Inps, il Covid fa crollare le assunzioni. Ad aprile: -83%

Tutte le tipologie contrattuali sono state interessate. In maniera accentuata per tutte le assunzioni con contratti di lavoro a termine

La sede dell'Inps Roma Casilino Prenestino (Imagoeconomica)

La sede dell'Inps Roma Casilino Prenestino (Imagoeconomica)

Roma, 23 luglio 2020 - Crollano le assunzioni nel primo quadrimestre del 2020. Ad aprile il dato è allarmante: -83%. I dati dell'Inps dell'osservatorio sul precariato parlano di 1.439.000 assunzioni attivate dai datori di lavoro da gennaio ad aprile 2020, -39% rispetto allo stesso periodo del 2019. Sul tema lavoro pesa l'emergenza legata alla pandemia da Covid-19 e le conseguenti restrizioni, nonché la più generale caduta della produzione e dei consumi.

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Tutte le tipologie contrattuali sono state interessate; in maniera nettamente accentuata ciò si osserva per tutte le assunzioni con contratti di lavoro a termine (stagionali, intermittenti, somministrati, a tempo determinato). La consistenza dei lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale (Cpo), ad aprile si attesta intorno alle 4.000 unità (in forte diminuzione rispetto allo stesso mese del 2019); l'importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 240 euro.

Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del libretto famiglia (LF), ad aprile 2020 essi risultano circa 52.000, in aumento del 458% rispetto ad aprile 2019, la crescita è da riferirsi essenzialmente all'introduzione del bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting previsto dall'articolo 23 decreto 'Cura Italia', il cui pagamento è effettuato con i titoli del libretto famiglia; l'importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 491 euro. Nel primo quadrimestre del 2020 le cessazioni nel complesso sono state 1.701.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. "Tale diminuzione è stata particolarmente accentuata per i contratti a tempo indeterminato nel bimestre marzo-aprile (-47%) a seguito dell'introduzione, il 17 marzo (DL n. 18, 2020, CuraItalia), del divieto di licenziamento per ragioni economiche" spiega l'Inps.

Il saldo annualizzato delle posizioni di lavoro, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, già in progressiva flessione nel corso della seconda metà del 2019, è divenuto negativo a febbraio (-29.000) ed è rapidamente aumentato a causa della caduta dell'attività produttiva conseguente all'emergenza sanitaria, passando a -279.000 a marzo e raggiungendo, a fine aprile, il valore di -610.000 posizioni di lavoro, rispetto al 30 aprile 2019. L'Inps spiega: "L'impatto del Covid-19 ha fortemente interessato i contratti a termine, accentuandone le tendenze, già in essere, alla flessione. Il saldo dei rapporti a tempo determinato ad aprile 2020 è risultato pari a -499.000. Risultati significativamente negativi si registrano, sempre a fine aprile, pure per gli intermittenti (-91.000), i somministrati (-133.000) e gli stagionali (-169.000)". 

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