Giovedì 13 Febbraio 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Tim, il 22 la decisione sulla vendita di Sparkle

Scatta il conto alla rovescia per la vendita di Sparkle. Il via libera dovrebbe arrivare entro fine mese, se non...

Pietro Labriola, ad di Tim

Pietro Labriola, ad di Tim

Scatta il conto alla rovescia per la vendita di Sparkle. Il via libera dovrebbe arrivare entro fine mese, se non altro perché l’offerta da 700 milioni di euro del Mef e di Retelit scade il prossimo 27 gennaio. Quanto basta per gonfiare le vele dell’ex monopolista in Borsa, dove il titolo ha chiuso con un rialzo del 3,77%.

La data da cerchiare in rosso è quella del 15 gennaio, quando dovrebbe riunirsi il Cda della società per poi arrivare a una deliberazione definitiva una settimana dopo, il 22. Sullo sfondo anche la possibile divisione del gruppo in entità separate per le operazioni Consumer (retail) ed Enterprise (business e pubblico), con Tim Brasil che continuerebbe a conservare la propria autonomia.

Secondo gli analisti, questa accelerazione potrebbe essere legata al nuovo piano industriale che Tim presenterà il 13 febbraio, "per escludere definitivamente l’asset dal perimetro di gruppo".

Il 20 gennaio rappresenta anche la scadenza per negoziare con il governo un accordo sulla restituzione del canone 1998. Gli operatori si aspettano che dal nuovo piano industriale possa arrivare un maggior impulso sulla societarizzazione delle due principali business unit (Consumer e Enterprise), processo che agevolerebbe eventuali aggregazioni industriali o cessioni di asset.

Ma non è escluso che il Cda dedichi attenzione anche su alcune iniziative per semplificare la struttura del capitale (possibile buyback delle azioni di risparmio) e societaria (riduzione del capitale sociale per liberare riserve distribuibili, fusione delle due lussemburghesi Ti International e Ti Finance in Tim), già oggetto di indiscrezioni di stampa.

Sullo sfondo resta l’ombra del possibile contratto da 1,5 miliardi su 5 anni che sarebbe stato firmato dal governo con StarLink per la fornitura di sistemi di comunicazione sicuri per le istituzioni. Il governo ha smentito l’esistenza di un simile contratto. Ma continuano le indiscrezioni sull’esistenza di valutazioni da parte delle istituzioni politiche interessate a questa tipologia di servizio.

Resta il fatto che lo scontro politico in atto potrebbe rallentare o frenare le possibili trattative anche se, in ogni caso, si tratta di segmenti diversi, relativi soprattutto al settore della difesa, che non avrebbero "impatti significativi sul settore delle tlc, vista la peculiarità dei servizi offerti".

Antonio Troise