intenzione di offendere l’Italia e gli italiani", in modo da evitare ricostruzioni che avrebbero potuto infastidire la «sua» sinistra, irritatissima per l’asse Salvini-Le Pen.    A Palazzo Chigi tanto basta per chiudere il caso, complice anche all’okay del leader leghista: riconoscere l’errore «è segno d’intelligenza», scandisce il Matteo milanese. Non sfugge a nessuno che, boicottare Parigi – che nel frattempo ha annunciato di essere disponibile ad ad accogliere quei migranti della nave Aquarius «che risponderanno ai criteri richiesti dalla concessione del diritto di asilo» – sarebbe stata un’occasione persa. Né si ferma in Francia, Conte: lunedì vede la cancelliera tedesca Merkel a Berlino, quindi la May a Londra. In questi tre bilaterali – antipasti del consiglio europeo del 28 e 29 giugno – il primo ministro italiano promette di parlare non solo dell’unione monetaria ma della politica dell’immigrazione e, in particolare, di una riforma del trattato di Dublino che smussi le pratiche d’asilo per i Paesi di primo approdo.

Questo nodo, per anni la piaga aperta dell’Italia, sembra essere diventato uno specchietto per le allodole. A ben vedere, una modifica reale, data l’ostilità dei Paesi di Visegrad alleati della Lega è quasi impossibile. In discussione – par di capire – non ci sono più quelle regole, ma l’intero comparto dell’immigrazione. Malgrado le doverose dichiarazioni di facciata, anche Salvini non sembra particolarmente interessato tanto da muoversi su altri due fronti: le Ong che soccorrono i migranti in mare. E la Libia. Battendo su sentieri cari a due falchi come il ministro degli Interni tedesco, Seehofer, e il cancelliere austriaco Kurz, il leader del Carroccio annuncia una stretta sulle organizzazioni non governative attive nei soccorsi nel Mediterraneo: «Nei prossimi giorni verranno messi i puntini sulle i, su chi fa cosa, e su chi rispetta la legge e chi no. L’obiettivo è che non ci siano più navi battenti bandiere straniere che portano migranti in Italia».   L’altro corno della questione è il nodo Libia, con il governo italiano che già nei giorni scorsi ha fatto il punto con la richiesta di un ulteriore sforzo per la stabilizzazione del Paese nordafricano, su cui fortissima è l’influenza francese. Tra le proposte in campo, spicca quella leghista di istituire hot spot in questo Paese, bloccando sul nascere la rotta verso il Mediterraneo. Non è un’idea nuova, ma l’esecutivo giallo-verde pare intenzionato a puntarci con forza.