Mercoledì 24 Aprile 2024

Reti investe sulla qualità di vita dei dipendenti

SULLE PARETI ci sono i quadri di Jannis Kounellis e Mario Schifano. Nei corridoi si sente il profumo degli alberi d’arancio. Gli ambienti sono invasi dalla luce naturale proveniente da lucernari. Fra gli arredi spuntano icone di design come il Pratone di Gufram o le poltrone di Gaetano Pesce. L’headquarter di Reti, tra i principali player italiani dell’IT consulting, è l’antitesi dell’ambiente grigio e angusto. Si trova a Busto Arsizio, nel Varesotto, in una delle aree più produttive della Lombardia. Il cuore dell’azienda fondata nel 1994, prima e unica società benefit e B-Corp quotata su Euronext Growth Milan, è il Campus Reti, un ex cotonificio nel centro città rigenerato secondo i princìpi di natura, arte, innovazione e sostenibilità. Si articola in sei edifici principali che si sviluppano da est a ovest oltre alla villa d’epoca e ad una storica foresteria ricavata da una casa operaia di inizio Novecento, per una superficie di ventimila metri quadrati. A lavorarci sono circa 400 dipendenti, età media 30 anni. Sono sistemisti, sviluppatori, analisti funzionali, progettisti, data scientist, esperti di Intelligenza artificiale e cybersicurezza. "Reti è un system integrator, prende per mano i clienti e li accompagna nella trasformazione digitale e delle nuove tecnologie come il cloud" chiarisce il presidente e amministratore delegato di Reti Spa, Bruno Paneghini.

Il Campus è uno spazio versatile che unisce luoghi operativi di lavoro, sale polifunzionali e aree di incontro. C’è anche un auditorium da 350 posti aperto alla comunità. Gli smart building sono realizzati con materiale ecosostenibile – vetro, acciaio, legno – alimentati da energia proveniente da fonti rinnovabili. I fabbricati sono connessi tra loro e automatizzati attraverso un sistema di gestione centralizzato. L’obiettivo è massimizzare l’efficienza energetica: le luci ad esempio si spengono da sole, le veneziane si abbassano o alzano in modo automatico. Ma soprattutto l’ambiente è intriso di luce e armonia, secondo la lezione di Adriano Olivetti che Paneghini ha assorbito direttamente, lavorando negli uffici negli anni Ottanta. "Nessuna sede della Olivetti conosceva la bruttezza" ricorda Paneghini. Così è per Campus Reti. Negli spazi indoor ci sono alberi da frutto, come l’arancio o una pianta di limoni da Alicante che ha più di 70 anni.

Fra gli arredi ci sono oggetti di design firmati da Gufram, Seletti. Gaetano Pesci. E sulle pareti c’è la collezione privata Paneghini, composta da trecento pezzi con opere, fra gli altri, di Kounellis, Schifano, Spalletti, Zorio, Icaro, Nunzio.

"L’arte ha la capacità di far riflettere e ispirare le persone che noi consideriamo il vero tesoro della nostra azienda. Il nostro obiettivo è farle stare bene" aggiunge l’ad. L’azienda promuove anche un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro. In linea con le esigenze emerse di una ricerca recente di ManpowerGroup, "What Workers Want", condotta su oltre 5.000 lavoratori in cinque Paesi, che evidenza la richiesta delle persone di una flessibilità ritagliata sulle loro esigenze.

Il 51% vuole scegliere l’orario di inizio e fine lavoro e il 17% sarebbe disposto a rinunciare a un giorno di stipendio per lavorare quattro giorni alla settimana.

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