Venerdì 26 Aprile 2024

Twitter cambia. Per alcuni post si dovrà pagare

L’obiettivo: guadagnare anche oltre la pubblicità. Abbonamento da 4,99 dollari per alcuni contenuti

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Qualcosa si muove nel mondo delle piattaforme social. Dopo il braccio di ferro del governo australiano con Google e Facebook sui contenuti da pagare agli editori, ora è Twitter a mettersi in concorrenza con i giornali, lavorando a un servizio in abbonamento dove gli utenti a pagamento troverebbero i contenuti postati dagli account di più alto profilo. La piattaforma ha annunciato il potenziale nuovo servizio Super Follows durante l’incontro annuale con gli investitori, in cui ha spiegato che punta a 315 milioni di utenti entro il 2023.

Twitter attualmente guadagna solo con annunci e post pubblicitari, mentre con Super Follows potrebbe aggiungere ulteriori entrate trasformando alcuni suoi contenuti in un servizio a pagamento, sul modello di YouTube. "Questo sistema consentirà ai creatori di contenuti e agli editori di essere supportati direttamente dal loro pubblico", ha detto un portavoce, mostrando agli investitori un esempio di abbonamento da 4,99 dollari al mese, che l’utente pagherebbe per ricevere contenuti da account speciali.

L’avvio di questa funzionalità di contenuti in abbonamento – di cui però non è stata resa nota la tempistica – sarebbe il secondo grande cambiamento della piattaforma, da quando il primo tweet è stato lanciato nel 2006, dopo l’estensione del numero di caratteri, dai celebri 140 degli inizi ai 280 caratteri del 2017. "Stiamo ripensando al nostro servizio, ai comportamenti e alle caratteristiche che il nostro prodotto incoraggia o scoraggia quando le persone partecipano alla conversazione su Twitter", ha precisato il portavoce.

L’interesse di Twitter per l’ampliamento del suo modello di business non è nuovo. Già a luglio 2020 il fondatore Jack Dorsey aveva parlato a investitori e azionisti della possibile adozione di un sistema di abbonamento. Nel frattempo, il social network ha condotto un sondaggio per saggiare reazioni e inclinazioni dell’utenza riguardo a questo tema e ha appurato che esiste un forte interesse. L’ipotesi di modalità differenti di finanziamento oltre alla pubblicità, in grado di incrementare gli introiti, viene oggi viene rilanciata e diventa uno degli obiettivi dell’azione, come ha sottolineato Bruce Falck, responsabile appunto dei ricavi del social network.

L’obiettivo è ridurre la dipendenza dalla pubblicità. Per i social network, come per gli editori di giornali, la pubblicità è un’arma a doppio taglio, perché condiziona i contenuti in un modo che riduce la fiducia degli utenti. Per di più, in tempi di crisi, la pubblicità tende a ridursi e questa è una delle ragioni per cui i grandi media internazionali ormai preferiscono basarsi sulla remunerazione dei lettori per contenuti di alta qualità piuttosto che sugli introiti pubblicitari, sempre più scarsi.

 

 

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