Mercoledì 24 Aprile 2024

L’incertezza economica cambia pelle ai dipendenti

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L’INCERTEZZA economica post pandemia riporta indietro le lancette del tempo. Spingendo i dipendenti a ridefinire le aspettative nei confronti del datore di lavoro, al quale oggi chiedono soprattutto un’occupazione stabile, stipendio e benefit e un’attenzione rinnovata alla cultura del lavoro. Un ritorno all’essenziale, dunque, certificato dal nuovo studio di Bcw, agenzia globale di comunicazione integrata, che ha coinvolto oltre 13.000 persone di cinque differenti settori in 15 Paesi in tutto il mondo. L’indagine rivela che per un lavoratore su due un’occupazione stabile (52%), un posto di lavoro comodo e sicuro (50%), stipendio e benefit (49%) e la cultura del lavoro (48%) sono gli aspetti più importanti tra i 62 proposti, più del tanto dibattuto tema dello smart working che si colloca solo al 12° posto (44%).

A livello globale, il 50% dei dipendenti non prevede di cambiare l’attuale occupazione nei prossimi 12 mesi, e questa intenzione registra un aumento del 18% per chi si dichiara soddisfatto di aspetti fondamentali quali stipendio, stabilità e posto di lavoro. Ma per le organizzazioni che, oltre a soddisfare queste richieste, si impegnano a creare una cultura del lavoro positiva, l’intenzione di rimanere aumenta del 24%, così come la soddisfazione professionale aumenta del 56% e c’è un 68% in più di possibilità che il dipendente dia un giudizio positivo del proprio responsabile. Le cifre indicate sono addirittura superiori tra i dipendenti Millennial e della Generazione Z, che si dichiarano più intenzionati a restare (30%) quando tutte queste esigenze vengono soddisfatte rispetto a chi lavora in organizzazioni che non lo garantiscono.

In Italia, le tre aspettative principali tra i dipendenti sono in linea con le tendenze globali: un’occupazione stabile (58%), un posto di lavoro comodo e sicuro (55%) e uno stipendio remunerativo (54%). Seguono i permessi pagati (54%) e l’indennità di malattia (51%). Inoltre, tra le 10 principali aspettative di un dipendente, in sesta posizione (51%) rispetto al 16° posto (45%) a livello globale, ci sono anche la richiesta di un carico di lavoro gestibile e pretese ragionevoli da parte del datore di lavoro. Seguono, al 50%, un adeguato piano pensionistico, la fiducia nei manager e strumenti e tecnologia (7° posto).

In forte contrasto con i risultati globali, solo un elemento tra tutti quelli che determinano la cultura del lavoro conquista la ‘top 10’ delle attese dei dipendenti in Italia, ossia una comunicazione interna aperta e onesta (49%). È interessante osservare che, tra i dipendenti appartenenti alla Generazione Z, fattori importanti quali stipendio e benefit si collocano solo al 22° posto (48%), a differenza dei Baby Boomer che indicano come esigenza prioritaria uno stipendio remunerativo (al primo posto con il 69%).

Dal confronto tra le aspettative nei confronti dei datori di lavoro e la valutazione delle loro effettive prestazioni, emerge un gap medio di 17 punti percentuali tra quello che i dipendenti si aspettano e quello che vivono ogni giorno in fatto di benessere (16 punti), comunicazione interna (17 punti), democrazia sul posto di lavoro e voce dei dipendenti (16 punti) e leadership (17 punti), che sono le aree in cui le organizzazioni devono impegnarsi per colmare la distanza con i propri dipendenti. In Italia la differenza tra le attese dei lavoratori e il vissuto quotidiano è ancora più ampia: significativi i gap su riconoscimento dei dipendenti (20 punti), efficacia della leadership e capacità di prendere decisioni (21 punti) e benessere (24 punti).

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