Mercoledì 24 Aprile 2024

Automotive, il rilancio passa dalle tecnologie

Un'azienda di produzione auto (Archivio)

Un'azienda di produzione auto (Archivio)

LE NUOVE tecnologie di processo e automazione sono essenziali per il rilancio della filiera dell’auto. A sottolinearlo è il 67% delle imprese del settore che ha partecipato allo studio "Automotive Suppliers Survey 2022", l’esclusiva ricerca condotta da Deloitte con il contributo scientifico del Politecnico di Milano e il supporto dell’Anfia, l’Associazione Nazionale della Filiera Italiana Automotive. La priorità gestionale delle imprese maggiormente citata (77%), riguarda lo sviluppo del capitale umano e di nuove competenze mentre per lo sviluppo delle risorse, le imprese stanno investendo sull’acquisizione di nuove skill, competenze e know-how (86%), e sulle attività di innovazione e R&D (84%).

"Dato l’effetto congiunto di eventi socio-economici imprevisti e dirompenti, che si aggiungono ai cambiamenti strutturali del mercato e alle trasformazioni radicali sotto il profilo tecnologico, le imprese della filiera sono chiamate a ripensare a fondo le proprie strategie e modelli di business, al fine di mantenere competitività in un contesto altamente mutevole", spiega Franco Orsogna, partner Deloitte Italia, commentando i risultati della ricerca che ha l’obiettivo di delineare e approfondire il sentiment e la percezione delle imprese italiane di componentistica riguardo alle prospettive di ripresa e rilancio della filiera Automotive.

Nell’analisi di Deloitte le aziende rivelano un significativo ottimismo nella resilienza della filiera nazionale: quasi la metà (43%) si dichiara fiduciosa, rispetto a una netta minoranza (16%) che esprime invece un outlook negativo. Considerate fondamentali per il rilancio della filiera la capacità di sfruttare l’automazione e le nuove tecnologie di processo (67%) oltre alla capacità di integrare le nuove tecnologie con quelle esistenti (60%). Altrettanto centrale emerge il ruolo delle istituzioni nazionali (ad esempio il Mise) e sovra-nazionali (ad esempio la Commissione Ue), date le priorità di intervento identificate dal cluster come l’alleggerimento degli oneri fiscali (basilare per il 71%), seguito dal potenziamento degli incentivi all’adozione di tecnologie innovative (69%) e da una semplificazione burocratica che favorisca anche gli investimenti esteri in Italia (66%).

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