Mercoledì 24 Aprile 2024

Meno smog, più stress Smart working a due facce

Migration

LO SMART WORKING divide il mondo del lavoro. A rilevare i vantaggi di questa modalità, che in due anni di pandemia è passata in Italia da mezzo milione a oltre 5 milioni di persone coinvolte, è un’indagine frutto della partnership tra Stantec e Dilium con il Sustainability & Circular Economy Lab, in collaborazione con l’Università di Bologna e Manageritalia Emilia-Romagna, secondo cui lo smart working ha determinato meno inquinamento, risparmio di tempo perso in spostamenti e costi, dipendenti più felici e anche più produttivi in azienda. Infatti, in sei mesi di smart working parziale (2-3 giorni a settimana), oltre 300 dipendenti di 11 aziende hanno evitato spostamenti per oltre 700mila chilometri, pari a più di 17 giri dell’Equatore, ed emissioni di CO2 pari a quelle assorbite in un anno da una foresta di 32 ettari.

Non solo: i dipendenti hanno risparmiato su costi (carburante, pedaggi e parcheggi), tempo (-14.000 ore di spostamento casa-lavoro) e guadagnato in qualità della vita. Tempo e soldi dedicati invece alla famiglia, al benessere, allo sport e anche alla formazione. I lavoratori si sono detti soddisfatti anche del proprio lavoro: il 37% degli intervistati si è dichiarato meno stressato, il 25% più concentrato e il 7% più creativo; solo il 4% preferisce lavorare sempre in ufficio.

Tanti anche i benefici per le aziende, che hanno così dipendenti più sereni, collaborativi e produttivi. I responsabili delle risorse umane hanno infatti rilevato un miglioramento complessivo della produttività, del lavoro per obiettivi, e delle competenze digitali delle persone. Anche la digitalizzazione delle procedure e dei modelli organizzativi è migliorata, insieme all’uso degli spazi e alla gestione dei costi. Il segreto del successo, secondo i ricercatori, è la gestione manageriale a supporto di una profonda trasformazione organizzativa e digitale.

Ma, insieme a indubbi benefici, questa trasformazione ha portato anche alcuni svantaggi per chi affronta il lavoro da casa, come conferma il rapporto 2022 di Nfon che ha intervistato gli smart worker di sei Paesi europei. Secondo i dati raccolti, per oltre un lavoratore su tre la nuova situazione ha aumentato lo stress. Lo smart working pesa per i dipendenti soprattutto per l’assenza di interazione sociale con i colleghi. La battuta con il vicino, la pausa caffè per fare due chiacchiere, ma anche la possibilità di scambiare opinioni e chiedere aiuto al collega crea maggior stress per il 36% degli intervistati. A peggiorare lo stato di chi lavora da casa c’è anche la difficoltà a dividere nettamente la vita lavorativa da quella privata, lo stress tecnologico – con i problemi spesso di connessione – e il fatto di essere contattabili senza un orario di lavoro ben definito.

Un altro paradosso che emerge dalla ricerca di Nfon riguarda il bilanciamento tra lavoro e tempo libero. Per quasi tre lavoratori su dieci, infatti, con lo smart working è aumentato il carico di lavoro, mentre per un lavoratore su quattro è cresciuto il numero di ore che dedica al lavoro.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro