Giovedì 25 Aprile 2024

Plastic tax, la soluzione del patron di Acqua Sant’Anna. "Vuoti a rendere"

"Il nuovo balzello italiano non salverà l’ambiente ma farà solo danni all’economia"

Alberto Bertone, presidente e ad di Acqua Sant'Anna

Alberto Bertone, presidente e ad di Acqua Sant'Anna

Milano, 8 novembre 2019 - "Con la Plastic tax non si salva l’ambiente, ma si uccide l’economia". Per Alberto Bertone, patron delle Fonte di Vinadio-Acqua Sant’Anna (280 milioni di ricavi e 200 dipendenti), azienda che ha fondato 22 anni fa nell’omonimo piccolo comune del Cuneese, si tratta di una scelta senza senso. "I politici decidono senza conoscere la materia. Come si possono mettere mille euro di tassa su una tonnellata di polietilene tereftalato, quello che si utilizza per le bottiglie dell’acqua, che costa 700 euro! Il 130% in più: come se un’auto da 50mila euro costasse 120mila".

Se la tassa restasse così che cosa succederà? "Che una bottiglia d’acqua minerale da 50 centesimi costerebbe 1 euro. Crollerebbero i consumi, lo Stato non incasserebbe 2 miliardi e la filiera, compresi i produttori di plastica e di macchinari, subirebbe un pesante contraccolpo con chiusure di impianti e licenziamenti. Anche noi abbiamo sospeso gli investimenti per ampliare la capacità produttiva".

La plastica però inquina e anche la Ue vuole ridurne l’uso. "Il problema non è la plastica, ma – come per il vetro o l’alluminio – i rifiuti. Se finisce in mare e non si ricicla è colpa dell’uomo".

Quindi? "Se i politici si informassero saprebbero che negli Usa e in molti Paesi europei, il problema è stato affrontato con il deposito sulle bottiglie di plastica. In Germania si pagano 25 centesimi che vengono resi quando si restituisce la bottiglia. Da noi basterebbero 5 o 10 cent. In America non si trova in giro una bottiglia di plastica, perché al massimo sono i senza tetto che le recuperano per incassare la cauzione".

Un’altra soluzione sarebbe l’utilizzo di bioplastiche. Voi siete stati i primi? "Sì, al mondo, quindici anni fa con bottiglie compostabili fatte con un polimero ricavato dagli scarti del mais. Da oltre un anno queste bioplastiche sono diventate molto costose e la produzione è satura dato che vengono utilizzate per altri prodotti come le cialde del caffè o i filtri delle sigarette elettroniche. Serviranno almeno 10-15 anni perché si sviluppino questi impianti".

Si potrebbe ovviare con la plastica riciclata? "Tre anni fa non si poteva usare il riciclato per il settore alimentare poi la legge è arrivata a prevedere la presenza di plastica riciclata da un minimo del 25 a un massimo del 50%. Ma non c’è una produzione nazionale sufficiente e deve essere importata con un costo di gran lunga superiore alla materia prima vergine".

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