
I nuovi laureati hanno nel loro percorso di studi più tirocini ed esperienze all'estero ma aumenta (di poco) il tempo necessario per laurearsi
Brescia, 11 giugno 2025 – Incrementi per le esperienze di tirocinio, studio all’estero e mobilità per motivi di studio e un lieve peggioramento dei dati relativi all’età alla laurea e alla regolarità negli studi. Sono queste le due principali novità che emergono dal nuovo Rapporto AlmaLaurea, presentato a Brescia, in relazione al Profilo dei laureati, un’indagine che registra una sostanziale stabilità dei principali indicatori. Ma vediamo, in sintesi, l’andamento delle principali variabili.
Età alla laurea e regolarità negli studi in lieve peggioramento
L’età alla laurea, per il complesso dei laureati nel 2024, è pari a 25,8 anni (con evidenti differenze in funzione del tipo di corso di studio: 24,5 anni per i laureati di primo livello, 27,1 per i laureati magistrali a ciclo unico e 27,4 per i laureati magistrali biennali). L’età alla laurea si è ridotta in misura apprezzabile negli ultimi anni (era 26,5 anni nel 2014), anche se negli ultimi due anni si è assistito ad una lieve ripresa (+0,2 anni rispetto al 2022). La regolarità negli studi, che misura la capacità di concludere il corso di laurea nei tempi previsti dagli ordinamenti, riguarda il 58,7% dei laureati del 2024. Fino al 2022 si è registrato un miglioramento costante e marcato della regolarità negli studi (anche per effetto della proroga della chiusura dell’anno accademico concessa agli studenti per l’emergenza Covid-19). Dal 2023 si è però assistito, per la prima volta dopo 12 anni, a un lieve ridimensionamento della quota di laureati regolari (-1,0 punti percentuali rispetto al 2022), nonostante la conferma della proroga della chiusura dell’anno accademico; nel 2024 si è verificato un ulteriore calo (-2,8 punti percentuali rispetto al 2023), dovuto molto probabilmente alla sospensione di tale proroga.
Oltre la metà dei laureati è donna, ma sono ancora poche nelle discipline stem
Si conferma che oltre la metà dei laureati in Italia è di genere femminile: nel 2024 è il 59,9%, quota che risulta tendenzialmente stabile negli ultimi dieci anni. Le donne hanno un’incidenza più alta nei corsi magistrali a ciclo unico: 69,4% rispetto al 57,8% nei magistrali biennali e al 59,4% nei corsi di primo livello. Si rileva una forte differenziazione nella composizione per genere dei vari ambiti disciplinari, confermando la maggiore propensione delle donne a scegliere percorsi umanistici rispetto a quelli scientifici, in particolare quelli dell’area STEM (science, technology, engineering, mathematics). Nel 2024 le donne rappresentano il 41,1% dei laureati nelle discipline STEM, quota che è rimasta ferma dal 2014. Nei corsi di primo livello e nei percorsi magistrali biennali, la composizione per genere dei vari ambiti disciplinari segue le medesime tendenze: le donne hanno una maggior propensione in particolare per i gruppi (nell’ordine) di educazione e formazione, linguistico e psicologico. È interessante notare che nei corsi magistrali a ciclo unico le donne prevalgono in tutti i gruppi disciplinari: dal 95,6% nel gruppo educazione e formazione al 61,7% nel gruppo architettura e ingegneria civile.
Estrazione socio-culturale: la famiglia incide sulle scelte formative
Il 32,2% dei laureati 2024 ha almeno un genitore con un titolo di studio universitario (nel 2014 era il 28,0%). Tale quota è pari al 30,2% tra i laureati di primo livello, sale al 32,0% tra i magistrali biennali e al 43,6% tra i magistrali a ciclo unico; dunque, i dati evidenziano il ruolo della famiglia di origine sulle scelte formative dei giovani. A tal proposito, si osserva una certa coerenza tra ambito disciplinare del titolo universitario dei genitori e dei figli: tra i laureati che hanno almeno un genitore laureato, il 20,5% completa gli studi nello stesso gruppo disciplinare di uno dei genitori, quota che sale al 37,5% tra i laureati magistrali a ciclo unico, ossia all’interno delle lauree che portano più frequentemente alla libera professione (raggiungendo il 41,2% tra i laureati del gruppo giuridico e in quello medico e farmaceutico). Del tutto analoghe le considerazioni se si prende in esame l’origine sociale dei laureati, calcolata in base alla posizione professionale dei genitori: i laureati con origine sociale elevata, ossia i cui genitori sono imprenditori, liberi professionisti e dirigenti, sono nel 2024 il 22,4% (20,9% fra i laureati di primo livello, 22,0% fra i magistrali biennali, ben il 32,2% fra i laureati magistrali a ciclo unico).
Background formativo: prevalgono i percorsi liceali
I laureati del 2024 provengono prevalentemente da percorsi liceali (73,0%), in particolare da quelli scientifici, linguistici e classici (rispettivamente 37,5%, 11,9% e 11,7%). Segue il diploma tecnico, che riguarda il 19,7% dei laureati, mentre è del tutto marginale il diploma professionale (3,3%). A partire dal 2018, alla contrazione rilevata per il diploma liceale è corrisposta una leggera ripresa dei diplomati tecnici e professionali.
