Mercoledì 24 Aprile 2024

Tra campo largo e pragmatismo: è presto per dire che il vento è cambiato

La prima vera vittoria di coalizione dei progressisti archivia l’errore del 2022 di Enrico Letta, che guidò il Pd verso un’elezione persa in partenza, coi partiti di centrosinistra in ordine sparso. Ma prima di dire che il vento è cambiato Schlein dovrà continuare a vedersela con l’opposizione di una buona fetta del suo partito e con le aspirazioni di leadership di Conte

Da sx Giuseppe Conte, Alessandra Todde e Elly Schlein (ImagoE)

Da sx Giuseppe Conte, Alessandra Todde e Elly Schlein (ImagoE)

Roma, 28 febbraio 2024 – Democratici contro pentastellati, e il Terzo Polo contro tutti. L’errore, è vero, non fu solo di Letta, che pure il campo largo lo aveva inventato e tenuto a battesimo, con tanto di sberleffi, scongiuri e sfottò di quanti, all’inizio, non sarebbero stati disposti a scommettere un centesimo sulla bontà del progetto: ricordate? Dal “campo santo” alle levate di scudi di tanti Dem, che rivendicavano: "Coi grillini mai". Ma, appunto, "il vento è cambiato", giubilava da Cagliari Elly Schlein a un anno dalla sua elezione alla segreteria, abbracciata sorridente ad Alessandra Todde e a un Giuseppe Conte ben più cauto, e prudente, nel gridare alla svolta: "Le alleanze? Le valuteremo caso per caso sulla base dei programmi". Interessante la reazione di Carlo Calenda, uno dei più fieri teorici del mantra coi-grillini-mai, che ieri ha clamorosamente aperto, per la prima volta, agli odiati 5 Stelle: "Non si può non dialogare con Conte", così il leader di Azione in un’intervista all’Huffington Post. Tutto bene, dunque? Non proprio. Intanto perché il campo largo è ancora una prateria da recintare e riempire di contenuti che non possono fondarsi soltanto sul pragmatismo elettorale. Che, si sa, ha il fiato irrimediabilmente corto. Schlein, ammesso che il vento sia cambiato davvero, dovrà continuare a vedersela con l’opposizione manifesta di una buona fetta del suo partito, sempre pronta a impallinarla al primo errore. E, soprattutto, dovrà vedersela con le aspirazioni di leadership di Conte, determinato a non farsi mettere in secondo piano nella partita alla guida del fronte progressista di cui lui stesso, nel 2021, si autoproclamò federatore. A proposito, i prossimi banchi di prova saranno l’Abruzzo (con il campo largo già costruito) e la Basilicata, dove non si sa ancora se l’accordo Pd e 5 Stelle ci sarà o non ci sarà. Anche da lì vedremo se il vento è cambiato davvero, o se si è trattato solo di una correntina d’aria.