Lunedì 29 Aprile 2024

Sì, la scienza ci salverà (forse). Ma non è più dio

La riscoperta dei nostri limiti

La scienza (forse) ci salverà dal Coronavirus ma dubito che potrà conservare quell’aura di indefettibilità che le aveva profetizzato Emanuele Severino, il grande filosofo recentemente scomparso. Severino diceva che l’uomo contemporaneo avrebbe sempre più abbandonato la fede in un Dio trascendente per riporla nel dio immanente della Scienza e della Tecnica. E così in effetti è stato e in gran parte tuttora è: alla tecnologia abbiamo affidato ogni nostra aspettativa, perfino quella di una speranza di immortalità.

Questo imprevisto virus che ha messo il mondo sotto scacco cambia però un po’ le cose. Sono infatti mesi che gli scienziati, in particolare i virologi, riempiono giornali e tv per spiegarci che cos’è questo virus: ma anche e soprattutto per riconoscere una loro incapacità di venirne a capo. Qualcuno di essi pontifica pure con una certa saccenza: ma francamente non ricordiamo, fino a metà febbraio, manifesti di allarme firmati dai virologi per avvertirci del disastro prossimo venturo. L’Oms, ancora a gennaio avanzato, assicurava che non c’è contagio fra gli esseri umani. 

E tuttora, ad ascoltare gli esperti, non abbiamo l’impressione di chiarirci le idee. Chi dice che il virus se ne andrà da solo e chi dice che dovremo conviverci per sempre; chi dice che i guariti sono immuni e chi no; chi dice che la carica virale si è indebolita e chi no; chi dice che il caldo ci aiuterà e chi no; chi dice che ci salverà il vaccino e chi invece sostiene che il virus muterà e quindi il vaccino, quando arriverà, sarà superato. Se ne stiamo in qualche modo uscendo, lo dobbiamo non ai teorici da cattedra e da laboratorio, ma ai medici che hanno lavorato sul campo prendendo le misure su malati che presentavano una patologia sconosciuta; medici che hanno provato e riprovato varie cure, ricorrendo a farmaci già in uso per altre malattie e riuscendo infine a trovare una quadra.

Non faccio certo colpa a virologi epidemiologi immunologi eccetera. Anzi. Al contrario, ad essi va riconosciuto il limite umano insito in ogni cosa, a partire appunto dalla scienza, la quale non è e non può essere onnisciente. Non è la scienza a dover uscire ridimensionata da questa storia, ma la nostra pretesa di chiederle la soluzione a tutti i nostri problemi, vita e morte compresi.