Lunedì 29 Aprile 2024

Chi paga i debiti

Roma, 18 febbraio 2018 - Tredici numeri. Questi: 2.291.238.337.400 euro più gli spicci. È il debito pubblico italiano. Non c’è impegno elettorale, di qualunque forza politica, che non debba fare i conti con queste tredici cifre per compiere la metamorfosi da promessa a fatto. Il conto a qualcuno verrà sempre presentato. Non c’è torto o ragione, ma quel che aggiungi da una parte devi toglierlo dall’altra. O rimandare i pagamenti. Tutte le forze politiche, nei programmi, indicano un po’ sbrigativamente le coperture a cui pensano. Le abbiamo passate ai raggi x, vedremo dopo il 4 marzo cosa accadrà e cosa faranno coloro i quali saranno chiamati a governare. Per chi sarà all’opposizione, ovviamente, il gioco sarà più facile. Resta intatta la domanda che un imprenditore italiano,passato dal niente alla conquista del mondo, si poneva qualche giorno fa, raccontando la propria storia: «Hai pagato i debiti?». Che era il modo di dire usato, nel piccolo borgo dove era nato, per poter scendere in piazza con la faccia della persona dabbene.

«Dovessi dare un titolo alla mia storia – ha raccontato Fulvio Montipò – sarebbe ‘il rally e la valigia’». Il rally è quello della sua azienda, multinazionale che di tascabile non ha più nulla. La valigia era quella di suo padre. Contiene – dirà – il carburante della storia: la miseria. La miseria nera da cui è partito. L’altro ingrediente è la paura: di non farcela, di fallire, di perdere la faccia. Di non pagare i debiti, appunto. Non è una storia unica nel nostro Paese, ce ne sono molte di avventure così. Dal Nord, dalla nostra Baviera, al Sud. Raccontano l’Italia che vuole e può farcela. E pongono un’altra domanda: è ancora possibile, oggi, far nascere un’impresa, dare lavoro alle persone, creare ricchezza, portarla nel mondo? La risposta è sì, perché accade ogni giorno. Ma la risposta è anche nei sogni, nelle idee e nelle visioni che, ieri, all’Opificio Golinelli di Bologna, hanno raccontato i ragazzi, tutti sotto i vent’anni, saliti sul palco del Ted X Youth: Emanuel, aretino, che ha ideato il casco da moto che spedisce sms in caso di incidente. Mattia da Ravenna e il suo esoscheletro, Francesca da Bologna e il racconto dal profondo del mare. O Ilaria, 17 anni, da Monza, che dal palco ha proposto la curiosità come motore del nostro stare al mondo. Anche i loro sogni dovranno fare i conti con i tredici numeri dai quali siamo partiti e con la domanda: «Chi paga i debiti?». Sarebbe bello, per una volta, che il conto non arrivasse a loro. Ai nostri figli, ai loro figli.

@ilgipa