L’azienda ’Golinelli 1975’ di Molinella (Bologna) nasce appunto nel 1975, dal proprietario Roberto Golinelli, allora 25enne, assieme alla moglie Manuela. Una coppia già esperta di ristorazione e allevamento, per cui la scelta di aprire una macelleria e salumeria diventa quasi spontanea. «Avendo questo rapporto diretto con l’allevamento, avevamo da subito la sensibilità necessaria per portare avanti un lavoro di qualità, curando le scelte nei dettagli e prediligendo una produzione naturale, legata al territorio e alle tradizioni – spiega Roberto Golinelli –. Con il tempo poi ci siamo allargati, passando da un negozio ‘classico’, per quanto già moderno, di macelleria, a un’area vendita di mille metri».
Golinelli collabora con diverse realtà produttive del territorio: per esempio, l’azienda possiede bovini ospitati da Coprozoo, una cooperativa con terreni biologici. Inoltre, per le razze Romagnole, Chianina e Marchigiana collabora con Igp - Carni italiane vitellone bianco dell’Appennino centrale. «Abbiamo anche laboratori con bollo Cee per le nostre produzioni di salumi tipici, naturali e senza conservanti – prosegue il titolare di Supercarni –, e di paste fresche, come tortellini, tagliatelle, tortelloni, lasagne. Produciamo anche piatti pronti, condimenti tra cui il ragù alla bolognese e altre specialità tipiche».
Nei punti vendita di Molinella e Argelato, il 90% delle vendite di Golinelli Srl è formata da prodotti realizzati nei suoi laboratori. Nel negozio di Molinella oltre ai banchi di carne, gastronomia pronta, salumeria, ortofrutta fresca e scaffali ricolmi di generi vari, sono trattati anche prodotti salutistici, sempre lavorati da Golinelli con il proprio marchio ’Essenza’. Sempre a Molinella, poi, Golinelli ha aperto il ristorantino ’La Gusteria’, aperta tutti i giorni a pranzo, tranne la domenica, e in periodi precedentemente programmati per speciali cene a tema. Oltre ai componenti della famiglia, Golinelli Srl ha più di 50 dipendenti, tutti specializzati e ben integrati. «Parlando di carni italiane posso portare la mia lunga esperienza sul campo, che ricopre 50 anni di tradizione, partendo da quando nel nostro territorio e sulle nostre colline ogni casa colonica e azienda agricola aveva una stalla con qualche capo di bestiame – illustra Golinelli –: bovini da latte e poi razze impiegate per il lavoro. Da noi la Romagnola era diffusa in tutte le province, in ogni zona aveva caratteristiche proprie. Le Chianina, molto sviluppata in altezza e larghezza, era più tipica del centro Italia. La Marchigiana, invece, aveva forme più sviluppate in larghezza e così via, passando per le altre razze tuttora presenti come la Bruna Alpina e la Piemontese, e le più recenti Simmental, Bavaresi, Francesi, perfette per la pianura. Oggi invece – si rammarica Golinelli – tutto questo è cambiato, sono rimasti pochi piccoli allevatori, mentre allevamenti più strutturati comprendono qualche migliaio di capi che servono per di più la grossa distribuzione».
E per quanto riguarda i controlli? «In Italia le verifiche sugli allevamenti di bovini e di tutte le specie in generale, sono capillari – spiega –. Le carni devono avere caratteristiche di crescita indipendenti da fattori esterni che ne aumentino le rese, cioè senza prodotti chimici o farmaceutici. Molte sostanze e sistemi che all’estero sono permessi, da noi, fortunatamente, non lo sono: per questo il marchio allevato in Italia è una garanzia certa e di valore. Gli allevamenti del nostro territorio – chiude Golinelli – sono ecocompatibili. Anzi, credo che in certe zone di montagna, incentivare l’allevamento salverebbe l’ambiente e manterrebbe vitali territori altrimenti destinati all’abbandono. I piccoli produttori vanno aiutati e preservati e non solo esaltati quando tornano utili a una pubblicità. Chi è più vicino e trae vita dalla terra sa come rispettarla e amarla nel migliore dei modi, anche curando il benessere degli animali che vi alleva».
Federica Orlandi
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