Giovedì 2 Maggio 2024

C’era una volta la gita, costi sempre più alti e pochi prof disponibili. Metà degli studenti rinuncia

Il Ministero ha previsto un bonus fino a 150 euro per le famiglie. Rusconi, capo dei presidi di Roma: si punta ormai su destinazioni italiane. "Gli insegnanti accompagnatori non hanno la diaria, serve un fondo"

Roma, 4 marzo 2024 – Da esperienza integrante del percorso formativo a lusso riservato a pochi. Mentre inflazione e caro energia fanno schizzare i prezzi di voli e pacchetti turistici, da nord a sud, dalle elementari al liceo, le molteplici segnalazioni di studenti costretti a rinunciare all’agognato viaggio di istruzione (ri)accendono i riflettori sul fenomeno delle ‘gite d’oro’.

A Genova, a fronte di un preventivo di 700 euro, – cento oltre la soglia massima fissata dal Consiglio d’Istituto – alcune classi dell’ultimo anno del liceo Leonardo Da Vinci hanno dovuto rinunciare a partire per Berlino. Situazione simile a Fano dove, su nove terze, sono state pochissime le famiglie che hanno potuto finanziare la gita a Londra da 1.500 euro (più ‘varie ed eventuali’) organizzata dalla scuola media ‘Nuti’. Fuori budget anche il preventivo di circa 620 euro per tre notti in Andalusia (volo low cost e pranzi esclusi) presentato agli studenti del liceo Augusto di Roma. E questi sono solo alcuni dei casi registrati nelle ultime settimane.

Gite scolastiche sempre più costose per le famiglie italiane
Gite scolastiche sempre più costose per le famiglie italiane

"A livello nazionale vediamo una rarefazione dei viaggi di istruzione, soprattutto all’estero. Questo perché – spiega Mario Rusconi, dirigente del Liceo Scientifico Pio IX Aventino, e presidente Anp Roma – il prezzo medio è di 700-800 euro. Si parte da 400-500 euro per tre giorni a Lisbona per arrivare a 1.500 euro. Si tratta di cifre consistenti che molte famiglie non si possono permettere. L’elemento positivo, ‘ex malo bonum’, è che il Made in Italy si sta affermando anche nei viaggi di istruzione e questo, anche dal punto di vista formativo, è importante.

Nel 2023 – secondo un’indagine dell’Osservatorio gite scolastiche di Skuola.net – solo il 48% degli studenti è riuscito a partire. Se il 17% degli studenti non ha potuto prendere parte al viaggio per ragioni disciplinari, le difficoltà economiche, in maniera diretta o indiretta, sono alla base di quasi un quarto delle rinunce. Sul conto complessivo pesano, in particolare, l’incremento dei prezzi degli aerei, dei trasporti in generale e degli hotel che, secondo le stime, ha fatto lievitare di circa il 20% il costo dei viaggi di istruzione rispetto al periodo pre-pandemia.

Anche quest’anno si è ripetuta quella che ormai è una situazione ciclica: arrivati a gennaio/febbraio – commenta Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – ci si rende conto che le gite costano troppo e che quasi il 50% degli studenti non riesce a partecipare. La stragrande maggioranza delle volte la gita viene proposta al gruppo classe con prezzi esorbitanti, non inferiori ai 600 euro. Di conseguenza può avvenire che partecipi al viaggio solo una parte della classe – dalla metà ai due terzi a seconda delle scuole – oppure, che l’intera classe debba rinunciare".

Per attenuare tali disuguaglianze il ministero dell’Istruzione e del Merito ha previsto un bonus fino a 150 euro per famiglie con studenti che frequentano le istituzioni statali secondarie di secondo grado con Isee inferiore a 5mila euro. "Nei fatti però – sottolinea Notarnicola – i 50 milioni del fondo sono del tutto insufficienti. Bisognerebbe incrementare il fondo ed estendere l’ampiezza del bonus fino a coprire la totalità dell’importo per le famiglie con Isee al di sotto dei 10mila euro e offrire un contributo alle famiglie fino a 25mila euro di Isee".

Alla base di oltre un terzo (34%) dei casi di rinuncia al viaggio di istruzione vi è tuttavia un’altra causa, ovvero la mancanza di insegnanti disponibili ad accompagnare gli studenti. "A fronte di una grande assunzione di responsabilità e di un lavoro extra che con il controllo notturno dei ragazzi negli alberghi impegna 24 ore al giorno, agli insegnati – dopo l’abolizione della diaria prevista per legge – ora, nel migliore dei casi, – sottolinea Rusconi – viene dato un ‘obolo’ dal Fondo di istituto della propria scuola. E per le piccole spese da affrontare durante il viaggio devono provvedere di tasca propria. Bisognerebbe ripristinare un fondo maggiore per compensare gli insegnanti. Se ne sta parlando anche a livello ministeriale".

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