Un futuro inquieto. Così immaginano il domani la maggioranza degli italiani, che si trovano intrappolati in una vita "inattesa". Tra desideri e realtà si spalanca un divario: vive secondo le proprie aspettative solo un italiano su dieci. Soprattutto per la lower class e le donne, il quadro che emerge dalla fotografia dell’Ufficio Studi dell’Associazione nazionale cooperative di consumatori di Coop e Nomisma, è più scoraggiante rispetto a quello auspicato.
Intanto, l’Istat segnala, nel secondo trimestre del 2024, che il Pil ha registrato un lieve aumento su base congiunturale, registrando il quarto tasso di crescita consecutivo. Sempre a luglio un nuovo record di occupati, che nel primo semestre del 2024 superano i 24 milioni, con una crescita delle donne ma non dei giovani. Il tasso di occupazione sale così al 62,3 per cento, con un rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno. Ma – attesta il Rapporto di Coop, illustrato dalla presidente Maura Latini – anche se si lavora di più, il lavoro non paga. Aumentano le ore lavorate, mentre lo stipendio continua a non essere soddisfacente. Una fatica di Sisifo che si traduce in uno stipendio inadeguato alle esigenze personali e familiari (per 8 italiani su dieci) e per l’impegno lavorativo richiesto (7 italiani su 10).
La retribuzione oraria media contrattuale, tuttavia, stando alla nota sull’andamento dell’economia italiana dell’Istat, è in lieve crescita nel primo semestre: a fronte di un incremento dei prezzi del 0,9 per cento, segna un +3,1 per cento. A crollare è però la produzione industriale. Dopo la ripresa di maggio e giugno (+ 0,5 per cento), in luglio si registra una nuova vertigine del 0,9 per cento. Da maggio 2022, la riduzione complessiva è stata pari al 6,7 per cento. Oltre ad auto e lusso, soffre soprattutto il settore tessile, con abbigliamento e pelli che flettono del 25,0 per cento, e l’industria del legno arredo del 20 per cento. A complicare la bassa produttività delle aziende italiane, i conflitti internazionali. Non a caso, quello che gli italiani temono di più, ancor prima del cambiamento climatico, sono le guerre. La stragrande maggioranza (92 per cento) del campione analizzato nel rapporto Coop, ritiene infatti che l’Italia potrebbe aumentare la spesa in armamenti e, addirittura, un italiano su due si dice favorevole al ripristino della leva obbligatoria. Con parità di genere, però.
Tornando al carrello della spesa, è il risparmio a guidare gli acquisti, primo criterio di scelta per il 75 per cento degli italiani. Acquisti sobri ed essenziali, per una vita "al risparmio", dove i sacrifici difendono la qualità della vita. Il potere d’acquisto nel nostro ha recuperato i livelli pre-pandemia e sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio importanti.