Valutazione del percorso universitario
Tra i risultati più rilevanti dell’indagine sul Profilo dei laureati si evidenziano i giudizi che hanno rilasciato i laureati coinvolti nelle rilevazioni di AlmaLaurea e che indicano una generale soddisfazione per i diversi aspetti dell’esperienza di studio compiuta, indipendentemente dal tipo di corso concluso. In particolare, l’88,5% dei laureati si dichiara soddisfatto dei rapporti con il personale docente e l’81,8% dell’adeguatezza delle aule. Un elemento di sintesi dei vari aspetti dell’esperienza universitaria è rappresentato dalla soddisfazione complessiva per il corso di laurea, rispetto al quale il 90,2% dei laureati si dichiara soddisfatto (nel 2014 era pari all’85,9%). Rispetto al percorso universitario intrapreso, va sottolineato un giudizio positivo, evidenziato da quel 72,2% dell’intera popolazione raggiunta da AlmaLaurea che confermerebbe la scelta sia del corso sia dell’ateneo, quota in crescita rispetto al 2014 (66,7%).
Borse di studio: fruizione in aumento
Fra i laureati nel 2024 il 27,8% ha usufruito di una borsa di studio. La fruizione della borsa di studio è in crescita negli ultimi anni (+5,6 punti percentuali rispetto al 2014, anche se l’aumento è più marcato in particolare negli ultimi sei anni), probabilmente per effetto degli interventi normativi più recenti che hanno allargato la platea dei beneficiari (ampliamento NoTax area e fasce ISEE per cui sono previste esenzioni complete o parziali). Nello stesso periodo è fortemente aumentata la soddisfazione dei laureati sia per i tempi di erogazione della borsa di studio, sia per l’adeguatezza dell’importo (rispettivamente di oltre 12 e di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2014).
Tirocini curriculari in tendenziale aumento
Nel 2024 si conferma la ripresa delle esperienze di tirocinio curriculare, che riguardano il 61,0% dei laureati. Nel 2014 coinvolgevano il 56,8% dei laureati e fino al 2019 si è evidenziata una costante crescita (portando tale quota al 59,9%), cui è seguita un’apprezzabile contrazione (di quasi 3 punti percentuali) tra il 2020 e il 2021, verosimilmente imputabile alla situazione pandemica. Dal 2022 la quota di laureati con questa esperienza è tornata a crescere e raggiunge il livello massimo nel 2024 (quasi +4 punti percentuali rispetto al 2021). La soddisfazione per l’esperienza di tirocinio curriculare riguarda il 94,3% dei laureati.
Mobilità per motivi di studio: si conferma la direzione sud-nord
Il Profilo dei laureati 2024 conferma che la mobilità per ragioni di studio è in tendenziale aumento e che su tale fenomeno esercita un peso rilevante la ripartizione geografica di conseguimento del diploma. Le migrazioni per ragioni di studio, infatti, hanno una direzione molto chiara, quasi sempre dal Mezzogiorno al Centro-Nord: il 28,7% dei laureati che ha conseguito il diploma al Mezzogiorno ha scelto un ateneo di una ripartizione geografica diversa (quota, tra l’altro, in costante aumento, era il 23,2% nel 2014), rispetto al 14,3% di chi ha conseguito il diploma al Centro e al 4,3% di chi ha conseguito il diploma al Nord. Si conferma, inoltre, la maggiore propensione alla mobilità per ragioni di studio dei laureati che provengono da contesti più favoriti: concentrando l’attenzione sul flusso dei laureati del Mezzogiorno che si spostano in atenei del Centro-Nord, tale quota oscilla tra il 34,3% di chi proviene da contesti più favoriti e il 23,0% di chi invece proviene da contesti meno favoriti.
Esperienze di studio all’estero in tendenziale aumento
È pari a 10,3 la percentuale di laureati del 2024 che ha maturato un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea. Si tratta nella maggior parte dei casi (8,6%) di esperienze svolte con programmi dell’Unione europea (Erasmus in primo luogo), mentre le altre esperienze riconosciute dal corso di studio (Overseas, tesi all’estero ecc.) sono molto meno diffuse (meno del 2%). La quota di laureati che ha maturato un’esperienza di studio all’estero riconosciuta durante il corso di studio, che era leggermente aumentata fino al 2020 (quando si era attestata all’11,3%), si è ridotta in modo rilevante nel 2021 e nel 2022 (quando era scesa rispettivamente all’8,5% e all’8,3%). Negli ultimi due anni, invece, si è registrata una ripresa di tali esperienze (+2,0 punti percentuali) rispetto agli anni precedenti condizionati dalla pandemia. Le esperienze di studio all’estero riconosciute hanno coinvolto il 7,8% dei laureati di primo livello del 2024, il 14,8% dei laureati magistrali a ciclo unico e il 13,2% dei laureati magistrali biennali; a questi ultimi si aggiunge un’ulteriore quota di laureati che hanno partecipato a programmi di studio all’estero durante il percorso di primo livello, per un totale del 18,4% nell’arco del “3+2”. A maturare queste esperienze sono in particolare i laureati dei gruppi linguistico (di primo e di secondo livello), dato che si conferma nel tempo; al contrario, sono meno diffuse tra i laureati dei gruppi scienze motorie e sportive e educazione e formazione. Le condizioni socio-culturali ed economiche della famiglia di origine (livello di istruzione dei genitori e status sociale) costituiscono fattori selettivi nei confronti della possibilità di accesso allo studio all’estero. Tra i laureati con genitori entrambi laureati la partecipazione alle esperienze di studio all’estero è pari al 16,3%, mentre tra i laureati con genitori non diplomati tale partecipazione scende al 7,0%. La valutazione dell’esperienza di studio all’estero è molto elevata, con percentuali di soddisfazione che oltrepassano stabilmente negli ultimi anni il 95%. Inoltre, è da sottolineare come chi ha svolto un periodo di studio all’estero (riconosciuto dal proprio corso di laurea o svolto su iniziativa personale) ha maggiori probabilità di essere occupato a un anno dal conseguimento del titolo rispetto a chi non ha mai svolto un soggiorno all’estero (+7,9%).