Mercoledì 24 Aprile 2024

"Bottiglie in pet? Una miniera sostenibile di riciclo"

Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua

Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua

INSIEME A GERMANIA E FRANCIA, l’Italia si posiziona tra i primi produttori di acqua minerale naturale al mondo. Delle circa 300 marche prodotte nel nostro Paese, ognuna di queste possiede una propria provenienza e storia idrogeologica, così come possiede proprie caratteristiche organolettiche e virtù salutistiche, capaci di consentire al consumatore di scegliere, in una vasta gamma, quella più affine alle sue esigenze. Ma, ad avere un ruolo cruciale, è anche il contenitore in cui quest’ultima viene conservata. Specialmente per ciò che concerne la sostenibilità ambientale, dove un’informazione ‘trasparente’ può tradursi in un’occasione ad hoc, da cogliere al volo, per informarsi sul tema e indirizzare al meglio le proprie scelte. È in questo scenario che Mineracqua – la Federazione che, all’interno di Confindustria, associa le imprese delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente – ha dato il via alla campagna di comunicazione "Davanti a me ho un grande futuro", al fine di promuovere una corretta informazione in merito alle bottigliette in Pet (acronimo di polietilene tereftelato) e porre l’accento sulle proprietà chimico-fisiche di una risorsa riciclabile al 100% e dal basso impatto ambientale.

Con trent’anni di esperienza alle spalle, Mineracqua è una realtà che opera, a livello territoriale, come motore di sviluppo economico ed occupazionale in aree geografiche non industrializzate e periferiche rispetto ai principali distretti produttivi. In queste zone, le imprese del comparto concorrono alla valorizzazione delle risorse idriche, introducendo importanti investimenti nel rispetto del contesto ambientale locale. Tra i molteplici obiettivi perseguiti, anche quello di sensibilizzare i decisori economico-istituzionali e il grande pubblico riguardo la peculiarità degli imballaggi e l’attenzione al riciclo. "Come spiega la sua definizione, l’acqua minerale è quella pura all’origine, le cui caratteristiche devono essere mantenute fino al suo consumo. Sotto questo punto di vista, risulta dunque evidente come il contenitore rivesti un’importanza basilare: non può esistere, infatti, un’acqua minerale sfusa, il cui contatto con l’ambiente esterno causerebbe la perdita della sua purezza originale – spiega Ettore Fortuna (nella foto a destra), vicepresidente di Mineracqua –. Queste caratteristiche riescono ad essere ben mantenute grazie alle bottigliette in pet, ideale per la conservazione e ulteriormente sviluppatesi anche in merito alla richiesta, da parte della distribuzione, di contenitori più agili".

"Se precedentemente ad essere utilizzato era il pvc, questo venne poi imputato di sprigionare, in sede di riscaldamento, acido cloridrico e quindi diossina – continua Fortuna –. Nel giro di pochissimo tempo, le imprese si sono quindi riconvertite al pet, un polimero eccezionale. A dimostrare la sua sicurezza, non solo per ciò che riguarda il contenuto ma anche sotto il profilo del contenitore, è anche il fatto che l’unica acqua minerale che può entrare ora nei reparti covid sia in pet". Uno sguardo, poi, all’importanza del riciclo che ruota intorno alla nobile materia. "Dopo l’uso, la si può conferire nella raccolta differenziata. Sebbene oggi constatiamo la presenza di molte superficialità o fake news a riguardo, il pet ha in realtà una caratteristica prevalente su tutte. Non solo si ricicla al 100%, ma è capace di dare vita allo stesso prodotto per il quale è stato utilizzato la prima volta. Questa plastica, per quanto ci riguarda, chiude realmente l’economia circolare". In altre parole, "in una bottiglia di oggi, c’è già la bottiglia di domani", come spiega il pay off della campagna di comunicazione, che accende i riflettori sul sistema ‘bottle to bottle’ attraverso cui, grazie allo sviluppo e al perfezionamento delle tecniche di riciclo consentite dal pet, una bottiglia post-consumo può convertirsi in una nuova e pronta all’uso.

"Questo comporterà una minore immissione di plastica sul mercato, che già si è realizzata nel corso degli ultimi dieci anni, in quanto la quantità complessiva di Pet è rimasta sì invariata, ma a fronte di un aumento delle vendite del 30% - conclude -. Risultati raggiunti grazie alla riduzione del peso delle bottiglie, ma soprattutto ad investimenti significativi nello sviluppo di sistemi innovativi di eco design ed eco efficienza. La sostenibilità è sempre stata presente nel nostro dna". Infine, "produrre una bottiglia di Pet inquina molto meno rispetto ad altri materiali: una lattina o una bottiglia di vetro emette molte emissioni di CO2 – conclude –. Una bottiglia da mezzo litro in plastica, infatti, è quattro volte più sostenibile di una in vetro, e 4,5 volte di una lattina da 33 centilitri in quanto questi ultimi risultano essere altamente energivori. Teniamolo a mente".

Giorgia De Cupertinis

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