Venerdì 26 Aprile 2024

"Gruppo Hera protagonista della transizione inclusiva"

Il presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano

Il presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano

UNA TRANSIZIONE giusta. Che non lasci nessuno indietro. Nessun territorio e nessun cittadino, soprattutto quelli in difficoltà di fronte al caro bollette dovuto all’abnorme incremento dei costi dell’energia. È l’obiettivo del Gruppo Hera contenuto nel nuovo bilancio di sostenibilità, frutto di un approccio green della multiutility che ricalca la visione strategica del presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano.

Presidente, il vostro bilancio di sostenibilità torna molte volte sul tema della transizione giusta. Può spiegarci meglio cosa significa?

"Una transizione giusta è quella che non lascia nessuno indietro. Intendiamo supportare i territori che serviamo con questo approccio. Nessuna fuga in avanti, nessuno viene lasciato indietro. Procediamo con passo deciso ma graduale, programmiamo e accompagniamo i territori con soluzioni calate e che tengono conto dei bisogni delle comunità locali. Pensiamo infatti che questo sia l’unico modo di rendere concreto questo percorso, una transizione sostenibile lo è anche dal punto di vista economico e sociale. Questo è il senso più profondo del termine inclusione".

Un termine caro a livello europeo non certo da oggi.

"In coerenza con l’indirizzo europeo abbracciamo questo concetto, ma bisogna ricordare che la nostra azienda mette da sempre al centro la generazione di valore per le comunità. Come rendicontato nel nostro bilancio, nel 2021 abbiamo distribuito 2,2 miliardi di euro sui territori serviti. Sale a 2,9 miliardi, invece, il valore economico complessivo per gli stakeholder: tra questi lavoratori (592,8 milioni), azionisti (217,9 milioni), pubblica amministrazione (115,1 milioni) e circa 1,2 miliardi relativi ai fornitori.

Quali sono le principali novità sul fronte sostenibilità del Gruppo Hera?

"Direi che siamo ormai oltre il concetto di fronte. L’azienda cresce ed evolve tenendo la sostenibilità al centro, ruotandole intorno. Crescita economica e sviluppo sostenibile si alimentano a vicenda in modo armonico. Chi legge il nostro bilancio troverà obiettivi sfidanti che poggiano le loro basi sugli importanti risultati già raggiunti. Una novità tra tutte: quest’anno rendicontiamo, per la prima volta, anche le attività coerenti con la tassonomia dell’Unione Europea, con riferimento in particolare agli obiettivi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. Dal 2023 entrerà in vigore come obbligo normativo e noi, come la nostra storia dimostra, ci faremo trovare pronti avendo già sviluppato e messo in atto in anticipo i saperi necessari. Parliamo ad esempio di investimenti nelle infrastrutture, competenze e formazione, innovazione e digitalizzazione, efficienza energetica e lotta alla povertà energetica. È una responsabilità che sentiamo prima di tutto per i territori che serviamo".

Questo è il primo bilancio dall’introduzione del concetto di ‘corporate purpose’ nello statuto: non bastava quello di Mol a valore condiviso?

"Inserire nello statuto il concetto di scopo, incentrato sulla creazione di valore condiviso, è stata una scelta coerente con l’identità e la storia del Gruppo Hera, che proprio quest’anno compie vent’anni. Del resto, l’impegno per le politiche ambientali e l’attenzione allo sviluppo sostenibile caratterizzano questa impresa da sempre e hanno raggiunto la piena maturità con la valorizzazione e rendicontazione puntuale delle attività che, oltre a generare margini, rispondono agli obiettivi dell’Agenda Onu e delle politiche nazionali e internazionali in materia di sostenibilità. Si tratta appunto del margine operativo lordo a valore condiviso, salito a 570,6 milioni nel 2021 (+25,4% sul 2020) e corrispondente al 46,6% del Mol complessivo. Proiettandoci al 2025, questo valore salirà a quota 55,6% del totale, per arrivare al 70% nel 2030. In questo senso possiamo definirci pionieri: la sostenibilità costituisce a tutti gli effetti una leva di business trasversale a tutte le attività".

La gran parte dei temi a cui abbiamo accennato sono rilevanti anche per i fondi del Pnrr. Avete progetti in grado di intercettare questi fondi?

"Certo. Già il nostro Piano Industriale presentato a gennaio delineava un’ampia serie di interventi e progetti in grado di intercettare anche le opportunità di finanziamento del Pnrr. Un esempio tra tutti è l’impianto per il riciclo delle plastiche rigide che stiamo realizzando nel Modenese, ma mi vengono in mente anche i progetti per migliorare quantità e qualità della raccolta differenziata (puntiamo a raggiungere il 76% nel 2025), come l’installazione prevista di circa 62mila cassonetti informatizzati ‘Smarty’, automatizzati e telegestiti da remoto. Sono investimenti importanti a cui abbiamo comunque già destinato una fetta importante di risorse".

 

 

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